Comunque fosse andata avrebbe vinto Acea

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Un giorno, magari quando si dovranno decidere le candidature alla Camera, al Senato e alla Regione, saranno chiare le ragioni che hanno spinto il Pd sulle orme di Cronos, il Dio che divorava i suoi figli.

Perché durante la seduta riguardante le tariffe dell’acqua il Pd ha davvero “sbranato” politicamente i suoi esponenti di punta. Prima bocciando un ordine del giorno del sindaco di Alatri Giuseppe Morini, l’amministratore più importante sul territorio considerando che Frosinone, Cassino e Sora sono guidate dal centrodestra, con due sindaci di Forza Italia (Nicola Ottaviani e Carlo Maria D’Alessandro) e uno, Roberto De Donatis, non ascrivibile a nessun partito anche se è vicino al Psi di Gianfranco Schietroma.

Fatto sta che la proposta di Morini è stata impallinata dai “cecchini” in servizio permanente effettivo.

Ma ad essere stata fatta a pezzi è stata la proposta della Sto, l’organismo tecnico che supporta l’Ambito Territoriale Ottimale che fa capo al presidente della Provincia Antonio Pompeo, un “mostro sacro” del Pd.


Altro che Nanni Moretti!


Forza Italia è stata compatta, ma qualcuno si chiede se a quel punto si poteva cercare il “ribaltone” finale approvando la proposta del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Forse se si fosse elaborata una strategia prima, sì. Cercando di mantenere tutti in aula, fino alla fine. Il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro ha ribadito nel corso dell’assemblea, le ragioni della contrapposizione con Acea per la questione degli impianti. Chiedendo poi ai sindaci di uscire dall’Ato e dare vita ad una società pubblica. Non era il caso che il segretario provinciale Pasquale Ciacciarelli provasse a determinare un accordo tra Ottaviani e D’Alessandro, per poi coinvolgere anche il sindaco di Sora Roberto De Donatis? Forse Mario Abbruzzese lo avrebbe fatto.


In ogni caso le proposte bocciate probabilmente non avrebbero retto ai ricorsi di Acea. Le indicazioni erano tre:
– sospensione degli aumenti (Roberto Caligiore-Rocco Pantanella),
– tariffa ferma al 2015, conguaglio da stabilire in un secondo momento e invariabilità degli investimenti (Nicola Ottaviani-Giuseppe Sacco),
– tariffa proporzionata alla percentuale di realizzazione degli investimenti da parte di Acea (Giuseppe Morini).


Ma l’aumento dell’8% ad anno dal 2016 al 2019 non è un capriccio di Acea, bensì una decisione dell’Autorità per l’Energia, il gas e il sistema idrico. Il termine ultimo del 29 luglio non è derogabile. Scendere sotto i livelli del minimo garantito comporta la conseguenza che il gestore, oltre ad impugnare il provvedimento, non è tenuto a garantire gli investimenti concordati. Inoltre, in quel modo la tariffa poteva essere riconosciuta non congrua.


Si è fatto riferimento all’operato del sindaco di Roma Virginia Raggi, che ha bloccato gli aumenti tariffari sull’acqua per i residenti della Capitale. A parte il fatto che il Comune di Roma è l’azionista di maggioranza, la Raggi ha preparato la delibera nel dettaglio, mentre in provincia di Frosinone non c’era uno straccio di strategia condivisa. Soltanto veti ispirati alla logica del “primo distruggere l’avversario e soprattutto l’alleato”.

Ma di cosa stiamo parlando?