Il ritiro dei ‘nostri’ Daiana Lou da X Factor e il no alla vita centrifuga

Laura Collinoli

Giornalista Il Regionale

Ci hanno fatto credere che la via della felicità passasse per il successo. Per forza, sempre, comunque. Il mondo funziona così. O almeno è così che vuole apparire. Sei figo se sei ricco e bello, meglio ancora se famoso. Sei uno sfigato se non fai la vacanza modaiola e non ti entra un vestito taglia quaranta. Se fai un lavoro ‘normale’ e la tua vita non scorre con la giusta frenesia. Che poi significa tutto e subito. Sempre. Senza pensare, senza domandarsi. Lasciando la riflessione ai disperati o a chi ha fallito la sua occasione.

Ecco perché la decisione dei Daiana Lou, di ritirarsi da X Factor, stupisce e fa pure un po’ paura. Ci spiazza insomma. E in questa scelta che ci appare incredibile e quasi inaccettabile cerchiamo per forza il retroscena, il vero motivo, la causa effettiva, la ragione reale. Perché non ci piace quella più naturale e autentica. La più genuina e sincera. Non ci piace per niente. Perché in questo mondo, oltre a quella del successo, impera la cultura del sospetto, che poi si traduce che niente si faccia per niente e ogni cosa si faccia per arrivare ad altro. Il resto è inconcepibile.

I Daiana Lou sono un duo musicale. Lei canta e si chiama Daiana Mingarelli, lui suona la chitarra e le percussioni ed è Luca Pignalberi. Lei di Colleferro e lui di Serrone. Sono una coppia, nella vita e sul palco, che negli ultimi anni è stato quello delle strade e delle piazze di Berlino. Giovanissimi artisti di strada finiti improvvisamente sul palcoscenico mediatico per eccellenza. Con tutte le lodi e le critiche del caso. Perché quando arriva la notorietà ti esponi al giudizio di tutti e questo può essere indulgente o impietoso, bonario oppure ostile. E così è stato. Fa parte del gioco.

Perché il successo è a tutti i costi. Non importa se il costo non sia solo ‘the show must go on‘, ma tutto quello che c’è dietro.

«Questa è una centrifuga che ci sta facendo proprio male. Non si può passare nella stessa giornata dal memorial di un ragazzo alla pubblicità delle patatine. Non ce la facciamo più». Le parole sono di Luca, il riferimento è al ricordo per Cranio Randagio, il rapper scomparso qualche giorno fa a Roma e protagonista della scorsa edizione di X Factor.

È il segno di un disagio tenuto dentro e scoppiato tutto insieme. Arrivato agli altri intenso e improvviso come un pugno nello stomaco, ma che per loro così improvviso non è stato. Ecco la riflessione, il dubbio, l’inquietudine.

E non c’è per forza il retroscena, la macchinazione, il magheggio. Non è per forza l’uscita di scena clamorosa per suscitare più interesse, scalpore, curiosità.

È incredibile, per molti inaccettabile, forse assurdo e sicuramente strano. Ma in questo mondo del tutto e subito c’è qualcuno che ha avuto il coraggio di fermarsi e dire basta. Di scendere dalla giostra. E lo ha fatto perché per questo qualcuno la felicità non passa per forza dal successo. Non è solo il palcoscenico, le luci, la notorietà.

«Siccome per noi il successo non è la felicità, siamo veramente soddisfatti di quello che abbiamo fatto fin qua». Chapeau.

Ci hanno fatto credere altro. Forse è arrivato il momento di ricrederci.

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