Confindustria esce allo scoperto: l’unico che può salvare l’Italia è Mario Draghi

L’analisi del Centro Studi mette in guardia: «Una caduta del Pil del 10% nei primi due mesi». Poi Il Sole 24 Ore lancia l’ex Governatore della Bce e affossa il premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Gualtieri

La posizione di Confindustria è nota ed è stata ribadita pochissime ore fa: «Sarà enorme la perdita di Pil nella prima metà del 2020». Lo ha scritto il Centro Studi dell’associazione di categoria. Spiegando: «Una caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa. Il Covid-19 affossa il Pil poi una “risalita lenta”: ipotizzando un superamento della fase acuta dell’emergenza a fine maggio conferma la stima di un -6% per il 2020. Ma solo i prossimi mesi diranno se in queste ipotesi c’è realismo o eccessivo ottimismo. Per il 2021 è atteso un parziale recupero: un rimbalzo del +3,5%».

Gli industriali parlano di «economia italiana colpita al cuore» e mettono in guardia: «Bisogna agire immediatamente, con interventi “massivi” in una misura che oggi nessuno conosce, sia su scala nazionale che europea». Perché «le istituzioni Ue sono all’ultima chiamata per dimostrare di essere all’altezza». Prosegue l’analisi: «Solo mettendo in sicurezza i cittadini e le imprese la recessione attuale potrà non tramutarsi in una depressione economica prolungata, aumento drammatico della disoccupazione, crollo del benessere sociale. Per le imprese il costo dello stop per le imprese sta costando carissimo al’economia. Ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell’ordine di almeno lo 0,75%».

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia © Foto Canio Romaniello / Imagoeconomica

Secondo Confindustria i settori identificati come “essenziali”, per i quali è consentito proseguire l’attività dopo lo stop al sistema produttivo deciso dal Governo per l’emergenza coronavirus, generano circa il 60% del valore aggiunto e della produzione nazionali. Sono settori che danno lavoro a circa il 70% degli occupati (17,3 milioni) e coinvolgono il 44% delle imprese (circa 1,9 milioni). La conclusione del Centro studi è questa.

Ma chi può realizzare tutto questo? L’attuale Governo? No. Il Sole 24 Ore, quotidiano di riferimento dell’associazione di viale dell’Astronomia, scrive: «Lo Stato deve quindi immettere capitale nelle banche e usarle come strumenti di politica economica per creare denaro e metterlo immediatamente a disposizione di imprese e famiglie. Draghi non parla di convincere la UE a “sforare il 3%” o chiedere aiuto al Fondo “Salvastati”. È inutile perdersi in sterili polemiche su questo, tra chi vuole il MES e chi non lo vuole, tra chi vuole “più Europa” e chi – a intermittenza – non la vuole proprio. I nostri leaders politici hanno tutti perso di lucidità».

Il vice presidente nazionale di Confindustria Maurizio Stirpe

Poi il ragionamento cruciale: «L’idea di Draghi è invece molto lucida: adeguata al momento tragico del Paese che ha bisogno di “nuova IRI”. Ci sono diversi modi in cui un governo istituzionale di salvezza nazionale può ora fare deficit da tempo di guerra e controllare le banche e molti si sono chiesti come esattamente realizzare specialmente la prima cosa. Sicuramente però la persona più adatta, anzi al momento la sola per fare questa rivoluzione (perché sarebbe una rivoluzione), è Mario Draghi.

Conte e il suo ministro dell’Economia Gualtieri sono paralizzati sull’economia dopo che hanno paralizzato in casa quasi tutti gli italiani. Gualtieri, che per chi non lo ricordasse è un professore di storia contemporanea che non ha mai scritto un articolo di economia, non sembra essersi accorto che entro un paio di mesi qui ci sarà la Grande Depressione. Le opposizioni -bisogna pur dirlo – brancolano nel buio. L’unica persona che ha sia esperienza e reputazione sia idee adeguate al momento drammatico che stiamo attraversando è Mario Draghi. Tutti lo sanno, noi – che spesso lo abbiamo criticato – abbiamo avuto il coraggio di scriverlo».

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