Coltellate & capocciate: ecco come si legge il voto delle elezioni Provinciali

Come si legge il risultato delle elezioni provinciali. Chi ha vinto e chi ha perso. L'effetto anatra sbilenca e forse zoppa. La capocciata di Fagiolo a Borrelli. Uno contro 5: il Pd di più non può. La difesa di Mario. L'affondo di Ruspandini. Pallone eterno.

Se non è un’anatra zoppa ha comunque la sciatica: la nuova amministrazione provinciale di Frosinone pende a centrodestra, mentre il presidente Antonio Pompeo è del Partito Democratico. Le urne hanno rivoluzionato l’aula. Il Pd scende da 6 a 4 seggi. Forza Italia passa da 4 a 1 e mezzo. Confermati i civici Gianluca Quadrini e Luigi Vacana. Entra la Lega con 2 consiglieri salutati da una capocciata del coordinatore cittadino Mimmo Fagiolo sui denti del consigliere di Alatri Gianluca Borrelli. Soprattutto, il voto conferma che Alfredo Pallone è politicamente immortale: ancora una volta elegge un consigliere che potrebbe essere strategico.

Il nuovo Pd

Il Partito Democratico elegge Germano Caperna, Alessandra Sardellitti, Massimiliano Quadrini, Vincenzo Savo. Scritto così significa niente.

Quei quattro consiglieri stanno ad indicare che nel Pd ci sono ufficialmente due anime: quella maggioritaria di Francesco De Angelis e Mauro Buschini chiamata Pensare Democratico. E quella del presidente della Provincia Antonio Pompeo. Si erano già contati alle Primarie con cui entrambi hanno sostenuto Zingaretti. Lo hanno fatto di nuovo. Ma il voto ponderato ha premiato Pompeo. Hanno eletto due consiglieri per parte. De Angelis & Buschini hanno piazzato Vincenzo Savo (Frosinone) e Massimiliano Quadrini (Isola del Liri). Invece Pompeo conferma in aula Germano Caperna e piazza Alessandra Sardellitti, l’eretica consigliera di Frosinone.

I due consiglieri mancanti non sono un dramma. Uno era Massimiliano Mignanelli, eletto con i voti di cassino che questa volta sono mancati. L’altro era entrato con i resti.

Manca all’appello il segretario provinciale Domenico Alfieri. Il Partito gli aveva chiesto una candidatura di Servizio, fino allo spoglio del penultimo Comune era dentro: poi sono arrivati i numeri di Frosinone città ed è rimasto fuori per un pelo. Uno di numero.

Fuori per un voto su 8.000

Il segretario provinciale del Pd è fuori per 1 voto su 8mila. Gli è mancato il consenso di Giulio Conti, consigliere comunale di Ceccano, venuto a votare in ambulanza domenica pomeriggio. Colpa di una frattura del bacino. Non è voluto mancare: ha chiamato la Misericordia di Monte San Giovanni Campano, si è fatto accompagnare al palazzo della Provincia. Ed ha votato. Sostenendo Alessandra Sardellitti, giurano i bene informati.

Il voto di Conti vale, con lo schema del voto ponderato 230 voti. Alfieri ne ha presi 3.715. Se avesse avuto anche il sostegno del consigliere Conti sarebbe salito a 3.945. Invece Alessandra Sardellitti è stata eletta con 4.174 voti: se non avesse avuto i 230 di Conti si sarebbe fermata a 3.944. Un voto in meno di Domenico Alfieri.

Lega senza leghisti

La Lega elegge in Consiglio Provinciale Andrea Campioni e Igino Guglielmi. Il primo è l’uomo sul quale ha puntato la fiche Nicola Ottaviani, che è di Movimento Italia e forse della Lega. Il secondo è l’uomo eletto dal Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli e Antonio Scaccia. Che non è la Lega.

La candidata leghista Sara Bruni è arrivata solo terza. Quando il consigliere comunale leghista di Alatri Gianluca Borrelli si è avvicinato al coordinatore di Frosinone per complimentarsi delle due elezioni, Mimmo Fagiolo gli ha assestato una capocciata tra i denti, gridando: “Sei una merda! Hai scommesso sul cavallo sbagliato. Ti vengo a cercare a casa. E ti caccio dal Partito“.

Fondamentale è stata le convergenza dei voti di Angelo Costantini su Andrea Campioni: all’ultimo momento, capito che il terzo seggio non sarebbe scattato, i sostenitori di Costantini (vice sindaco di Morolo) hanno puntato su Campioni in modo da essere sicuri che Fagiolo e Carmine Tucci non eleggessero nessuno.

Due seggi nella lista della Lega. E nessun leghista.

Fratelli di Massimo

L’alleanza tra Forza Italia e Fratelli d’Italia è stata micidiale. Ha messo all’angolo la Lega.

Chi ha eletto chi. Innanzitutto entrano in Provincia Daniele Maura, Stefania Furtivo e Gioacchino Ferdinandi. Un consigliere di Fratelli d’Italia, uno di Forza Italia, uno Forza Stefania.

Fratelli d’Italia concentra il voto sul consigliere comunale di Giuliano di Roma Daniele Maura. È l’uomo di fiducia del senatore Massimo Ruspandini. Solo quarto l’uomo sul quale aveva scommesso Gabriele Picano: Sergio Iannetta (Belmonte Castello) non è stato eletto, paradossalmente perché gli sono mancati proprio i voti di Picano: Cassino è sciolta ed i voti portati sono solo quelli di Iannetta e quelli dell’area. Ma non di Cassino.

L’analisi del voto autorizza a pensare che il consigliere FdI di Frosinone Marco Ferrara non abbia sostenuto la lista ma abbia sostenuto Campioni. Legittimo pensare an che che a Frosinone uno solo abbia votato Forza Italia. Che gli altri due voti mancanti all’appello siano quelli di Riccardo Masecchia (ha votato Igino Guglielmi) e Adriano Piacentini (suo il voto in più preso da Campioni, indicato dal suo fraterno amico Nicola Ottaviani).

Forza Mario e Forza Stefania

Venerdì, quando Mario Abbruzzese ha ripassato i conti, ha capito che doveva concentrare le forze su Gioacchino Ferdinandi, sindaco di Piedimonte San Germano.

Lo ha eletto, rintuzzando tutto il fronte. Pronto ad eleggere anche un altro nome. Ma ha dovuto fare i conti con l’imprevisto rappresentato da Stefania Furtivo, consigliere comunale di Pofi e candidato ibrido appoggiato da entrambi i Partiti.

L’hanno votata in blocco i Consiglieri del sul comune, dove il sindaco Tommaso Ciccone è il coordinatore provinciale di Forza Italia. Poi venerdì è arrivata da Roma la benedizione di Fabio Rampelli, potentissimo vice presidente della Camera dei Deputati. Ha chiesto il sostegno ad Antonello Iannarilli, Alessandro Foglietta, Alessia Savo e l’area di Antonio Salvati.

È entrata. Abbruzzese lo aveva previsto in anticipo ed ha blindato l’area di sicurezza. Ha fatto bene: tre voti per il suo Gioacchino Ferdinandi (da 120 voti ognuno) sono stati annullati: ha rischiato l’elezione.

Reset e l’effetto Mosticone

Si mordono i gomiti in tanti: tutti quelli che hanno escluso dalle loro liste il consigliere comunale di Sora Alessandro Mosticone, civico della lista Reset. Ma appoggiato da quasi tutta la maggioranza del suo Comune.

Chiunque lo avesse schierato, avrebbe fatto scattare il secondo seggio. La paura di non essere eletti e di centrare il quorum solo per Mosticone ha lasciato a metà strada in molti.

A cominciare da se stesso. Che è la cagione del proprio male: se nessuno lo ha voluto, un motivo deve esserci.

La solitudine dei numeri primi

Le civiche determineranno il cammino dell’amministrazione provinciale di Antonio Pompeo. Se in maniera lineare o sbilenca. L’ex capogruppo di Forza Italia Gianluca Quadrini consuma la sua vendetta: toglie un seggio a Forza Italia e dimostra che i voti erano suoi e non del Partito. Rientra in Provincia aumentando addirittura i consensi rispetto al passato. Nonostante Arce sia andata in crisi e non abbia votato: lì aveva un candidato e almeno 7 grandi elettori.

Il presidente d’Aula Luigi Vacana ha rischiato a lungo di centrare il secondo seggio. Ha conquistato la fiducia del Consigliere Christian Bellincampi (Movimento 5 Stelle) di Frosinone che è andato a sostenerlo. E Vacana si è impegnato a portare in aula le istanze pentastellate di Bellincampi.

Rispetto a due anni fa Vacana passa da 2.951 voti a 7.071 quasi doppiando tutti i candidati Pd.

Immortale Pallone

Alfredo Pallone è politicamente immortale. È l’unica volpe che non è finita in pellicceria. L’uomo capace di attraversare la prima e la seconda Repubblica, senza alcuna difficoltà. Inossidabile, inattaccabile, irraggiungibile: ha presentato a sorpresa una lista che tutti pensavano fosse solo un dovere di rappresentanza.

Invece ha eletto Gianluigi Ferretti di Anagni. Dando una legnata sui denti della Lega. perché, tolta Frosinone, la lista di Pallone è più in alto del Carroccio.

Decisivo il ruolo dei civici Anagnini di Mimmo Beccidelli: hanno eletto, da soli, un consigliere provinciale. Il sindaco Daniele Natalia, con tutta l’amministrazione, un consigliere provinciale non lo ha piazzato. Immortale Pallone.