Comunità energetiche: la Ciociaria vuole essere della partita

Le energy community sono la risposta agli obiettivi di sostenibilità energetica. La transizione non è più rimandabile. In alcune nazioni europee sono una realtà ormai consolidata, mentre in Italia muovono oggi i primi passi. La Ciociaria vuole fare la sua parte. E Cna Frosinone lancia il progetto "Energia Condivisa"

Alessio Brocco

In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo

La Danimarca ha fatto da apripista e, a partire dagli anni Settanta, ha saputo anticipare i tempi sull’energia rinnovabile condivisa. Crescendo di anno in anno. Oggi il suo tasso di capacità energetica da fonti di energia rinnovabile è uno dei più alti del Mondo e molti cittadini hanno preso il ruolo di prosumers all’interno delle Comunità Energetiche.Cosa vuol dire prosumers? Vuol dire che non sono più soltanto passivi consumatori, ma partecipano in maniera attiva alle diverse fasi del processo produttivo.

Lo fanno, come detto, attraverso le Comunità Energetiche. Ovvero, per dirla semplicemente, un insieme di persone che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari.

Foto: Gustavo Fring / Pexels

La Germania, invece, ha puntato dai primi anni Novanta su progetti di energia solare di proprietà comunitaria per arrivare, nel 2014, al 50% di produzione fotovoltaica di proprietà delle community. Oggi lì le Comunità energetiche sono più di 1.500.

E l’Italia? La recente conversione in legge del decreto Milleproroghe ha dato il via libera alla formazione delle Comunità energetiche rinnovabili. Ne sono nate in breve tempo una dozzina. Soprattutto nel Settentrione. Seppur in ritardo anche il Belpaese è sceso in campo.

Il ruolo fondamentale dei Comuni

L’inversione di marcia deve partire proprio da una nuova concezione di città e di approvvigionamento dell’energia. Far muovere le città oggi, riscaldare e raffreddare le nostre abitazioni, far funzionare un intero quartiere contribuisce in maniera importante al livello generale di inquinamento. Da questa semplicistica base di partenza si evince, dunque, la necessità di un ruolo attivo da parte di Comuni ed Enti territoriali chiamati a sfruttare la possibilità di condividere l’energia prodotta. Più facile a dirsi che a farsi. Ma gli esempi positivi esistono e il tentativo va fatto. Anche in Ciociaria.

Da questi presupposti Cna Frosinone, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, ha lanciato il Progetto Energia Condivisa. La prima tappa, per favorire una prima conoscenza presso gli Enti Locali, è rappresentata da un webinar destinato esclusivamente agli amministratori e funzionari dei Comuni della provincia di Frosinone. Si svolgerà il 24 giugno.

“I Comuni della provincia di Frosinone – ha affermato Loreto Pantano, presidente Cna Frosinone –  giocheranno un ruolo fondamentale. Anzi, senza di loro resteremo al palo e questo non ce lo possiamo permettere. Ogni Comune, piccolo o grande che sia, può e deve fare molto sia per diffondere la conoscenza dei valori legati alla sostenibilità che per la concreta attivazione di Comunità energetiche rinnovabili e Gruppi di autoconsumo. Sarà un beneficio collettivo in termini ambientali, sociali ed economici”.

Il Progetto Energia Condivisa

L’idea Progetto Energia Condivisa, come spiegano da Cna, nasce dalla constatazione “della scarsa conoscenza delle importanti novità ed opportunità connesse alla nascita di Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e Gruppi di autoconsumo”. Fattori che hanno spinto la Confederazione a farsi parte attiva per promuovere la conoscenza di normative e opportunità. In partnership con Pangea.

“Le Cer e i Gruppi di Autoconsumo – spiega Pantano – sono due assolute novità nel panorama normativo italiano, ma non altrove perché in Europa tali realtà, già consolidate, rappresentano per i cittadini momenti di partecipazione consapevole alla vita della comunità locale e al contempo una fonte di risparmio economico. Basti pensare che in Germania sono attualmente attive circa 1.700 Comunità Energetiche. Noi siamo in ritardo ed è per questo che Cna vuole fare la sua parte. Sia a livello nazionale, grazie alla collaborazione a tutti i livelli con il gestore dei servizi energetici per la fase sperimentale e per la divulgazione della normativa, quanto a livello territoriale”.

Cosa propone nella sostanza il progetto per favorire l’avvio di Comunità energetiche? Pantano spiega che “tramite Pangea, Cna Frosinone offre incontri con amministratori pubblici, stakeholders e cittadinanza, simulazioni economiche, consulenza sugli aiuti finanziari esistenti, predisposizione di atti amministrativi per la costituzione di Comunità Energetiche, incluse facsimili di verbali di Delibere di Giunta ed in ultimo anche la modulistica per manifestazione di interesse all’adesione da parte di cittadini ed imprese”.

Comunità energetiche e il fattore economico

Foto: Pok Rie / Pexels

Risparmio energetico e miglioramento dell’ambiente rappresentano i fattori chiave della svolta sostenibile. Ed è alla base della Comunità energetica. Ma per Pantano i vantaggi sono molteplici.

“Parliamo di contrasto alla povertà energetica, di possibilità di incrementare l’occupazione e non possiamo dimenticare il risparmio economico per coloro che aderiscono. Ad esempio, sotto questo punto di vista, va ricordata la tariffa incentivante per la remunerazione ventennale dell’energia prodotta e condivisa internamente dagli impianti delle Comunità: 100 euro per MW/h nel caso in cui l’impianto di produzione faccia parte di un Gruppo di Autoconsumo e 110 euro per MW/h nel caso in cui l’impianto faccia parte di una Comunità Energetica Rinnovabile, cui si sommano i rimborsi dei cosiddetti Costi di rete e, per l’energia eventualmente ceduta alla rete, la sua valorizzazione”.

“La concreta realizzazione di tali aggregazioni – conclude il presidente Cna Frosinone – non è semplice e per evitare errori ed improvvisazioni è prevista una figura di supporto sia tecnico che normativo: l’Energy Community Developer”. (leggi anche Le Comunità Energetiche dei giallorossi Buschini e Lombardi).

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