Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Prevenire il tumore? Di più. Si può prevedere. Con la mappa genetica. E si può calibrare al millimetro la cura con la genomica. Senza dover più andare all'Istituto dei Tumori
Lo dicono le statistiche: invece di avere un’aspettativa di vita intorno ai 60 anni, com’era all’inizio del secolo scorso, oggi grazie alle condizioni igieniche ed all’alimentazione abbiamo una vita media intorno agli 80; anche per questo c’è un aumento esponenziale dei tumori. Non è perché le coso vadano peggio: è statistica. Semplicemente, prima non ci arrivavamo a svilupparli.
La ricerca ha fatto tantissimo. Immaginate quante vite hanno salvato le campagne di screening per intercettarli in fase precoce. Le Asl oggi mandano i kit gratis a casa delle persone a rischio: ricerca del sangue occulto nelle feci, invito alla mammografia o alla visita urologica. (Parentesi per i lettori maschietti: per morire di tumore alla prostata oggi bisogna impegnarsi; se si scopre subito non si deve fare nulla ma solo controllarlo, in fase intermedia c’è una semplicissima terapia, in fase avanzata c’è l’intervento. Quindi, dopo i Cinquanta andiamo dall’urologo. Chiusa parentesi).
Immaginate di poterlo scoprire prima. Prima ancora. Prima che sia precoce. Prima ancora che si manifesti. Semplicemente: leggendo la nostra mappa genetica. In pratica, se abbiamo un gene modificato significa che siamo predisposti; se in famiglia qualcuno quel tumore lo ha anche avuto, allora dobbiamo intervenire. E possiamo addormentarlo, prima che si sviluppi.
Oltre alla genetica c’è la genomica: per le persone che hanno già la malattia basta prendere un campione e viene creata una terapia su misura. A differenza di 20 o 10 anni fa, uccide solo le cellule malate e lascia quelle sane.
Non è fantascienza. Si fa a Sora. Nel reparto Oncologia dell’ospedale. Asl, sanità pubblica, quella pagata con i soldi delle nostre tasse. Pagando solo il ticket.
E non c’è bisogno di aggiungere altro.