I sogni dei ragazzi che viaggiano sulle note

Foto: © Stefano Strani

Il concerto dell’Orchestra Sinfonica del Liceo Musicale “Bragaglia” con alcuni studenti del Conservatorio “Licinio Refice”. Non è stato solo un saggio. Ma la vittoria di una generazione capace ancora di sognare

Elisa Ferazzoli

Giornalista in fase di definizione

La mia vittoria più grande è essere riuscito a portarvi su questo palcoscenico hic et nunc. Qui e ora.” Nell’Auditorium Daniele Paris del Conservatorio “Licinio Refice di Frosinone, tra l’erba alta e i grigi piloni di cemento di una struttura resa ancora più triste dall’incuria del tempo, tra i colori sbiaditi di una provincia che abitua i propri giovani all’assenza di sogni, alla mediocrità, c’era un palco con 80 ragazzi.

C’era l’immagine viva di come dovrebbe essere la vita a vent’anni o poco meno. Sogni, fatica, adrenalina ed un abito elegante. Ognuno con il proprio strumento musicale. Ognuno con i propri accordi. Sospesi fra la paura di sbagliare e l’obiettivo di voler essere perfetti.

Si spengono le luci, l’oboe dà il La che viene preso dal violino spalla e fatto passare per tutta l’orchestra. L’Orchestra Sinfonica è quella del Liceo Musicale “Bragaglia che si esibisce insieme con alcuni studenti del Conservatorio “Licinio Refice”.

La sala, eccezionalmente troppo piccola per far star seduti tutti i presenti, ammutolisce.

Entra il direttore d’orchestra. La bacchetta del Maestro – e insegnante del Liceo Musicale Bragaglia –  Marco Attura inizia a volteggiare. L’esecuzione delle sette colonne sonore di Robin Hood, Titanic, Star Wars “Epic Part II”, I pirati dei Caraibi “The curse of the Black Pearl”, Il Signore degli anelli, Il Gladiatore, I pirati dei Caraibi “At World’s end” è accompagnata dalle immagini dei rispettivi film che scorrono sulla parete alle spalle dell’orchestra.

In un’atmosfera sospesa. In un tempo apparso troppo breve tanto è forte l’incanto.

L’esecuzione dell’“Epic Concert” è magistrale. Eleganti, sicuri, concentrati. Potenti e bellissimi come può essere solo chi non si è fermato ad aspettare un sogno ma lo ha inseguito, preteso e realizzato. Quando la musica finisce, arrivano i sorrisi, arrivano le parole che il Maestro Attura affida ad un foglio e alla voce di Stefano Bellu, tenore e rappresentante degli studenti del Conservatorio.

“Non sono mai stato un insegnante per loro ma un educatore. I libri insegnano, gli educatori ti prendono per mano e ti accompagnano ovunque fino agli angoli più remoti e bui del pianeta; ti sorreggono quando stai per cadere e ti spronano per trovare la forza di andare avanti ed abbattere gli ostacoli. I muri non si varcano, si distruggono.”

Ed è vero. Perché in quello spazio temporale, quei muri esterni di cemento e tutta quell’erba alta nessuno li ricordava più. C’erano solo note, emozione e magia. C’erano “80 giovani con la volontà di migliorarsi di prendere sempre più coscienza di ciò che sono realmente e di ciò che desiderano.”

C’era una bacchetta “magica” di un direttore d’orchestra con la voglia di distruggere quei muri. C’era l’impegno di mesi da parte dei docenti, dei ragazzi e di chi lavora affinché la scuola non sia solo un passaggio obbligato ma un trampolino di lancio verso un futuro fatto di progetti e desideri.

C’era una serata d’eccezione che dovrebbe invece costituire la regola – un’eccezione che verrà replicata il 16 luglio a Ferentino all’interno della manifestazione musicale “Fiati in concerto” – un modus operandi sul quale investire risorse economiche per spezzare “quella dislocazione e quell’anestesia delle coscienze che da qualche tempo si opera e che chissà quando finiremo di scontare.”

Perché “Loro – i ragazzi –  meritano altro.”  Meritano l’opportunità di lavorare sodo per ciò che amano e l’orgoglio di sentirsi fieri di esserci riusciti. Meritano di sentir scorrere l’adrenalina e la gratificazione di ricevere applausi. Meritano l’emozione di sorridere così. Meritano di credere che questo per loro sia solo l’inizio.