Coletta e la promessa della crisi prossima per la durata eterna

Si sfiora il teatro dell'assurdo. Con una maggioranza solo teorica, retta da chi - subito dopo - minaccia di non reggerla. Fino all'appuntamento successivo. Al quale non la molla. Perché nessuno - davvero - vuole andare a casa

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

In Italia nulla è più provvisorio del definitivo e nulla di più definitivo del provvisorio (Giuseppe Prezzolni).

Hanno minacciato, poi abbozzato. Ora riminacciano per riabbozzare. Abbozzare è un termine che spiega lo stato “politico” dell’amministrazione di Damiano Coletta a Latina.

La maggioranza (meglio la paranza, visto che gli schieramenti sono 16 a 16) ha incassato il Sì al bilancio consuntivo dopo piccoli mal di pancia raccontati come fossero ulcere. (Leggi qui) Ora? La “paranza” fa festa per il passato, ma alcuni paranzisti (Forza Italia e Fare) annunciano battaglia al Bilancio di previsione. Un poco come si fa al bar di paese in cui chi abbozza poi rilancia minacciando: “ti aspetto fuori“.

Naturalmente fuori non si fa trovare ma lascia da pagare il conto dell’ultimo giro di birra. Ennio Flaiano sintetizzava “La situazione è grave ma non è seria”.

La situazione di Coletta non è seria

Ecco, non è seria. Mentre disquisiscono su “cosa faranno”, la città continua a non fare. Per la biblioteca ci vorrà ancora un anno, del teatro si perde memoria, il garage Ruspi è manco una possibilità. Si festeggiano i lavori di spostamento della sabbia a Rio Martino, una impresa “colossale”: pensate costa 70.000 euro scarsi, tanto quanti un Suv ma cinese altrimenti non stiamo alle spese.

Una città che sta mesi a discutere di un dragaggio che dovrebbe essere cosa ordinaria, come il passaggio della spazzatrice a pulire le strade. Discutono da mesi su cosa farci dell’ex Banca d’Italia salvo non chiedersi “ma l’abbiamo comperata?“. 

L’opposizione? La paranza oppositoria aspetta Godot, la sentenza del Tar per rifare le elezioni elezioni che “inventa” di aver perso per 800 voti quando è stata annientata con un 6 a 4 al secondo turno senza essere mai in partita. Forza Italia e Fare “reggono il sindaco” ma non troppo da tranquillizzare, più di poco per non far preoccupare.

Qui nulla è vero e nessuno dei 32 se ne vuole andare: sarà teatro e non amministrazione. Ma non è una novità.

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