Commissioni, si apre la partita: chi va dove (di C. Trento)

Le possibili “caselle” dei parlamentari della provincia, all'interno delle varie Commissioni sia alla Camera che al Senato. Ma per le presidenze, come per i sottosegretariati, le porte sono chiuse

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Archiviata la partita dei sottosegretari e dei viceministri, si è aperta ora quella delle presidenze delle commissioni parlamentari. Un passaggio fondamentale per sbloccare definitivamente l’attività di Camera e Senato.

Rispetto alla legislatura precedente, un vero e propri crollo delle proposte di legge presentate dai parlamentari: 1.180, quasi la metà delle 1.986 presentate nei primi 90 giorni della passata esperienza parlamentare.

Il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha fissato per lunedì prossimo alle 20 il termine ultimo per la designazione dei componenti delle commissioni da parte dei gruppi. Un’idea di massima da parte dei singoli parlamentari c’è, ma bisognerà vedere spostamenti e limature a seconda dell’ importanza delle commissioni e degli equilibri tra maggioranza e opposizione.

 

I parlamentari locali

Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle, il deputato Luca Frusone dovrebbe essere confermato alla commissione Difesa. Ricordiamo che Frusone è stato in corsa fino all’ ultimo per una nomina a sottosegretario, proprio alla Difesa.

Ilaria Fontana, deputata pentastellata, potrebbe essere indicata alla commissione Ambiente, mentre Enrica Segneri dovrebbe andare al Lavoro.

Sul versante della Lega, il deputato Francesco Zicchieri probabilmente preferirebbe la designazione alla commissione Difesa. Mentre Francesca Gerardi ha già espresso la volontà di poter far parte della commissione Finanze.

Restando al Carroccio, il senatore Gianfranco Rufa potrebbe essere indicato per la commissione Cultura. Da definire invece la scelta del senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’ Italia). Va pure aggiunto che bisognerà vedere come verrà considerato il partito di Giorgia Meloni nello scacchiere iniziale. Se forza di maggioranza (si è astenuto sulla fiducia al governo Conte) o di opposizione.

La prassi parlamentare prevede l’ attribuzione alle minoranze delle presidenze di due commissioni strategiche: Copasir e Vigilanza Rai.

 

La partita delle presidenze

Quasi impossibile che i parlamentari locali possano essere tenuti in considerazione per le presidenze delle commissioni. I nomi che circolano sono tali che lasciano pochi spazi. Per la guida della commissione Bilancio al Senato, le indiscrezioni danno in pole position il pentastellato Daniele Pesco, mentre alla Camera l’ indicazione dovrebbe essere quella di Claudio Borghi (Lega).

La logica è quella dell’ alternanza fra i due partiti di governo: Carroccio e Movimento Cinque Stelle. In questo solco la presidenza della commissione Finanze della Camera potrebbe andare alla deputata dei Cinque Stelle Carla Ruocco, mentre il leghista Alberto Bagnai potrebbe diventare il presidente della commissione “gemella” a Palazzo Madama.

Per la presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato, il candidato dei Cinque Stelle dovrebbe essere il senatore Gianluca Perilli. Tra le presidenze più prestigiose c’è quella della commissione bicamerale Antimafia. I Cinque Stelle ci puntano molto e i nomi in prima fila sono due: Mario Giarrusso e Nicola Morra.

Dicevamo delle commissioni Vigilanza Rai e Copasir, ambitissime da tutti: Fratelli d’ Italia, Forza Italia, Partito Democratico. Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, il discorso è sempre lo stesso: fuori da diciassette anni dalla squadra dei sottosegretari (l’ultimo fu Gianfranco Schietroma nel 2001), nessun viceministro, quasi sicuramente nessuna presidenza di commissione.

È vero che il trend globale della politica italiana tende a marginalizzare sempre più le province nel quadro globale degli incarichi che contano. Ma è anche vero che altri territori, tra i quali Latina, “pesano” sempre e comunque di più della Ciociaria.

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