Ater, va via Cippitelli: mise gli uomini prima dei conti

Senza usufruire nemmeno di uno dei 45 giorni concessi per il passaggio di consegne, Sergio Cippitelli lascia la guida dell'Ater di Frosinone. Il bilancio del mandato. E la raccomandazione alla politica: “Pensate ai drammi di troppi che abitano nei nostri alloggi”

Nemmeno un giorno in più: per rispettare la parola data e per confermare la reputazione di quello che non è attaccato alla poltrona. Il Commissario dell’Ater di Frosinone Sergio Cippitelli non ha utilizzato nemmeno uno dei 45 giorni che la norma concede agli uscenti per passare la mano. Sorprendendo tutti i dipendenti ed i collaboratori questa mattina ha annunciato che è arrivato l’ultimo giorno di mandato alla guida dell’Azienda che gestisce le case popolari. E va via.

Sergio Cippitelli ha già compiuto due mandati commissariali. Al termine del primo, la Regione Lazio gli aveva chiesto di restare. Ora le norme con consentono ulteriori proroghe. Al suo posto la Regione Lazio dovrà nominare un nuovo Commissario oppure far entrare in servizio i nuovi presidenti con i rinnovati Consigli d’Amminstrazione dell’Ater: sono in stanb-by da quasi un anno. (Leggi qui Sergio Cippitelli alla guida delle case popolari Ater).

I fondi sbloccati

Chiunque andrà al posto di Sergio Cippitelli erediterà una serie di lavori portati avanti in questi anni. Come la ristrutturazione ed efficientamento energetico nelle palazzine di proprietà dell’Ater in tutta la provincia di Frosinone. I lavori sono stati realizzati con fondi che per anni sono rimasti fermi e bloccati nelle casse regionali. Salutando i collaboratori, il Commissario oggi ha evidenziato «siamo stati tra i soggetti in Regione che hanno ottenuto più risultati: segno che la progettazione è stato uno dei tratti distintivi di questo Ente».

L’Ater nel frattempo si è riorganizzata sul territorio: ha aperto due punti distaccatati a Sora e Cassino«Un chiaro avvicinamento ai cittadini, con la ricerca dell’efficienza ed efficacia compatibile con la razionalizzazione dei costi».

La mappa degli interventi di manutenzione straordinaria conta oltre 400 alloggi «che per anni hanno avuto problemi importanti. Non è stato poco».

Situazioni difficili e drammatiche

Foto: Alvaro Padilla / Imagoeconomica

Chi abita nelle Case Popolari spessso è lì perché non può permettersi una casa più ampia, non può sostenere un affitto più alto. Nei due anni passati al timone dell’Ater Sergio Cippitelli ha deciso di non chiudere gli occhi: ma di tenerli aperti sui tanti drammi umani che spesso abitano negli alloggi gestiti dall’Azienda.

Lo ha raccontato nel corso del suo commiato. Raccontando di essersi dovuto confrontare spesso «con situazioni difficili, talvolta drammatiche, ma affrontate e vissute, nella maggioranza dei casi, con dignità e comprensione delle difficoltà. Anche di quelle incontrate da parte di Ater nella risoluzione di disagi e criticità». Tra quegli appartamenti c’è «un’umanità varia, ma, in generale, bella quella che si è rivolta a me in questi anni, confidando nel mio aiuto».

Il messaggio per il suo successore non punta sui conti e nemmeno sulle opere faraoniche. Ma sulle persone che vivono nelle case Ater: «sappiate di  avere il compito di dover dare risposte soddisfacenti alle istanze che si presenteranno. Gli amministratori non perdano mai di vista il bene e lo sviluppo della nostra comunità». 

Il messaggio di Cippitelli alla politica

Nicola Zingaretti

Un messaggio che il Commissario estende anche alla Politica. Sergio Cippitelli condivide i risultati raggiunti con «tutti i sindaci del territorio della provincia, l’unità di intenti che hanno saputo mettere in campo ha portato benefici a tutti quegli utenti che abitano gli immobili di proprietà dell’Ater»

Agli amministratori raccomanda di ricordare che «Siamo in un periodo economico- sociale molto complesso e tutto in salita, in cui l’emergenza sanitaria si è trasformata in una profonda emergenza economica. La partita si gioca nell’oggi di un presente che esige delle scelte coraggiose e lungimiranti». A cosa si riferisce? «Mi riferisco a quella responsabilità della politica di prendersi cura del popolo, garantendo degli standard minimi di reddito, di alimentazione, di salute, di abitazione, di educazione a tutti quelli che si trovano nella condizione di vulnerabilità».