Latina, il centrodestra si dimette in massa. Coletta: «Lascio a testa alta»

Le dimissioni in massa del centrodestra. Nasce e muore nello stesso giorno l'amministrazione Coletta 2.1. Il sindaco di Latina saluta la città in una lunga diretta Facebook. Poi affronta l'Aula.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

«Tra poco entrerò in aula, io non ho nulla da nascondere, ho le mani pulite. A questo punto non sono mie le responsabilità, sono di chi ha fatto la scelta nei confronti dei cittadini. Se ne assumerà la responsabilità la coalizione di centrodestra. È lei ad avere prodotto questa situazione in un momento di grave crisi nazionale e internazionale». Non si dimette, Damiano Coletta. Ma saluta la città, in una lunga diretta Facebook prima del Consiglio comunale delle 18, per l’insediamento.

Dopo quel Consiglio sono annunciate le dimissioni in blocco dei consiglieri comunali di centrodestra. «Sarà un problema degli altri fare questa scelta e domani giustificare alla città perché mancherà la politica e ci saranno tagli che riguarderanno fasce importanti della società».

Augura a Latina di «avere sempre la capacità di sognare per un futuro migliore», rendendosi conto che il suo appello di ieri alle forze del centrodestra «di fatto non è stato accolto». E afferma: «Si ricordi, che il centrodestra entrerà nella storia di questa città per avere provocato quattro commissariamenti». Ricorda le sue «tre vittorie» . E afferma di «lasciare il ruolo di sindaco a testa alta», promettendo che in futuro «potrebbe esserci anche una quarta volta». Tra pochi minuti, il Consiglio comunale.

IL SINDACO IN AULA

L’ingresso di Damiano Coletta

Il sindaco Damiano Coletta entra in Consiglio tra gli applausi dei sostenitori. Sorprendono gli avversari: per alcuni istanti restano immobili davanti alla scena di quel cristo politico che sale sul Calvario dopo avere indossato in conferenza stampa i panni del martire. Reagiscono. Iniziano ad urlare buuu.

Il consigliere Anziano Raimondo Tiero legge il verbale di proclamazione, nel silenzio glaciale in aula. C’è la votazione: i Consiglieri vengono proclamati all’unanimità.

A quel punto Matilde Celentano (FdI) chiede sospensione dei lavori prima del secondo punto, il giuramento del sindaco. Il presidente Tiero mette ai voti. Approvata. A quel punto il centrodestra lascia l’Aula. Si riunisce in quello che è stato il quartier generale di Vincenzo Zaccheo il candidato sindaco del centrodestra, che si trova sopra al Circolo Cittadino.

Ne discendono dopo poco: vanno nello studio del notaio che si trova a due isolati di distanza. Vanno per dimettersi in massa. Sale anche Annalisa Muzio di Fare Latina: il che fornisce la certezza assoluta dello scioglimento. Con la sua sono 20 le firme sull’atto di dimissioni su un totale di 32 consiglieri.

Nel frattempo, l’Aula è sospesa. Attende i dieci minuti richiesti e poi procede alla verifica dei presenti: sono meno del necessario per ritenere valida la seduta. Si attende un quarto d’ora, come da regolamento: per fare la seconda verifica del numero. Troppo pochi. la seduta è sciolta.

Alle 19:20 la capogruppo Matilde Celentano conferma: «ci siamo dimessi». Nelle prossime ore l’atto verrà notificato al Segretario Generale del Comune e da qui ci sarà la comunicazione al Prefetto ed al Ministro dell’Interno.

LA CONFERENZA POST DIMISSIONI

Damiano Coletta durante la conferenza

«È uno spettacolo indegno, cui abbiamo assistito, chiedere la sospensione e poi andare dal notaio, è stato offensivo nei confronti della città e delle istituzioni. Che senso aveva raggirare così?». Se lo domanda Damiano Coletta, ormai ex sindaco di Latina, nella conferenza stampa conclusiva di una giornata che ha visto il centrodestra dimettersi in blocco da consiglieri comunali, con anche Annalisa Muzio.

La convoca dopo che 20 consiglieri su 33 hanno firmato le dimissioni dal notaio, il Consiglio è caduto, e a cascata il sindaco e tutta l’amministrazione. Aprendo la strada a un nuovo commissariamento, a nuove elezioni.

Coletta ribadisce molti dei concetti espressi nel pomeriggio, concentrandosi ora su «una giornata molto triste per le istituzioni. Io ieri avevo inviato le forze a fare una riflessione, sul senso di responsabilità che in certi momenti è necessario, ad anteporre il bene comune, le scadenze del Pnrr, il Pua, il Peba, che avevamo avviato e che dall’8 luglio hano avuto una interruzione della guida politica. La risposta è stata questa. Il centrodestra si può mettere la spilletta di quattro commissariamenti».

CON LA COSCIENZA IN ORDINE

Il sindaco nella diretta Facebook pre consiglio

L’ex primo cittadino afferma di lasciare «con la coscienza a posto e con tre vittorie. Sono decaduto in un momento delicato, ma continuerò a battermi per i valori del bene comune e della partecipazione».

E, su una nuova candidatura, ribadisce che «le valutazioni si faranno a tempo opportuno, ma in linea teorica sono pronto a rigiocare. Conosco i loro punti deboli e sono pronto a rigiocare».

Sul fatto che non si sia dimesso lui prima, osserva che «non l’ho fatto per il rispetto che si deve alla città alle istituzioni». E, in merito ai contatti con il centrodestra per trovare un’intesa, afferma che «almeno 10 giorni prima del 25 settembre, avevo inviato le forze a un confronto ma è stato negato. Ho chiamato, mi sono date prima risposte evasive, poi ho trovato non risposte al telefono. Evidentemente, era una decisione già presa». 

CI DIMETTIAMO

La votazione

I consiglieri comunali di Latina di centrodestra avevano ufficializzato questo pomeriggio le loro dimissioni in massa da rassegnare subito dopo la proclamazione in carica.

L’annuncio ufficiale c’è stato con una nota diramata unitariamente da FdI, Lega, FI, Latina nel Cuore e Udc. L’hanno siglata al termine del vertice riunito questa mattina.

Nella nota, vertici di Partito e Consiglieri comunali di centrodestra scrivono che «con grande senso di responsabilità, coerenza e amore per la città di Latina i Consiglieri Comunali eletti nel Centrodestra oggi si dimetteranno in blocco per voltare finalmente pagina rispetto all’amministrazione Coletta».

È la fine dell’amministrazione eletta un anno fa. Il progressista Damiano Coletta è stato rieletto sindaco al turno di ballottaggio: ma il centrodestra ha stravinto il primo turno sopravanzando il suo candidato sindaco. In termine tecnico si chiama ‘anatra zoppa‘: nei fatti, sindaco di centrosinistra ed Aula di centrodestra.

Antonio Costanzi (UDC) consigliere comunale neo eletto, durato 5 minuti

«Il nostro – spiegano dirigenti, amministratori ed eletti di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Latina nel Cuore e Udc – è un gesto di responsabilità e un atto di amore nei confronti di Latina. Chiudendo questa fallimentare esperienza amministrativa saremo presto in grado di assicurare a Latina un’amministrazione in grado di risolvere i problemi dei cittadini, dare risposte a famiglie e imprese e lavorare finalmente per un futuro di sviluppo e crescita del nostro meraviglioso territorio».

In questo modo, l’amministrazione guidata da Damiano Coletta terminerà immediatamente di esistere, il Comune sarà commissariato e si andrà a nuove elezioni, dopo che anche la rinnovazione del voto in 22 sezioni venti giorni fa aveva confermato l'”anatra zoppa”.

L’APPELLO NEL VUOTO

Damiano Coletta

«Gestiamo insieme una fase di transizione, diamoci anche un tempo di sei mesi, individuando delle priorità, che devono arrivare anche dall’opposizione»: è l’ultimo appello, lanciato al centrodestra martedì sera in diretta Facebook davanti a tutta la cittadinanza.

Damiano Coletta lo fa la sera prima del Consiglio comunale di oggi: il più difficile. Quello del terzo insediamento, quello dell’avvio della terza parte di consiliatura, quello dell’anatra zoppa, quello che vede la sua “maggioranza” con 13 consiglieri (incluso il sindaco) contro i 19 dell'”opposizione” di centrodestra. Il sindaco ha capito quello che sarebbe accaduto oggi: le dimissioni aprendo la strada a un nuovo commissariamento. Ed a nuove elezioni in primavera.

Così Coletta prende telecamera e microfono e lancia il suo appello, alla fine del pomeriggio di martedì. Ricostruisce tutto quanto accaduto da un anno a questa parte, la prima fase zoppa, la sentenza del Tar, le nuove elezioni in 22 sezioni il 4 settembre, e questa seconda fase.

LA VIA NON PERCORSA

Il consigliere Vincenzo Valletta firma dal notaio

Afferma che «in questo momento ci sono due componenti importanti che si equivalgono e che meritano il massimo rispetto, il sindaco è di tutti, come anche i consiglieri». Ricorda la crisi economica e energetica in atto, «nel 2021 il Comune ha speso 4,2 milioni di euro di energia elettrica, e per il 2022 siamo già a una previsione di 7,3 milioni di euro». Ma lancia la speranza che «questa può essere una stagione delle opportunità, grazie alle risorse del Pnrr: abbiamo progettazioni e fondi approvati per 70 milioni di euro, non possiamo permetterci lo stallo, entro il 2023 devono essere assegnate le gare e non ci saranno proroghe».

Coletta non nega la circostanza che «ho anche valutato l’idea di dimettermi. Se non ci sono le condizioni puoi anche dimetterti. Ma non l’ho voluta prendere in considerazione, non si lascia il lavoro a metà, non si abbandona la nave in difficoltà».

Il sindaco rinuncia quindi a una strategia che avrebbe potuto restituirgli il controllo del gioco: dimettersi prima che lo faccia il centrodestra, costringendo quindi, nei 20 giorni di tempo concessi a un primo cittadino per confermare o ritirare, i consiglieri di maggioranza a valutare altre scelte tattiche. No. Coletta vuole andare in aula e guardare in faccia gli avversari.

COMPLETARE IL LAVORO

E aggiunge: «Bisogna essere messi nelle condizioni di completare il lavoro e io vorrei che queste condizioni ci fossero, pensando alla città. Se dalla prossima settimana arrivasse un commissario, non sarebbe la stessa cosa, ci sono scelte politiche importanti da fare». E il sindaco ne elenca diverse, lanciando il ponte verso il centrodestra: «Abbiamo riaperto il teatro, ci deve essere una visione condivisa tra tutte le forze politiche per il futuro. Anche il futuro della ex Banca d’Italia deve essere dentro una visione condivisa. Il Piano per l’utilizzo degli arenili deve essere portato in Consiglio, come pure i Piani particolareggiati annullati».

Per questo, chiede alla maggioranza: «Gestiamo una fase di transizione, diamoci anche un tempo di sei mesi, individuando le priorità. Sono a disposizione per gestire insieme».

MORTA PRIMA DI NASCERE

Coletta parla al centrodestra, ma soprattutto alla città, vuole che la cittadinanza sappia e che tutti si assumano le responsabilità. Ma sa bene che le speranze sono oggettivamente ridotte al minimo. Prima della seduta, fissata per le ore 18, il centrodestra si riunisce. Lo fa alle 11, nella sede di FdI, per decidere. Non sul fatto di abbandonare l’aula, quello ormai è stabilito da tempo. Ma solo per i dettagli: dimettersi dal notaio, con effetto immediato, o dal segretario generale, con tempi più lunghi? La scelta è per staccare la presa all’istante.

Mercoledì 28 settembre 2022 verrà ricordato nella storia di Latina per essere la data in cui un’amministrazione nascente muore prima di essere partorita.

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