Coletta e le ipocrisie dei penultimatum

Il nuovo ultimatum al sindaco. Anzi, penultimatum. Perché ogni volta viene seguito da una serie di 'se' che rendono il tutto solo chiacchiere e titoli di giornale

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Ogni tanto rilanciano con una minaccia che è inversamente proporzionata agli effetti concreti. Minacciano, Alessandro Calvi e Annalisa Muzio, di far cadere il sindaco di Latina Damiano Coletta. Detta così è la fine… Se non fosse che poi aggiungono “se“.

A mandare il penultimatum sono stati il coordinatore comunale della civica Fare Latina Fabio Bianchi e la candidata sindaco che hanno schierato alle elezioni dello scorso autunno Annalisa Muzio. Che da Coletta è stata battuta. Per i non addetti ai lavori giova ricordare che: le Comunali a Latina le ha vinte il civico Coletta ma al secondo turno, mentre al primo hanno stravinto i Partiti del centrodestra suoi avversari. E così oggi si ritrova a governare con una semi maggioranza, puntellata da esponenti che fino a qualche mese fa erano suo avversari.

Oggi sono suoi alleati ma mettono subito in campo i penultimatum. Seguiti dai Se.

I se dei penultimatum

Se non farà, se resterà immobile… Ma sono tutte mete incerte, indefinite, perse nell’universo a fronte di 31 cittadini, tra sindaco e consiglieri comunali che non hanno certo voglia di tornare alle incertezze del voto. Ogni corpo tende a mantenere il suo equilibrio, tanto è che chi lo altera viene definito da tutti “squilibrato“.

In Comune a Latina da sei mesi parlano di se stessi, mai della città. Non lo fa solo Coletta ma tutti opposizione compresa. Si compiacciono dei penultimatum, si beano dei ricorsi, si guardano nelle dirette su Facebook e si trovano particolarmente belli. Tanto belli da evitare con determinazione che diventino ultimatum o peggio come nei film di Hollywood l’ultima scene con il “The end“. 

Anche perché i penultimatum servono a prendere le pagine dei giornali, per andare a dire qualcosa nei talk show televisivi.

Il sindaco inevitabile

Damiano Coletta è diventato il sindaco “inevitabile: evita discussioni a sinistra, ma anche a destra. La destra ha litigato per un anno per scegliere il candidato sindaco richiamando in servizio Vincenzo Zaccheo come ultima speme di essere qualche cosa.

Vedete non è che Coletta è debole perché non sa fare il sindaco, è forte perché non ha alcun altro che lo vuole, o lo può fare. Ma mica è un modello strano, è modello dei tempi: i francesi si tengono Macron che di avversari non ne ha visto che hanno resuscitato la Le Pen che è come prenotare la sconfitta. Ma anche per il presidente della Repubblica italiana, abbiamo scelto l’unico che c’era, Sergio Mattarella.

Sono tempi così, dove tutti penultimano, nessuno ultima e il treno aspetta anche i sindaci lenti, quelli dei ritardi.