Come si leggono i numeri del Bilancio. Ed il nuovo appello per riunire il centrodestra

A Terracina lo strumento economico del team Tintari diventa prova generale per le amministrative. Ma solo fino ad un certo punto. Cosa dicono i numeri. Con le ombre incombenti dei 'grandi padri' pontini Procaccini e Zicchieri. Cosa c'è dietro il nuovo invito all'unità

I numeri hanno la testa dura ma vanno interpretati. Soprattutto in politica. Perché spiegano e definiscono scenari che stanno ben nascosti dietro le cifre. Come vanno letti allora i 13 voti favorevoli, i 7 contrari ed i 2 astenuti che hanno caratterizzato nelle ore scorse il temuto il consiglio comunale di Terracina, convocato per l’approvazione del bilancio consuntivo 2019?

Qualche preoccupazione era affiorata dopo le dimissioni di Luca Caringi dal duplice incarico di assessore ai Lavori Pubblici e di coordinatore comunale di Fratelli d’Italia. Si temeva un golpe estivo all’ombra di Monte Giove: perché Caringi è stato un pezzo importante dell’amministrazione guidata per anni dall’enfant prodige di FdI Nicola Procaccini, uscito per diventare parlamentare a Bruxelles. La sua uscita è propedeutica ad una candidatura a sindaco con la quale spaccare proprio il suo fronte con l’appoggio di Lega e Forza Italia, intenzionate a ridimensionare lo zoccolo duro di Procaccini. (leggi qui Lega-FdI, scontro frontale. E Sciscione annuncia il suo 4 luglio).

C’era il timore di un nein ai conti che avrebbe fatto cadere o comunque creato non poco imbarazzo all’amministrazione uscente. Poco conta che si andrà alle urne il 20 e 21 settembre per eleggere il nuovo sindaco.

L’asse Fdi-civiche regge

IL SINDACO ROBERTA TINTARI

I numeri (e la politica) ieri hanno sventato questo rischio nelle fasi iniziali. Il consuntivo è passato con 13 voti dell’iper blindata maggioranza Fratelli d’Italia-liste civiche.

Ma il segnale va cercato nelle assenze. Perché il Bilancio è passato anche grazie alle assenze di chi – Augusto Vasile di Forza Italia ed il neo leghista (ex azzurro) Gianluca Corradini – il rendiconto avrebbero dovuto osteggiare.

Sette dovevano essere e sette sono stati i voti contrari (della Lega e della lista Sciscione). Sono quelli di Annamaria Speranza, Gianfranco Sciscione, Valentino Giuliani, Domenico Villani, Massimiliano Tocci, Andrea Lauretti e Fulvia Pisa.

Tuttavia sono state le astensioni a far tirare un sospiro di sollievo al sindaco facente funzioni Roberta Tintari. Quelle “per coerenza” dell’ex esponente di maggioranza Andrea Bennato e dell’ex capogruppo del Pd Valentina Berti. Quest’ultima da giorni ha ufficializzato la sua corsa nella coalizione FdI + Civiche che propone quale candidato a sindaco la 51enne Roberta Tintari come erede naturale di Nicola Procaccini.

Politica e responsabilità

Terracina il Consiglio Comunale

Il segnale politico nel voto per il Bilancio di Terracina può essere individuato fino ad un certo punto. Assenze e responsabilità vanno collocate non tanto e non solo nello scacchiere che si sta predisponendo in vista delle elezioni. Perché c’è una variabile fondamentale ad imporre un altro punto di vista: il Bilancio è un passaggio fondamentale per liberare le risorse con cui sostenere quella parte di cittadini messa in ginocchio dall’emergenza Covid-19.

A giorni in agenda c’è anche il Previsionale 2020 dopodiché la consiliatura allungata dal Covid potrà dirsi terminata.

Non di meno però una chiave politica nel Bilancio c’è. Non sono soltanto numeri sistemati per gestire una situazione di emergenza. Il sindaco reggente Roberta Tindari lo mette in evidenza. Queste cifre sono la sintesi di un progetto politico portato avanti per anni da Nicola Procaccini con la sua amministrazione, osteggiata dalla Lega, appoggiata da Civici anche se provenienti dal centrosinistra.

«Dopo quello dell’uscita dal dissesto, quello di quest’anno è il bilancio più importante. Lo è perché è quello finale dell’intera consiliatura e fa registrare, per il secondo anno consecutivo, notevoli cifre di avanzo libero e avanzo vincolato. Sono importi che verranno utilizzati subito con l’approvazione del Bilancio Previsionale prevista tra pochi giorni».

Il test che Zicchieri non può perdere

Francesco Zicchieri © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Quelle di Terracina sono elezioni che avranno ripercussioni negli assetti interni dei Partiti del Centrodestra.

Perché Nicola procaccini non è uno qualunque all’interno di Fratelli d’Italia: è stato portavoce di Giorgia Meloni quando la leader era Ministro e pure quando era vice presidente della Camera.

Allo stesso tempo il deputato Francesco Zicchieri è una delle giovani leve sulle quali la Lega fa molto affidamento. È un dato di fatto che con il suo arrivo ai vertici regionali in tandem con Claudio Durigon, la Lega abbia trovato nel Lazio quella stabilità che mai prima aveva avuto.

Nessuno dei due protagonisti può permettersi di perdere. Cinque anni fa Procaccini e Zicchieri sedevano sullo stesso lato del Consiglio Comunale di Terracina: ora uno è a Bruxelles e l’altro a Montecitorio. ma il dialogo è saltato.

Francesco Zicchieri è consapevole che la sfida ad un’amministrazione uscente sia un’impresa e non una scampagnata in cui l’unico nemico è il caldo. E proprio per questo non vuole in mano cerini accesi: non vuole che possa pensarsi sia sua la responsabilità di un mancato accordo con FdI.

Nuovi segnali

Francesco Zicchieri e Nicola Procaccini

Nelle ore scorse ha rilasciato una dichiarazione alle agenzie di stampa. Lo ha fatto per respingere l’accusa di essere lui la causa della mancata ricomposizione del centrodestra terracinese per via delle annose incomprensioni con Procaccini.

Per Zicchieri questa è una favola metropolitana e, rilanciando, porge di nuovo  il ramoscello d’ulivo. Come? Condividendo l’appello del dimissionario Caringi all’unità del centrodestra in vista delle prossime elezioni comunali.

«Siamo certamente davanti ad un fatto politico nuovo. Il richiamo all’unità, da parte di un esponente autorevole di FdI a Terracina fino a poco tempo fa membro dell’amministrazione comunale, non puo’ essere sottovalutato. Merita invece di essere ripreso e sottoposto a verifica».

Zicchieri per primo sa che il voto amministrativo nella sua città è determinante non tanto per il suo futuro politico ma per la sua immagine interna alla Lega si.

«Spero che si possa al più presto rivedere per cercare di uscire dall’attuale fase di stallo. Questo per gettare le basi per un’alleanza vincente in vista del voto comunale. Occorre farlo in maniera decisa, possibilmente individuando personalità chiaramente collocate all’interno del centrodestra. E disinnescando le mine vaganti presenti nella coalizione. Il candidato sindaco deve essere espressione chiara di centrodestra».

Insomma, a Zicchieri la scelta della Tintari non scende proprio giù.