Consorzio unico, il socio di maggioranza? La Ciociaria

Il Consorzio Industriale unico avrà un socio di maggioranza. Ecco perché Frosinone non rischia l'isolamento. Il Cosilam e la sua dote. La doppia linea del Carroccio

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

«Io credo che il Consorzio Unico vada anche potenziato. È necessario trovare tutte le risorse per alimentare gli investimenti sul nostro territorio, con un Consorzio Unico che faccia da cabina di regia». No, non l’ha detto il democrat Francesco De Angelis: presidente dell’Asi Frosinone e commissario straordinario alla costituzione della mega realtà consortile. Nemmeno l’altrettanto dem Marco Delle Cese: che presiede il Cosilam, ovvero il Consorzio per lo sviluppo industriale del Lazio Meridionale. Lo ha dichiarato il leghista Claudio Durigon: sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del Carroccio. Non coordinatosi affatto, evidentemente, con l’omologo provinciale Nicola Ottaviani. Che da sindaco di Frosinone ha messo da tempo nel mirino il Consorzio unico industriale del Lazio. E, in vista delle elezioni nel Capoluogo, è sfida aperta con il Pd provinciale anche e soprattutto in tema. (Leggi qui La sfida cruciale tra De Angelis e Ottaviani. Ma senza alleati).

Solo in mattinata, dopo l’opportuno confronto con Ottaviani, l’onorevole Durigon aggiusta il tiro: «L’opzione del Consorzio Unico – precisa in una nota della Lega provinciale – può costituire un valore aggiunto sotto il profilo delle economie di scala, ripartendo però le funzioni e i compiti tra l’organizzazione di vertice e le amministrazioni periferiche e territoriali. In altri termini, un soggetto pubblico-economico di grandi dimensioni può intercettare con maggiore facilità i finanziamenti e le opportunità europee, mentre a livello locale è opportuno che rimangano le competenze di carattere urbanistico e amministrativo, connesse all’assegnazione delle aree industriali, alle nuove localizzazioni o ai cambi di destinazione d’uso, in ragione della maggiore rapidità ed elasticità delle risposte che devono essere date al mondo delle imprese, con la tempestività di ogni singolo caso».

In altre parole: Consorzio unico ottimo per portare acqua al mulino, ma giù le mani dagli ingranaggi di province e comuni. E via d’uscita per Francesco De Angelis con Nicola Ottaviani.

Il convegno di Latina

Il convegno di Latina

In un convegno sulla riconversione dei siti dismessi, svoltosi a Latina nelle scorse ore alla videopresenza di un Durigon più che favorevole al Consorzio unico, De Angelis ha ribadito: «Invece di cinque consorzi avremo un ente attrattivo fortemente innovativo. Non sarà una semplice fusione, ma un piano strategico. Saremo in grado di gestire fondi, diventando un organismo intermedio di gestione delle risorse regionali, comunitarie e del Recovery Fund». Già: perché sarà un soggetto attuatore, che i progetti li finanzia direttamente. E solo in un anno avrà a disposizione ben venti milioni di euro da investire. Nelle aree industriali sinora gestite, oltre che da Asi e Cosilam, da Asi Latina-Roma, Cosind (Sud Pontino) e Asi Rieti.

Il carico da novanta, poi, ce lo mette Marco Delle Cese: «Continuerà il protagonismo della provincia di Frosinone, la vera macroarea votata all’industria nel Lazio». Che cozza con i timori di Nicola Ottaviani di vedere il Capoluogo ciociaro depotenziato sotto i colpi dell’Agro Pontino. Ma c’è un dato di fatto: la provincia di Frosinone sarà il socio di maggioranza del Consorzio unico. È scritto nero su bianco nel piano di accorpamento. Asi e Cosilam, il Frusinate e il Cassinate, avranno in tutto il 46% delle quote: 37% l’uno e 9% l’altro. Dipende dalle proprietà patrimoniali: la vecchia Asi poté contare anche sulla Cassa del Mezzogiorno. Mentre il giovane Cosilam, nato da una sua costola, è arrivato dopo. E vale quanto Rieti. Sud Pontino e Roma-Latina, invece, rispettivamente 26% e 19%. Ma insieme sempre meno della Ciociaria.  

Frosinone capoluogo industriale

Marco Delle Cese

Altra evidenza: Frosinone, per forza di cose, diventerà il capoluogo industriale del Lazio. E l’intero pacchetto provinciale, ovviamente, consente a De Angelis e Delle Cese di puntare ai vertici del Consorzio unico. Salvo sorprese, l’uno sarà presidente e l’altro manager delle società partecipate: come l’AeA, la Spa che è posseduta dai due consorzi provinciali e gestisce i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione.

A garantire tutti i territori sarà un complesso gioco di equilibri, capace di assicurare un’adeguata rappresentatività a tutte le attuali aree industriali ed impedendo che possa essercene una favorita a discapito delle altre.

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani non ha mai nascosto le sue perplessità. Teme invece che Frosinone possa avere un ruolo marginale nelle future scelte industriali regionali. Non la pensa così il Polo Civico, gruppo di maggioranza nella sua amministrazione: «La stella polare resta l’interesse di Frosinone». Se non fosse così, il leader Gianfranco Pizzutelli non sarebbe d’accordo. Lui che è la quota del centrodestra all’interno del Consiglio di amministrazione dell’Asi. «Pensiamo al territorio, non alle bandierine», ha già sbottato Debora Patrizi: coordinatrice cittadina del movimento civico di Pizzutelli. Che dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, nel mentre, è stato nominato presidente dell’Azienda di servizi alla persona (Asp): una fusione, quella, delle ormai ex Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab).

Aspettando si progetta

La sede del Cosilam di Cassino

Ma in vista della fusione – anzi del piano strategico – alla volta del Consorzio unico industriale del Lazio, il Cosilam continua a darsi da fare. Per presentarsi con il vestito buono all’appuntamento. In eredità non lascerà esclusivamente l’ormai avviato progetto della Green Valley. È notizia delle scorse ore il finanziamento regionale di 650 mila euro: per la creazione della prima “Smart area” del Lazio. Dove? Proprio nell’agglomerato industriale di Cassino, Piedimonte San Germano e Villa Santa Lucia. Grazie al piano d’azione presentato dal consorzio in adesione all’avviso pubblico per la concessione di agevolazioni e provvidenze per la realizzazione di aree attrezzate per insediamenti produttivi, artigianali e industriali.

È il bando lanciato sulla scia della Legge regionale 22 settembre 1978, n. 60. E aperto non solo ai consorzi, ma anche ai comuni. Non ce l’hanno fatta i partecipanti della provincia di Frosinone. C’erano in ballo oltre tre milioni di euro. Se li sono aggiudicati i consorzi Cosilam, Asi Latina-Roma e Asi Rieti ed i comuni di Colleferro, Pomezia, Segni (Roma) e Vallerano (Viterbo). San Giorgio a Liri è stata scartata per mancanza della totale copertura economica. Alatri, Morolo, Piedimonte San Germano, Supino e Villa Santa Lucia, invece, per non aver rispecchiato tutti i requisiti di ammissibilità. Almeno ci hanno provato.   

Tre linee d’azione

La fetta più grossa è spettata al Cosilam: 325 mila euro per il 2021 e altrettanti per il 2022. Come evidenziato dal presidente Delle Cese, d’altronde, «il progetto presentato dal Consorzio ha ottenuto il massimo del punteggio previsto dal bando, classificandosi al primo posto tra tutti». Tre le linee d’azione: illuminazione intelligente, digital signage (segnaletica digitale) e videosorveglianza. In pratica, verranno installati 300 apparati a Led: che, a basso costo energetico e limitato impatto ambientale, porteranno la luce anche dove non c’è mai stata. Al contempo, l’agglomerato sarà dotato di 17 pannelli videowall, pure quelli a Light emitting diode, e 61 telecamere: collegate a una centrale operativa.

«L’obiettivo è garantire sia la sicurezza urbana che la tutela ambientale», spiega Delle Cese. Perché le aree industriali, ovviamente, sono spesso oggetto di furti ai danni di aziende e autotrasportatori. Nonché di scarichi abusivi di reflui nella rete fognaria e di rifiuti nei capannoni. «E quello che realizzeremo – va avanti il presidente del Cosilam – rappresenterà di certo un forte deterrente». Quando verrà realizzato? Entro fine anno: lavori e rendicontazione alla Regione. Si può correre perché sono opere sburocratizzate: non serve alcun nulla osta, che sia del Genio Civile o della Soprintendenza.

«Nel mese di giugno verrà pubblicata la gara – preannuncia Delle Cese e contiamo di iniziare l’intervento ad agosto o al massimo verso i primi giorni di settembre in modo da terminarli entro il 2021». E, dopo la prima tranche di finanziamento, arriverà anche l’altra. Ma c’è qualcosa di fondamentale che anticiperà questi lavori: la fibra ottica. Nel giro di un paio di mesi, a partire dalla fine di maggio, verrà difatti portato a termine un altro progetto del Cosilam: la digitalizzazione, al costo di circa 850 mila euro. Anche il sistema di videosorveglianza così potrà viaggiare ultraveloce.

Più servizi digitali

La portata dell’operazione la rende ancor più chiara il leader del Cosilam: «L’area industriale del Cassinate sarà quella che offrirà il maggior numero di servizi digitali e, come prossimo passo, ragioneremo bene sui big data e sull’attrazione di aziende di tale comparto, che rappresentano il futuro». Si riferisce ai megadati: masse di informazioni tanto voluminose e veloci da richiedere le più avanzate tecnologie. E si eviterà così, in termini di riservatezza, di conservare i dati digitali in archivi esteri più o meno conosciuti o affatto noti. Il Cosilam punta a tenerseli in casa.  

Parla da sola, d’altronde, la recente inchiesta di Report “L’occhio del Dragone” sui sistemi di videosorveglianza del colosso Hikvision: attivati anche in Rai, sedi istituzionali, procure, aeroporti e luoghi pubblici e privati di tutta Italia. E comunicanti con indirizzi ip cinesi. Con tanti saluti alla protezione dei dati sensibili e al rispetto della privacy. Nel Cassinate pensano già a come non farsi più infinocchiare.  Attraverso un progetto con Unindustria: capace di garantire la segretezza sulla sua rete. Ma questa è un’altra storia.

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