L’imboscata sulla via per le Provinciali che può costare la candidatura a Di Fabio

C'è il concreto rischio di un bis della conta che si è innescata ad Alatri alle Primarie per l'elezione di Zingaretti. A farne le spese potrebbe essere la candidata alle Provinciali Tommasina Raponi. Nel caso, scatterebbe la rappresaglia.

L’imboscata è dietro l’angolo: lungo la strada per il palazzo della Provincia a Frosinone. Se scatterà, determinerà l’avvio della resa dei conti. Capace di mettere in discussione i patti validi finora all’interno del centrosinistra: sopratutto quello con cui costruire la prossima alleanza per le elezioni comunali di Alatri.

L’imboscata è quella che i consiglieri Romano Giansanti ed Elisabetta Cirillo potrebbero decidere di far scattare. Sono i componenti del Gruppo consiliare Alatri Unita, vicino politicamente alle posizioni del sindaco Giuseppe Morini e soprattutto del suo erede designato Fabio Di Fabio. Entrambi hanno come riferimento politico il presidente della Provincia Antonio Pompeo e Las sua nuova componente. In piena libertà di coscienza i due consiglieri di Alatri Unita potrebbero decidere di non votare la loro collega Tommasina Raponi (Gruppo consiliare Pd) candidata alle elezioni provinciali. Perché è esponente di Pensare Democratico, cioè la componente maggioritaria del Pd che fa riferimento al capogruppo regionale Mauro Buschini ed a Francesco De Angelis.

L’inizio della conta

La scelta di farle mancare i loro voti non sarebbe dovuta né ad una questione personale né ad una divergenza politica. Sarebbe ‘solo‘ la naturale prosecuzione della conta politica che si è innescata durante le Primarie di inizio marzo nelle quali Nicola Zingaretti è stato eletto Segretario nazionale del Pd. Quel giorno Fabio Di Fabio e Giuseppe Morini hanno concentrato (Di Fabio tutti, Morini in buona parte) i loro voti sulla lista presentata da Antonio Pompeo. Invece Mauro Buschini ed il segretario dei Giovani Democratici del Lazio Luca Fantini (anche lui di Alatri, come il capogruppo Dem e ora componente della Direzione Nazionale) hanno messo fino all’ultimo voto sulla lista Piazza Grande schierata da Pensare Democratico.

Le Provinciali rischiano di essere il seguito. Con il Gruppo Buschini – Fantini che sostiene la dottoressa Raponi ed i consiglieri di Alatri Unita che puntano su un altro nome. Rischiando così di far mancare i voti indispensabili all’elezione di Tommasina Raponi in Provincia.

Perché la conta

Da tempo ad Alatri c’è un patto. Il candidato sindaco dopo Morini sarà Fabio di Fabio, prima vicinissimo al senatore Francesco Scalia ed ora al suo erede politico Antonio Pompeo. Con il benestare di Mauro Buschini, che è socio al 50% della componente Dem maggioritaria in provincia di Frosinone.

Buschini è di Alatri ed un riconoscimento politico lo reclama. Nel senso che è disposto a dare il via libera alla candidatura ed a garantirgli pieno, totale ma non incondizionato appoggio. Perché non incondizionato? Vuole che siano garantiti gli equilibri e che anche il prossimo governo cittadino sia rispettoso delle diverse sensibilità presenti nel Pd. Non una prelatura personale di Fabio Di Fabio. Soprattutto non una gemma sulla corona provinciale di Antonio Pompeo.

Il passaporto di Fabio

Allo stesso tempo però Fabio Di Fabio non è disposto a passare per il sindaco eletto anche da Buschini. Vuole una risultato che sia il suo. Ecco il perché della conta fatta su Zingaretti alle Primarie, dividendosi tra il lista messa in campo da Pompeo e quella da Buschini – Fantini. Conclusasi con un bagno di sangue. (leggi qui Tutte le battaglie nascoste dietro a Zingaretti). Generando anche qualche irritazione politica. Tanto che Buschini ha presentato il conto, facendo sapere: vi siete voluti contare e ora l’avvio della candidatura è in salita. (leggi qui Le primarie congelano l’accordo per Di Fabio candidato sindaco)

Tutti gli indizi politici dicono che c’è il rischio di un secondo round. Lungo la strada per le urne delle Elezioni Provinciali di inizio aprile. Rientrerebbe nel solco della decisione che ha indotto Antonio Pompeo a spingere per le due liste alle Primarie: per avere una legittimazione numerica alla sua componente. E con molta probabilità, per lo stesso motivo potrebbe decidere di non fare un accordo unitario al Congresso Provinciale ma andare ad una ulteriore conta interna.

Ma se mancano i voti a Tommasina Raponi, facendone saltare l’elezione, Fabio Di Fabio può gettare al cestino il patto per la sua candidatura a sindaco.