Meno operai, solo specializzati e trasversali: ecco il futuro del Lavoro

Il futuro del mondo del Lavoro in provincia di Frosinone. L'analisi del Consiglio Generale Cisl riunito a Fiuggi. La radiografia del settore. Le prospettive. Le vertenze aperte. I risultati raggiunti. No ai populismi. Ecco dove stiamo andando

Ideal Standard, Fca, Saxa Gres… Per capire cosa sta accadendo al mondo del lavoro in provincia di Frosinone bisogna capire prima lo scenario mondiale: perché ne facciamo parte, siamo un suo minuscolo ingranaggio. Lo ha spiegato il segretario Generale della Cisl Enrico Coppotelli aprendo i lavori del Consiglio Generale Cisl riunito a Fiuggi.

Una relazione con la quale spiegare: lo scenario mondiale e come influenza sempre di più quello locale, le strategie messe in campo dalla Cisl di Frosinone. Partendo da un principio: la crescita intesa come riposizionamento strategico del settore industriale, inclusione sociale, passa attraverso il lavoro, solo il lavoro, unicamente il lavoro.

IL CONTESTO

Le cifre illustrate dal segretario generale Enrico Coppotelli dicono che

L’espansione dell’attività economica mondiale resta solida e diffusa; permane, tuttavia, la generale debolezza di fondo dell’inflazione.

Nell’area Euro le prospettive di crescita sono ancora migliorate. Secondo l’ultimo quadro previsivo, elaborato dall’Eurosistema, il prodotto si espanderebbe del 2,3 per cento nell’anno in corso e l’espansione della nostra economia si dovrebbe consolidare.

In Italia, secondo le ultime stime dell’ISTAT, nell’anno 2017 il PIL sarebbe cresciuto intorno all’ 1.4%, il risultato più alto dagli ultimi 7 anni.

Alla fine del 2017 c’erano 160.000 disoccupati in più rispetto al picco del 2008 un + 0.7%; le retribuzioni reali dello 0.9 sotto i livelli del pre crisi; il PIL per abitante, che misura il benessere per tutti è ancora del 5.7 inferiore ai livelli del 2008.

I sondaggi segnalano un ritorno della fiducia delle imprese ai livelli precedenti la recessione e indicano inoltre condizioni favorevoli per l’accumulazione di capitale. Queste valutazioni sono confermate dall’accelerazione della spesa per investimenti osservata nella seconda parte dello scorso anno.

«Sulla base di questi dati oggettivi – ha analizzato Enrico Coppotellila nostra economia la possiamo definire a trascinamento, che si lascia trasportare dalla congiuntura positiva mondiale ed europea. Per consolidarla allora, come dice la nostra Segretaria Generale Annamaria Furlan, occorre un Patto sociale a lungo termine».

Cosa deve comprendere quel patto? L’elenco fatto a Fiuggi chiede uno straordinario piano di investimento pubblico e privato in infrastrutture materiali ed immateriali; l’attuazione ed implementazione degli investimenti 4.0; un piano per il lavoro 4.0; potenziare le politiche attive del Mercato del lavoro; la riduzione cuneo contributivo per incentivare le imprese; l’estensione delle agevolazioni fiscali sui premi di risultato e welfare aziendali; il reddito di inclusione che va esteso a tutta la platea di persone in povertà estrema.

IL PRIMO STRAVOLGIMENTO

Ma è la situazione geo – politica – è stato detto a Fiuggi – quella dove abbiamo avuto un vero e proprio stravolgimento. Ha coinvolto alcuni Paesi Europei, cambiandone completamente gli equilibri politici.  Il tutto è avvenuto in pochi mesi, in pochi giorni, in pochi attimi.

In Inghilterra hanno vinto i pro-Brexit, in Spagna l’ottusità di Rajoy ha ingigantito il nazionalismo catalano che era minoritario, in Germania la nuova grande coalizione è molto più piccola e debole che in passato, in Francia, Macron, governa grazie al sistema istituzionale ma in un vuoto politico che dovrebbe allarmare.

Ci sono soprattutto alcune vicende politiche che purtroppo non sembrano circoscrivibili. Ad esempio in Austria, dove ha vinto l’estrema destra di Sebastian Kurz, oppure la legge fatta approvare dal parlamento di Varsavia, nella quale è prevista la detenzione per chiunque accusi la Polonia di complicità con i crimini nazisti.

«La sensazione – spiega Enrico Coppotelli è che sia in atto una vera e propria regressione della visione Europea, con strigliature sovranistiche, che in alcuni casi, rasentano la xenofobia ed in alcuni altri il diniego dei fatti certificati dalla storia, riproponendo il “negazionismo storico” dell’olocausto».

LO SCENARIO ITALIANO

In Italia siamo nel pieno della competizione elettorale. Il 4 marzo è previsto, almeno per noi del Lazio: l’election day.

Il Governo è rimasto in carica per le attività ordinarie, pertanto tecnicamente non si è dimesso anche se ne è stata anticipata la naturale scadenza della legislatura. «Una scelta lucida ed intelligente del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – sostiene il segretario generale della Cisl – in quanto, la legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, ha un elevato rischio di portare il Paese alla ingovernabilità. Ingovernabilità, che sarebbe una vera e propria sciagura, che vanificherebbe tutti gli sforzi fatti nell’ultimo periodo per invertire un declino economico, occupazionale e sociale iniziato nel Paese nel 2008».

Perché? A Fiuggi è stato messo in evidenza il debito pubblico, che pesa sulla nostra economia per circa 2.300 miliardi di euro, con un rapporto del 133% della ricchezza prodotta. E poi l’incertezza di una sicurezza del Governo del Paese. «Ce lo insegna l’esperienza degli ultimi anni, potrebbe riproporre le speculazioni finanziarie dei grandi investitori mondiali, dei grandi fondi mondiali e quindi l’aumento dello spread e quindi gli interessi passivi».

Un elemento fondamentale per il segretario: perché un punto di maggior interesse da pagare sul debito pubblico corrisponde al valore di una legge di bilancio. Tutte risorse sottratte agli investimenti, agli incentivi sulla occupazione, al welfare ed alla riduzione delle disuguaglianze sociali.

 

LE BUGIE DEI POLITICI

Enrico Coppotelli strappa l’applauso quando mette la politici di fronte alle sue responsabilità Ed alle sue bugie.

«Le forze politiche stanno caratterizzando la Campagna elettorale su programmi irrealizzabili, improponibili, impraticabili, al solo fine di avere il consenso dell’elettorato. Abolizione legge Fornero, pensioni minime a 1.000 euro per tutti, reddito di cittadinanza, 1.000 euro per le mamme, abolizione tasse universitarie, abolizione bollo auto, il rimpatrio coatto di oltre 600 mila immigrati clandestini e potrei continuare all’infinito. Un autorevole quotidiano, nei giorni scorsi, si è divertito a quantificare i costi dei programmi dei vari partiti. Ed è emerso che quello dei 5 stelle, per realizzarlo occorrerebbero 125 miliardi di euro, quello della Lega circa 112, Forza Italia 86, Partito Democratico 56 miliardi di euro».

«L’Eldorado che propinano agli elettori, invece, viene vissuto con distacco, disinteresse, generando una componente né politica né culturale, ma antropologica: abbiamo di fronte un elettorato vagotonico, propenso più a ricaricarsi che ad entrare in campo, indifferente a quel che avviene nella vita comunitaria, appiattito sulle proprie scelte personali, quasi prigioniero di un sopore difficile da smuovere».

Per Enrico Coppotelli siamo di fronte ad un elettorato senza condivisione di sentimenti collettivi. Il segretario riconosce la stessa congiuntura politica che incise molto sulle elezioni del 2013: segnata dagli effetti di quell’onda di rancore collettivo  che sfociò nella propensione all’antipolitica. Oggi però, ritiene che quell’onda sia in lento riflusso. «Ma ciò non porta al rilancio di un ciclo empatico, ma piuttosto a un bisogno di restare in una condizione di bassa energia, percorsa da sentimenti indistinti e particolaristici, in un tam-tam di parole vuote che alimenta atteggiamenti quasi regressivi. Non possiamo allora illuderci che bastino facili sollecitazioni al «dovere» civico.
Più che l’antipolitica prevale una vita senza politica».

Cita Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo: “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima” per descrivere il sistema elettorale più contorto e assurdo mai concepito.

 

LA VISIONE DEL PAESE

La CISL ancora una volta, nella sua totale autonomia, ha ritenuto di attirare l’attenzione su alcune questioni nodali per il Paese. «Non si va da nessuna parte con l’autosufficienza della politica. Occorre il dialogo sociale e la ricerca del massimo consenso sulle decisioni da intraprendere» per Enrico Coppotelli.

Partendo da questo presupposto, a Fiuggi è stata illustrata la visione che la Cisl ha e da’ al Paese.

Il sindacato lo fa indicando una serie di tappe.

Venerdì 9 febbraio è stato firmato il contratto del comparto dell’Istruzione che interessa 1 milione e 200 mila lavoratrici e lavoratori della Scuola, Università, Ricerca e dell’alta formazione artistica e musicale.

Precedentemente era stato siglato quello per le funzioni centrali. Dopo anni si sono sbloccati i rinnovi contrattuali che hanno pesantemente penalizzato e mortificato sul piano economico e professionale i Lavoratori.

Il tutto – ha messo in evidenza Cisl durante i lavori di Fiuggi – è scaturito dall’intesa con il Governo e Cgil – Cisl – Uil del 30 novembre 2016.

Ora si attendono i Decreti Legislativi della cosiddetta Riforma Madia in materia di relazioni sindacali, il rapporto tra Legge e contratto, la partecipazione attraverso la contrattazione collettiva dei lavoratori sul piano dell’organizzazione del lavoro e del welfare aziendale.

 

CISL – LA FORNERO E CONFAPI

In materia pensionistica, Cisl ha spiegato che continua a lavorare per arrivare ad una modifica della Legge Fornero.

Il blocco dei requisiti pensionistici per effetto dell’incremento dell’aspettativa di vita nel 2019 di cinque mesi, per le categorie di lavoro gravoso che sono state portate a 15.

«Intesa importate perché abbiamo affermato cose che la Cisl diceva da anni: i lavori non sono tutti uguali. Dobbiamo continuare su questa strada e ridurre gli effetti nefasti che ha portato la legge Fornero».

Ci sono poi gli accordi sottoscritti con Confapi sulle relazioni industriali e sugli assetti contrattuali, partecipazione alla governance economica, finanziaria ed organizzativa; e poi l’accordo con Confcommercio e a seguire, ora si tratta di concludere il negoziato con Confindustria.

BENVENUTI IN CIOCIARIA

È a questo punto che il segretario generale ha aperto il capitolo sulla situazione in provincia di Frosinone.

In Ciociaria dieci mesi fa si è celebrato il Congresso di Cassino (leggi qui La sfida di Coppotelli: «La Cisl del futuro deve essere partner del cambiamento»). Enrico Coppotelli rivendica alla Cisl il merito di avere  sottoscritto accordi di straordinaria importanza «che sono stati in grado di rendere tangibile e coerente la nostra azione nel Territorio».

Nell’ultimo quinquennio a Frosinone è aumentato il numero di Imprese e questo è già un termometro sintomatico: si attesta intorno alle 47.000 realtà, seconda provincia laziale per numero di
aziende, esclusa Roma.

Diminuiscono, però, le imprese artigiane, fulcro identitario della provincia, che si attestano intorno alle 10.000 unità.

Così come diminuiscono le imprese giovanili, di cui se ne registrano circa 6.000. Quelle straniere sono circa 3.500.

La bilancia commerciale con l’estero è ancora lontana dal pareggio. Frosinone importa molto più di ciò che esporta, nonostante mostri un elevatissimo grado di apertura all’export. Al 2° posto delle esportazioni abbiamo le automobili, grazie al rilancio di FCA a Piedimonte San Germano.

Le imprese “rosa” sono circa 14.000, un dato che ci consente di innalzare fortemente la percentuale media nazionale che è del 18% e che invece a Frosinone
raggiunge il 22%, conquistando un degno secondo posto in Italia per imprese condotte da donne.

Secondo posto nazionale anche per aziende ciociare di trasporto su gomma.

Inoltre, a Frosinone, escludendo Roma, abbiamo più start-up innovative, ben 29 di cui 5 ad alto valore tecnologico in ambito energetico, anche se poi il sistema industriale nella nostra Provincia risulta essere fortemente energivoro, consuma quasi quanto Roma, meditiamo anche su questo.

Il tessuto economico-produttivo del territorio assorbe circa 170.000 occupati, di cui il 39% è donna.

La propensione alla domanda di lavoro a Frosinone è minore di oltre il 25% nelle donne rispetto agli uomini, questo elemento denota che le donne esprimono un tasso di inattività superiore rispetto agli uomini, contaminando, ovviamente, anche il tasso di disoccupazione, che ne deriva.

Nella nostra provincia ci sono 45.000 laureati e laureate, mentre più di 91.000 persone posseggono soltanto la licenza di scuola elementare.

Il 31,2% di ragazzi e di ragazze, con età compresa tra i 15 e i 29 anni, non è né occupato, né inserito in un percorso di istruzione o di formazione, la cosiddetta quota Neet, un esercito silenzioso di 30.000 persone, che, occupato, determinerebbe il 3,4% di PIL provinciale in più.

 

IL CAPITALE GIOVANI

Proprio quei giovani sono il capitale sul quale intende puntare la Cisl. «A noi della Cisl piacerebbe trasformarli in giovani che lavorano e che valgono 46,5 miliardi di euro. Un sogno? Tuttaltro! È ciò che abbiamo presentato anche come tesi congressuali, gli scorsi 4 e 5 aprile a Cassino, durante i lavori del XV Congresso della Cisl di Frosinone, in cui, tra le proposte per l’occupabilità delle persone e dei giovani, in primis, abbiamo individuato di ridurre il Job mismatch con le competenze 4.0, Meccatronica, Robotica, Robotica collaborativa, Big Data, Cloud, Computing, Sicurezza informatica, Stampa 3D, Nanotecnologie, Simulazione, sono le conoscenze e le competenze sulle quali puntare, abbinate alle nostre proposte, ovvero:
Rafforzare le competenze e poi Istruzione e Formazione orientate al mercato del Lavoro. Ma anche stimolare ed incoraggiare la partecipazione responsabile. Puntare sull’Orientamento scolastico e professionale, sulla Verifica e Monitoraggio sistema Alternanza Scuola Lavoro. E poi gli interventi di incentivi fiscali per l’assunzione dei Giovani a rischio esclusione, con rafforzamento delle misure attuate con Garanzia Giovani. E ancora, interventi integrati della Formazione del Mercato del Lavoro e del Welfare (intreccio politiche attive, politiche passive, SIA – sostegno per l’inclusione attiva – e REI – reddito di inclusione)».

IL POLO DI ANAGNI

Altrettanta attenzione viene concentrata verso il Sistema Locale del Lavoro di Frosinone ed Anagni, riconosciuto quale Area di Crisi Industriale Complessa. Riconoscimento che determina un pacchetto di strumenti dedicati, prevedendo misure di premialità nel finanziamento specifico del Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale.

Dopo la Call di Invitalia (leggi qui Area di crisi complessa: 195 interessati ad investire) sono state 195 le manifestazioni di interesse di aziende che intendono investire. Ma la vera notizia è che sono 19 quelle che individuano progetti di investimento potenzialmente cantierabili e che porterebbero oltre 500 nuovi addetti. Attualmente sono in corso gli approfondimenti necessari per la definizione degli strumenti agevolativi e delle risorse finanziarie che saranno attivati e resi disponibili sul territorio.

Ciò determinerà il fabbisogno di investimento, rispettando l’indirizzo strategico per la riconversione industriale e sostenendo le sollecitazioni dal basso.

E’ il territorio ad orientare gli investimenti verso settori maggiormente attrattivi. Verrà, così, confezionata l’Offerta Localizzativa Integrata, che determinerà l’insieme delle opportunità finalizzate alla crescita ed allo sviluppo di quest’altra area territoriale.

Cisl giudica «Molto positivo il sistema di incentivi che andrà a privilegiare gli investimenti produttivi, la ricerca e l’innovazione tecnologica, ma soprattutto il reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, che convoglieranno in un bacino per la ricollocazione con meccanismi di premialità, strettamente legati alle politiche attive per la riqualificazione professionale».

LE CINQUE GRANDI INIZIATIVE

Durante gli interventi è stato messo in evidenza che all’inizio del 2018 Cisl ha messo a segno cinque grandi iniziative:
Accordo per la messa in vendita e successiva reindustrializzazione del sito Videocon di Anagni.

LE 300 assunzioni a tempo indeterminato in FCA.

Il salvataggio della Ideal Standard che ha interessato 500 persone tra diretti e indiretti,

il libro bianco presentato ad Anagni qualche giorno fa che detta l’agenda per lo sviluppo del Nord della Provincia

L’Accordo da firmare in Regione Lazio per la proroga della mobilità in deroga nell’Area di Crisi.

NO AI POPULISTI

«Nonostante questo, oggi viviamo nel tempo delle narrazioni, dei professionisti dell’affabulazione, della retorica populista. – ha denunciato Enrico Coppotelli – Dobbiamo ricordarlo quotidianamente, dieci anni di crisi globale ci hanno lasciato in eredità una Provincia devastata lavorativamente, socialmente e culturalmente».

Il segretario ricorda che come sindacato la Cisl aveva due possibilità: «sentirci spettatori inermi e ininfluenti, rancorosi e nostalgici verso un tempo che non è più, o protagonisti di un nuovo umanesimo che, partendo dal basso, provi a ridisegnare la nostra azione quotidiana nella modernità del nostro tempo. Costruirlo, dal basso, senza fragili e sterili opportunismi, con una significativa apertura sia alle controparti più lungimiranti che alla società civile e alle istituzioni territoriali maggiormente inclusive, rappresenta una delle sfide più appassionanti per il movimento dei lavoratori nei prossimi anni».

Il concetto chiave è che con le idee si neutralizza il populismo imperante e dilagante.

Coppotelli indica gli antidoti ai fallimenti che troppo spesso hanno rallentato la crescita della nostra Provincia. «Una visione che è, certamente, coerente con le radici storiche del mutualismo, che affonda una delle proprie ragioni identitarie nell’importanza, prima delle società di mutuo soccorso e successivamente delle leghe di resistenza e del sindacato. Un Sindacato, la CISL della Provincia di Frosinone che crede che solo riannodando i fili delle capacità di ognuno, possiamo immaginare e realmente vedere una Provincia diversa.
Una Provincia coesa e cooperativa, nella quale le profonde trasformazioni vengono lette e interpretate con il metro del bene comune, contribuendo a rigenerare le nostre vite segnate da troppe, laceranti, violenze alle quali non vogliamo rassegnarci. Una rigenerazione che ci porti a costruire legami sociali, coltivare aperture, dialoghi, accoglienze, solidarietà, incontri di culture, di religioni, di identità».

LE VERTENZE D’AUTUNNO

sl dal palco di Fiuggi Cisl ha ricordato che a settembre dello scorso anno ha lanciato tre grandi vertenze territoriali: Giovani, Sanità, Ambiente.

Sull’Ambiente è stato detto che è necessario intervenire con una presa in carico totale della situazione. Con il coinvolgimento e con il contributo di tutti gli attori, sia locali che nazionali, istituzionali ed associativi. Fino a questo momento le azioni e gli interessamenti sono stati intermittenti ed a macchia di leopardo. È sintomatico che ciclicamente qualcuno riaccenda i riflettori sull’inquinamento della Valle del Sacco. «Ma chiediamo anche un coraggioso passo avanti verso la risoluzione. La Ciociaria è terra di contraddizioni, lo ripeto ancora una volta. Ma riesce sempre ad esibire orgogliosi slanci di perspicaci rinnovamenti. 
È la comunità il nostro valore aggiunto. Il nostro patrimonio migliore, dopo le Persone dunque, è la storia cementata in una orografia territoriale che offre scenari identitari collettivi. E’ questo il nostro favoloso know how».

La seconda grande vertenza è quella sulla Sanità. Cisl ha istituito una Cabina di Regia. È un gruppo di lavoro etereogeneo composto da professionisti, grandi conoscitori della Sanità provinciale. L’obiettivo non è solo fare critiche sterili ma proposte.

Infine il capitolo sui Giovani. «Abbiamo in cantiere delle idee da condividere sul modello sussidiario e bilaterale nord europeo con Scuola e Università – Sindacato e Imprese, per provare a dare uno shock positivo che parta dalla Provincia di Frosinone. I giovani devono essere una priorità».

IL MANIFESTO PER LO SVILUPPO

Partendo da questo assunto Cisl suggerisce di fare marketing territoriale, «altrimenti ci troveremmo di fronte all’ennesima occasione persa». E spiega di avere lanciato proprio per questo motivo la proposta del “Manifesto per lo sviluppo di Frosinone” che dovrà includere tutta una serie di impegni «a cui si obbligheranno i sottoscrittori per favorire la localizzazione di nuove imprese e l’ampliamento di quelle esistenti».

Su queste premesse, il rilancio del Frusinate con l’utilizzo degli strumenti a disposizione come la ZFU di Sora, l’Area di Crisi Industriale Complessa e non Complessa, i nuovi insediamenti produttivi che si stanno determinando, la vendita della VDC di Anagni, FCA e le riconversioni con l’economia circolare nelle aree produttive ecologicamente attrezzate.

Tutto questo viene considerato fortemente dipendente dalla capacità di innovazione di sistema.

Per Cisl si deve dunque reinterpretare l’innovazione, troppo a lungo considerata esclusivamente un ambito legato all’impresa, come un processo di ripensamento strategico del sistema territoriale nel suo insieme.

«È dunque una sfida che lanciamo. Se non si ha la capacità né la lungimiranza per guidare un processo di sviluppo e di crescita, almeno si ascoltino le sollecitazioni. Altrimenti sarebbe come se una Università si ostinasse a formare laureati in Filosofia senza considerare che intorno non ci sono più Agorà ma fabbriche, alla ricerca disperata di Ingegneri. E l’esempio non è casuale».

 

IL FUTURO DIETRO L’ANGOLO

Questo è il presente. Ma il futuro cosa ci riserverà? In provincia di Frosinone ne parlano come se fosse il futuro. In Germania il 4.0 è una realtà già dal 2011.

La Germania si conferma il secondo Paese dell’OCSE, dopo la Svizzera, per incremento di produttività e quindi la riduzione del CLUP, costo del lavoro per unità di prodotto.

Il tutto è dovuto a fortissimi investimenti sull’inserimento dei robot e quindi dell’internet delle cose.
Per queste ragioni, l’IG Metal in Germania è riuscito dopo 13 ore di trattative no stop, con la sud West Metal nello stato del Baden Wurttemberg, a sottoscrivere un contratto collettivo che durerà fino al 31 marzo 2020 per 900 mila metalmeccanici, ma è considerato un accordo pilota per l’intero settore. Aumento salariale del 4.3%, più flessibilità per i lavoratori che potranno ridurre il loro orario di lavoro. Più flessibilità per i datori di lavoro che potranno aumentare contestualmente i contratti con 40 ore di lavoro. L’aspetto più rilevante dell’accordo è che è su base volontaria ed in ragione delle esigenze personali, sociali, familiari dei Lavoratori. Gli industriali italiani non ritengono però che sia un modello esportabile proprio per questi motivi. (Leggi qui Meno ore e più soldi ai Metalmeccanici in Germania, Stirpe: «Intesa sopravvalutata e non esportabile»)

La risposta di Enrico Coppotelli va a compensare i dubbi di Maurizio Stirpe e di Confindustria. «Noi dobbiamo trovare, come dice Annamaria Furlan, la via Italiana che attraverso la contrattazione, complessivamente intesa, ci possa portare a raggiungere questo ambizioso traguardo».

 

ADDIO OPERAIO GENERICO

E i Lavoratori del futuro, invece, chi saranno? In fabbrica non ci sono più i generici. Non servono. Nessuno saprebbe cosa farsene. Il requisito minimo è la specializzazione. Il migliore è la trasversalità: saper attraversare settori diversi, avendone quella conoscenza che consente di starci dentro.

«Siamo entrati nella quarta rivoluzione industriale. Del tutto differente dalle precedenti. Lì la tecnologia si affiancava all’uomo per migliorare e rendere più produttive le attività umane. Oggi la digitalizzazione si propone come un paradigma: non si limita ad affiancarsi ma per talune attività si sostituisce all’uomo. Per questo dobbiamo rafforzare la contrattazione di secondo livello ed intensificare la partecipazione».

 

CIOCIARIA 4.0

Quale Provincia invece immaginare? La dimensione metropolitana acquista a tutti i livelli una nuova centralità e genera nuovi processi di urbanizzazione digitale, come mostrano i casi di San Francisco o di Seattle, ma anche di Milano in Italia.

La dimensione geografica risulta, quindi, particolarmente importante se analizzata dal punto di vista della densità di conoscenza, e non solo dalla densità di popolazione. Risulta una sfida fondamentale sviluppare le città affinché queste diventino attrattori di talenti.

Quindi la partita si giocherà sulle competenze!. I ragazzi che frequentano oggi le scuole medie andranno a fare lavori che ancora non esistono.

Alla platea riunita a Fiuggi, il segretario Enrico Coppotelli ha ricordato gli sforzi del sindacato per essere al passo con i tempi: «Noi per provare e leggere in anticipo questi cambiamenti, da qualche mese abbiamo avviato il Laboratorio Lavoro 4.0 della CISL – Frosinone con tutte le RSU interessate, con la condivisone del Dipartimento Industria della CISL Nazionale. Dobbiamo prepararci, essere imprenditivi, curiosi, dinamici e mai stanchi. Perché, lo ripeto, gli stanchi sono coloro che mettono la parola fine al possibile. Tra meno di un mese porteremo all’approvazione del nostro Comitato Esecutivo il Bilancio Consuntivo 2017 e subito dopo daremo incarico alla Fondazione Giulio Pastore di elaborare e certificare il secondo Bilancio Sociale della CISL di Frosinone. Un altro tassello indispensabile per noi, per le nostre iscritte ed iscritti».

 

L’EGOISMO TIENE PRIGIONIERI

Cita Papa Francesco, il segretario Coppotelli nelle sue conclusioni.

«Speravamo che la Globalizzazione fosse un elemento di progresso, che generasse un mutamento sconvolgente e salutare, una società globale aperta che portasse a tutti i popoli e a tutte le comunità benessere e diritti. É diventata invece un elemento di chiusura, ha avuto una regressione di ogni persona e di ogni Paese. Ha aumentato l’egoismo in ogni individuo, in ogni famiglia, i ogni tribù, in ogni stato. Oggi l’egoismo globale ci tiene prigionieri. Papa Francesco ha detto che: i tanti “tu” devono diventare “noi” e quando questo avviene quel “noi” universalmente determina la Rivoluzione. Ma sta accadendo l’esatto contrario, il “tu” regredisce all’ ”io” globale e cioè all’egoismo fatto persona. Sarebbe una resistenza positiva all’io, per evitare di trovarci di fronte ad una generale Anarchia ed ai pericoli che ne derivano per la democrazia. Noi siamo impegnati affinché, nella nostra dimensione locale, questo avvenga. Ce la faremo».