Coletta: “Uniti contro una destra che non propone”

Damiano Coletta, due volte sindaco e tre ko inflitti alle destre. Ora passa per le Primarie. Perché lo ha fatto. "La partita è aperta e io ne sono la prova vivente. Mai avuto i favori del pronostico ma quello degli elettori sì”

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Il bar è quello davanti al Coni, Caffè per caso. MI dà appuntamento qui Damiano Coletta, già sindaco di Latina e ora candidato alle Primarie del centrosinistra per le comunali di maggio. Si conterà con Daniela Fiore candidato unico del Pd e con Filippo Cosignani candidato postfuturista. Come si dice: “diversità meravigliose“.

Lui è l’uomo che per due volte ha battuto le destre nella città più di destra. E che la seconda volta si è tolto la soddisfazione di vincere anche nel turno bis. Per buttarlo giù si sono dovuti dimettere in massa tutti quelli di destra: perché le elezioni le aveva vinte lui, non il centrosinistra: un po’ come accadde a Nicola Zingaretti, si chiama ‘anatra zoppa‘. E pure lui, come Zingaretti, stava costruendo un Patto d’Aula che gli stava consentendo di governare. Ma poi è cascato il Governo e tutte le logiche sono cambiate.

Quelle dimissioni in massa nonostante le due vittorie consecutive in un anno, sono come uno scippo, un’usurpazione. Damiano Coletta non le digerisce. Per questo adesso si lancia nelle Primarie. Vuole riprendersi quello che ritiene suo: un sogno di cambiamento che gli è stato interrotto.

Appuntamento al bar che fa scopa con la passione per il bar come luogo di incontro e luogo della politica.

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Vado secco: ma perché si ricandida?
Damiano Coletta dopo la vittoria elettorale

A dire il vero ci ho pensato tanto, solo venti giorni fa avrei risposto che “la mia candidatura non c’era”. Poi ho sentito la gente che ho intorno, ma non quella dei social, ma la gente vera e ho deciso in modo differente. Ho deciso di mettermi a disposizione per le mie competenze e per i miei valori. C’è tanta gente che crede in me, gente in carne ed ossa. Io ci sono

Ma non volevate le Primarie…

Non è così. C’è stata forse una modalità di comunicazione non proprio efficace. Noi sollevavamo un ragionamento sul percorso. Le Primarie sono un grande momento di mobilitazione. Poi io vengo dal calcio, dallo sport, sono competitivo e competo. Faccio la mia, del resto mi pare che ho vinto… tre volte? Due volte e mezzo? E ho vinto partite mica facili, anzi impossibili a tavolino.

Le primarie impegnano: se vince sarà candidato sindaco del centrosinistra. Se perde?

Le primarie sono un patto, noi competiamo leali al patto. Poi vedremo il modo. Certo se partecipiamo accettiamo i vincoli 

Passiamo al da farsi.

A giugno avevamo definito il bilancio, dopo anni di impostazione delle cose si passava alla fase realizzativa, c’erano i tempi stringenti del Pnrr. Quelle dimissioni hanno interrotto le possibilità. Così hanno scelto. Ma lo hanno fatto non pensando all’interesse della città. Solo a quello loro.

Rimpianti?

No, programmi. L’idea è di una città green, una citta che dalle politiche energetiche trovi nuove ragioni di crescita. Avevamo impostato la comunità energetica, avevamo definito il percorso con l’università per il corso di laurea in intelligenza artificiale nella biochimica. Temi che immaginano una città in mutazione. E mi preme sottolineare che abbiamo creato le condizioni economiche per fare tutto questo: abbiamo onorato 25 milioni  di debiti fuori bilancio, abbiamo stabilizzato decine di persone in Abc, avviato la differenziata. E sono partite le assunzioni in Comune: cinquanta già assunti, nel 2023 altri cento.

Rivendica successi ma la critica è su una città scialba.

Ammetto di essere stato preso dalle questioni grandi, ma dovevo farlo. Dobbiamo finire il lavoro e non è stato facile rimettere anche regole e far emergere trasparenza nell’azione del comune. Ora interverrei con più forza per problemi come Via Don Morosini, l’area di Santa Maria Goretti, penso fattibile un parco lungo il canale delle Acque Medie. Una città verde. E certo dobbiamo intervenire sul decoro di Parco Falcone e Borsellino, ricordo che quel mutamento di intitolazione ha un significato enorme a livello politico nazionale.

Ma ora ci sono le primarie, non è che le temevate per via delle “uscite” da Lbc: penso a Valeria Campagna oggi nella direzione nazionale del Pd…

Rispondo con un esempio calcistico: mi sento come l’Atalanta, punto al vivaio e sono felice se i nostri talenti trovano risconto altrove. Ma non è solo Valeria che è stata bravissima: anche Maria Ciolfi è riferimento del Movimento 5 Stelle in provincia. Penso anche a Giampaolo Torselli di Azione. Abbiamo un vivaio interessante. Sono altri, i movimenti politici che puntano ai rientri per realizzare le restaurazioni.

Stoccata a destra.

Sono loro i nostri avversari, noi puntiamo al vivaio gli altri ai ricordi. A destra non stanno proponendo una offerta politica, ma stanno riproponendo quella del 2016 che ha avuto un esito infelice.

Chi teme come avversario della destra?

Lì ho battuti tutti, competo con tutti.

Ma la destra alle Regionali ha oltre due terzi dei voti.

Ma non ha votato il 60% degli elettori, credo che molti di loro siano vicini a noi, attenti alle nostre proposte. La partita è aperta e io ne sono la prova vivente. Mai avuto i favori del pronostico ma quello degli elettori sì. Poi ogni competizione è diversa e si vota a maggio prossimo.