Guerra sui Consorzi Industriali. Unindustria: ok. Ottaviani: «Un furto, noi usciamo»

Scoppia la guerra sulla fusione dei consorzi industriali del Lazio. Unindustria è a favore. Ottaviani: "Così ci scippano la possibilità di attirare investitori". Fazzone: "Zingaretti ci ripensi". le voci di una super presidenza per De Angelis

Gli industriali dicono si, il sindaco di Frosinone dice no. La proposta di fusione dei Consorzi Industriali del Lazio in un unico super consorzio regionale divide gli schieramenti. (leggi qui In cambio della strambata, a Francesco De Angelis la super presidenza dei Consorzi Industriali Uniti e leggi anche qui A chi conviene De Angelis super presidente delle aree industriali)

 

L’interesse di Unindustria

Unindustria valuta «con grande interesse l’emendamento». L’associazione degli industriali del Lazio sostiene da anni la necessitò di costituire un consorzio unico regionale, sostenuto da risorse specifiche. Soprattutto che sia orientato alle nuove esigenze delle industrie.

La sollecitazione a fondere in un unico Consorzio regionale quelli che oggi sono attivi sui singoli territori era stato inserito da Unindustria nel manifesto “Obiettivo Competitivita’” per il governo regionale presentato a febbraio di questo anno ai candidati alla presidenza della Regione.

«Confidiamo fortemente – dice Unindustria – che il nuovo consorzio unico regionale, in stretta condivisione con la Regione Lazio, e prendendo anche spunto dalle migliori esperienze presenti in Italia ed in Europa, possa intervenire con una pianificazione pluriennale sulle politiche di programmazione regionale e comunitaria».

Cosa cambia per gli imprenditori? C’è un esempio pratico che spiega tutto: su Santa Palomba hanno fatto molti investimenti ma all’improvviso sono stati inseriti vincoli paesaggistici sull’area industriale, il che ha di fatto comportato il blocco degli investimenti produttivi.

 

 

Esempio strampalato di rapporti

Sale sulle barricate Nicola Ottaviani. Il sindaco di Frosinone ha pronunciato un no fermo e irremovibile alla fusione dei Consorzi.

C’entra nulla l’ipotesi che a governare il nuovo Super Consorzio possa essere Francesco De Angelis (Pd).  Per Ottaviani è inaccettabile invece che i territori debbano cedere il loro potere di programmazione urbanistica industriale.

Tanto per fare un esempio: l’Asi di Frosinone si sta impegnando per attirare investimenti attraverso lo stabilimento ex Videocon di Anagni, ha la fibra ottica, snodi ferroviari; il Cosilam di Cassino ha realizzato depuratori ed il polo logistico rendendo interessante l’area per la permanenza di Fca. Il timore di Nicola Ottaviani è che con il trasferimento di questi poteri ad un unico presidente, il territorio cederà a Roma il potere di attirare gli investitori.

 

«L’emendamento – dice Ottaviani – appare l’ennesimo esempio strampalato del rapporto tra politica e imprese».

Nicola Ottaviani spiega che «Ogni territorio delle cinque province ha le sue peculiarità, economiche e aziendali, non sovrapponibili e identificabili, certo, con quelle della Capitale. Ipotizzare un unico consorzio industriale con sede a Roma significherebbe aumentare ulteriormente la distanza tra il centro decisionale e le aziende presenti sui nostri territori».

 

Piuttosto ce ne andiamo

Nicola Ottaviani minaccia di tirare fuori Frosinone dal capitale sociale dell’Asi.

Ricorda che i Consorzi sono società di diritto privato: le quote dell’Asi sono in mano a Comuni ed enti pubblici del posto.

«Se ci scipperanno la possibilità di decidere da soli le nostre politiche in materia di Urbanistica Industriale, piuttosto che accettare una cosa del genere ce ne andremo: anche perché cosa dovremmo restare a fare a quel punto?» conclude Ottaviani.

 

 

Forza Italia: Ripensateci

In serata è sceso in campo anche il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone. Per dire no al progetto di fusione.

Fazzone si è detto «basito dopo aver appreso che il Presidente Zingaretti avrebbe fatto presentare un emendamento al collegato, in discussione in questi giorni in Aula alla Pisana, che prevederebbe il passaggio dagli attuali cinque consorzi ad uno».

Da dove nasce la perplessità. Fazzone ritiene che la fusione non andrà a rispondere ai problemi reali delle imprese. Ma concentrerà solo i poteri decisionali a Roma, indebolendo ancora di più le province.

Ha espresso l’auspicio che «il Governatore torni sui propri passi, dato che la tematica va affrontata tramite legge ordinaria. Ci sia un confronto aperto, al fine di adottare quelle misure volte alla valorizzazione dei consorzi, rendendoli sempre piu’ competitivi».