Classe e temperamento: Baez l’asso nella manica di Grosso

Il neo attaccante del Frosinone potrebbe esordire domenica nella sfida di Brescia. Il tecnico medita addirittura di schierarlo nell’undici titolare. Altrimenti sarà una carta importante da giocarsi in corso d’opera. Elemento di spessore, ha avuto un ottimo impatto con l’ambiente e l’allenatore è pronto a scommetterci

Alessandro Salines

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“Estamos listos”. Jaime Baez è pronto come ha scritto sul suo profilo instagram. E chissà che domenica a Brescia non sia il giorno del suo debutto con la maglia del Frosinone dopo la panchina col Modena appena arrivato. In una partita che si preannuncia dura e avvelenata la sua qualità tecnica unità al temperamento (la famosa “garra charrua”) tipico degli uruguaiani potrebbe risultare una delle novità vincenti di Grosso.

Baez, prelevato dalla Cremonese, è stato finora l’unico rinforzo sul mercato di gennaio. Un giocatore importante ingaggiato a titolo definitivo con un contratto fino al 2025. Attaccante esterno e non solo, classe 1995, tra i protagonisti della promozione in Serie A dei grigiorossi, può regalare alla capolista quel quid per poter continuare a sognare.

Sulla rampa di lancio

Fabio Grosso pronto a lanciare Baez

Jaime Baez potrebbe essere la sorpresa nell’undici che Grosso schiererà al “Rigamonti”. Il tecnico, alle prese con qualche assenza, ci sta pensando seriamente. L’attaccante uruguaiano, nato a Montevideo, sta destando un’ottima impressione durante gli allenamenti. E secondo i beneinformati l’allenatore sarebbe particolarmente contento dell’impatto avuto da Jaime con la nuova realtà. D’altronde si tratta di un calciatore di alto profilo con 272 gare da professionista spalmate tra Uruguay ed Italia.

Potrebbe essere utilizzato da punta esterna di sinistra nel 4-3-3 ma anche nel 4-2-3-1 come trequartista mancino. Ma è un attaccante molto duttile: in carriera ha giostrato anche a destra e persino da centravanti. Oltre a garantire giocate importanti, gol ed assist, Baez è in grado di assicurare forza fisica e corsa fondamentali nel calcio moderno. E se Grosso non lo lancerà dall’inizio potrà essere una carta importante da giocare in corso d’opera.

Solo 96’ in questa stagione

Fabio Pecchia che ha allenato Baez alla Cremonese

E’ chiaro che Baez non ha il ritmo partita. Prima del trasferimento al Frosinone ha collezionato soltanto 2 presenze, in tutto 96’, in Serie A (a Roma e in casa col Torino). Quindi deve mettere minuti nelle gambe. Alla Cremonese, dopo 56 partite (5 gol e 10 assist) dal 2020-2023 e la promozione in Serie A, è finito ai margini della prima squadra a causa anche del cambio di allenatore quest’estate. E’ stato infatti uno dei fedelissimi di Fabio Pecchia sostituito da Massimiliano Alvini. Quindi la decisione di cambiare aria ed accettare la proposta del Frosinone. Baez, figlio d’arte (il papà Enrique ha vinto nel 1987 la Coppa America con la Nazionale), ha la giusta esperienza. In Italia è sbarcato nel 2015 grazie alla Fiorentina che lo ha preso dalla Juventud Las Piedras.

Poi ha militato in Serie B tra Livorno, Spezia, Pescara e Cosenza (2 anni a mezzo, acquistato a titolo definitivo dalla Fiorentina) prima di arrivare alla Cremonese proveniente dal club calabrese. Proprio nel Cosenza ha avuto la sua migliore stagione dal punto di vista realizzativo con 6 reti.

Penso positivo

Jaime Baez con la maglia della Cremonese in un duello con Szyminski

Il neo attaccante giallazzurro ha grinta e carattere da vendere. Le motivazioni non gli mancano. “A livello personale e sportivo il calcio ti fa sognare tanto – ha detto in un’intervista di qualche anno fa – Se fai bene, punti sempre a qualcosa in più. Il mio sogno è arrivare alla Nazionale dell’Uruguay ma so che devo lavorare tanto per arrivare a quel livello”.

A 27 anni può ancora sperare perché nel calcio mai dire mai. Comunque ha già vestito la maglia delle giovanili della “celeste” (terzo nel 2015 ai Mondiali Under 20). Il Frosinone può diventare quel trampolino di lancio che non è stato la Cremonese che comunque ha lasciato con serenità ringraziando tutti (“Mi sono sentito in famiglia, un grande gruppo”, ha detto nella lettera d’addio).

“Estamos listos”.   

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