Conte capo: chi sale e chi scende nei Cinque Stelle

Ilaria Fontana nell’Olimpo dei fedelissimi con Vito Crimi, Loreto Marcelli sale con Roberta Lombardi, Enrica Segneri resta nel gruppone dei parlamentari. Mentre Luca Frusone rischia l’espulsione per il no alla riforma Cartabia. Ma è a livello nazionale che Conte farà partire la rivoluzione: tutti i pasdaran dell’avvocato.

Ilaria Fontana tra i fedelissimi, Loreto Marcelli tra i vincitori, Luca Frusone a rischio espulsione, Enrica Segneri nel gruppone dei parlamentari. La nuova mappa del potere a Cinque Stelle in provincia di Frosinone è questa in estrema sintesi. Certamente dopo l’elezione di Giuseppe Conte capo politico le cose sono destinate a cambiare. 

L’elezione di Conte

Giuseppe Conte è stato eletto presidente del Movimento 5 stelle al termine di due giornate di votazioni on line su Skyvote.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Su una platea di 115.130 aventi diritto, hanno votato a favore di Conte in poco più di 62.242 iscritti su 67.064 votanti, pari al 92,8% di sì. Sui votanti. Ma sul totale degli aventi diritto siamo a poco più del 54%. Un dato da tenere in considerazione, soprattutto per il futuro. (Leggi qui l’elezione di Conte).

Conte in una diretta Facebook ha affermato che da settembre girerà personalmente tutta l’Italia. E che a fine anno i Cinque Stelle avranno il più partecipato ed articolato programma di governo che sia stato mai elaborato. Per restituire la massima dignità alla politica, quella con la P maiuscola. 

Insomma, Giuseppe Conte ha usato la retorica casaliniana (da Rocco Casalino) dei tempi di Palazzo Chigi. Ma il percorso non è in discesa. La scelta del Comitato di Garanzia, i cui tre componenti potranno sfiduciare (con delibera assunta all’unanimità) sia il presidente sia il garante, spetta a Beppe Grillo. Scontata ormai la presenza di Luigi Di Maio e di Roberto Fico nel ruolo di “garanti” del Movimento, possibile anche un incarico per la sindaca di Roma Virginia Raggi.

E ora le nomine

Roberta Lombardi

Ora però Conte dovrà procedere alla nomina di due vicepresidenti,  di cui uno vicario. Potrebbero essere anche quattro, una vera e propria segreteria. Tra i nomi che circolano c’è quello di Stefano Patuanelli, ex ministro del governo Conte. Ma si parla pure dell’ex ministro Lucia Azzolina e della pasionaria Paola Taverna.

Un posto di rilievo sarà affidato alla sindaca di Torino Chiara Appendino, probabile vicepresidente vicaria. Poi c’è l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco. Tra i tanti incarichi che Conte dovrà distribuire ci sono anche quelli dei Comitati: il Comitato nazionale progetti, il Comitato per la formazione e l’aggiornamento, il Comitato per i rapporti europei e internazionali, il Comitato per i rapporti territoriali, altri Comitati proposti dal presidente all’Assemblea. 

Tra i fedelissimi anche Stefano Buffagni, Roberta Lombardi, assessore della Regione Lazio, tornata particolarmente attiva sul piano nazionale. Poi Barbara FloridiaMaria Domenica Castellone, Davide Crippa,  Alfonso Bonafede,  Alessandra Maiorino. E naturalmente Vito Crimi. Immancabile Vito Crimi.

La nuova geografia locale

Luca Frusone (Foto: Imagoeconomica / Daniele Scudieri)

Sul piano locale la situazione è chiara. Ilaria Fontana, sottosegretario alla Transizione Ecologica, è una fedelissima di Vito Crimi. Per la proprietà transitiva anche di Giuseppe Conte. Stesso discorso per Loreto Marcelli, vicinissimo a Roberta Lombardi. Mentre Enrica Segneri sta nel gruppo dei parlamentari.

Discorso diverso per Luca Frusone, che ha votato non alla riforma Cartabia. Lui e Giovanni Vianello. Ai quali va riconosciuto il merito di averci messo la faccia, assumendosi anche le conseguenze di quel voto. Altri non hanno avuto la stessa dignità politica: ci sono state un’astensione e ben 16 assenze.

A termini di regolamento per Luca Frusone potrebbe esserci l’espulsione. Rischio del quale è consapevole. Ieri a Ciociaria Oggi ha dichiarato “Non sono convinto dalla riforma. Se ci saranno ripercussioni non urlerò allo scandalo perché sarebbe ipocrita non accettare le conseguenze delle proprie azioni e capisco anche che in un gruppo ci sono delle regole». Un concetto ribadito a Il fatto Quotidiano. “Espulsione da regolamento del gruppo parlamentare? Di certo non porterei rancore o a creerei confusione, se può esserci un chiarimento con Conte, al di là delle sanzioni regolamentari, ben venga”. (Leggi qui Il codice Frusone: «Conte deve capire il Movimento»).

Ma Conte potrebbe concedere la “grazia” come primo atto della sua leadership.

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