Noi cresciamo mentre gli altri calano: l’ottimismo di D’Amico

Sistemato il congresso nazionale e definite una serie di priorità nel Nord d’Italia. Ora il presidente di Confimpreseitalia Guido D’Amico è rientrato nello studio di Roma. Ed ha trovato ad aspettarlo le cifre presentate durante le Giornata dell’Economia.

Alessioporcu.it – Presidente i numeri non hanno anima, spesso danno un’idea parziale della realtà. In questo caso?
Guido D’Amico – In questo caso i numeri hanno la testa dura, è dai numeri che si deve partire per capire la situazione economica della provincia di Frosinone.

Cosa legge in quelle cifre il presidente di Confimpreseitalia?
Legge che dal 2011 al 2015 sono aumentate le imprese registrate presso la Camera di Commercio di Frosinone. Passando dalle 46.525 del 2011 alle 46.801 del 2015.

Parliamo di 275 imprese in più in quattro anni, meno di 70 imprese l’anno, circa sei al mese: perché lo considera un dato importante?
Le cifre bisogna saperle leggere. Il parametro sulle imprese registrate è particolarmente significativo. Siamo cresciuti mentre a livello nazionale c’era il calo: da 6.110.074 a 6.057.645. Se si considera questo dato allora emerge il vero valore della crescita del numero di imprese nel Lazio. E la crescita, in particolare, è stata nelle province di Roma e di Frosinone. Mentre risultano in diminuzione i dati delle province di Latina, Viterbo e Rieti. Ora quei numeri assumono un significato: un’anima, come dice lei.

Tante imprese non significa tanta qualità.
Vale la pena pure analizzare questo elemento. Ci sono aspetti molto particolari ma potenzialmente interessanti in provincia di Frosinone. Sono nate 29 start-up innovative. E di quieste, ben 5 sono ad alto valore tecnologico in ambito energetico. Accanto a queste, sono nate 1.248 srl semplificate al 31 dicembre 2015.

L’industria arranca.
Oserei dire meno male. Perché è il settore che deve ancora allineare il suo dato a quello nazionale. Tradotto significa che nel 2016 e 2017 l’industria crescerà, trainata dalla piena ripresa produttiva del colosso Fca. Alla luce di questo dato, assume una particolare importanza quel 12% che ha registrato il comparto dell’agricoltura. E’ un settore che per anni non ha dato segni di vita. Invece è pronto per la modernizzazione. Mi lascia ben sperare anche il 15% registrato dal comparto Costruzioni: per anni abbiamo avuto solo chiusure si imprese, nonostante la nostra manodopera sia tra le più qualificate e professionalizzate in Italia. Per questo, il 10% fatto registrare dall’industria in senso stretto non mi preoccupa. vedrete che sarà molto diverso il dato del prossimo biennio.

La crisi è superata? In’altra associazione datoriale, Federlazio, non la pensa così: la loro semestrale è piuttosto pessimista
Non possiamo e non vogliamo affermare che la crisi sia superata in provincia di Frosinone. Però è indubbio che l’aumento di imprese registrate presso la Camera di Commercio va salutato positivamente. Un segnale di speranza ma anche di concretezza, che testimonia la vitalità del territorio. E direi anche di un ente, la Camera di Commercio di Frosinone, che si delinea sempre più come un punto di riferimento.

Cominciamo ad essere interessanti, come area d’investimento?
Il nostro territorio mantiene una certa appetibilità e la controtendenza rispetto alle altre province del Lazio (Roma esclusa) è sicuramente indicativa. Non dobbiamo aver paura di essere ottimisti, con cautela naturalmente. Non dobbiamo aver paura di sottolineare che questo territorio continua in ogni caso ad esprimere eccellenze.

I sindacati hanno scoperto che non ci sono più i 500 euro per i lavoratori senza sostegni e senza ammortizzatori, previsti per le Aree di Crisi
Intanto prendiamoci l’aspetto buono: la Corte dei Conti ha vistato il decreto e siamo destinatari di benefici. C’è la proroga della cassa integrazione e della mobilità. Non ci sono i 500 euro? Preferisco tenermi i soldi per gli investimenti. E bene fanno i sindacati a sollecitare la riunione del Tavolo Provinciale per il Lavoro e lo Sviluppo. Significa creare quella nuova occupazione che invece non abbiamo visto con i mirabolanti fondi dell’Accordo di Programma.

E’ ottimista?
Si può fare.