Tra Mattarella e Renzi: il Governo Conte bis balla la tarantella

Foto © Paolo Giandotti

Il Capo dello Stato ha intimato al premier di risolvere i problemi dell’Ilva e dell’Alitalia. Facendo capire che altrimenti si torna al voto di corsa. L’ex rottamatore fa un appello al Pd e disegna uno scenario per scaricare Giuseppe Conte. Nicola Zingaretti già non sopporta più i Cinque Stelle, che dal canto loro continuano a buttarla in caciara.

Da una parte Sergio Mattarella, il Capo dello Stato. Dall’altra Matteo Renzi, il leader di Italia Viva. Nel mezzo in fragilissimo Governo Conte 2, alle prese con una crisi difficile da risolvere, al punto che tutti, in primis il presidente della Repubblica, stanno mettendo in conto elezioni anticipate.

Il presidente Sergio Mattarella

Sergio Mattarella ha ricevuto ieri al Quirinale il premier Giuseppe Conte. Diversamente dalle altre non è stata una visita di cortesia istituzionale. Mattarella ha detto in modo secco a Conte che il Governo deve risolvere sia la questione dell’Ilva che quella di Alitalia, perché in gioco c’è il sistema industriale del Paese. Punto e basta. Significa che l’Italia rischia di affondare davvero e definitivamente. Ma significa pure che se il Governo Conte non dovesse farcela, allora l’unica alternativa sono le urne.

Il problema è il Movimento Cinque Stelle, che nonostante le diverse voci, parla una lingua sola: quella del no, quella dei muri, quella della decrescita infelice. Da Luigi Di Maio (capo politico del Movimento e ministro), da Stefano Patuanelli (ministro), da Roberto Fico (presidente della Camera) non è arrivata una sola apertura sulla vicenda dell’Ilva. Tutti e tre hanno cercato di spostare il confronto sul fatto che in gioco c’è la sovranità nazionale, il concetto di Patria e di Stato.

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte

E anche Giuseppe Conte ha battuto su questo tasto. In realtà le priorità sono i posti di lavoro (oltre 10.000, senza considerare l’indotto) e la politica industriale del Paese, che non può permettersi di smantellare l’acciaieria. Rappresenterebbe un precedente non gestibile.

Il Partito Democratico non ne può più. Dei Cinque Stelle e forse perfino di Conte. Malgrado le manovre democristiane di Dario Franceschini, Nicola Zingaretti non è disposto ad ulteriori donazioni di sangue. Meglio le urne. Il segretario è convinto, ma aspetta folgorazioni pentastellate. Senza crederci troppo però.

In questo contesto si è inserito Matteo Renzi. Alla sua maniera. Con esternazioni pesantissime sul piano politico. Rilasciate a La Repubblica. Ha detto Matteo Renzi: “Un suicidio tornare al voto, il Pd ci pensi bene. Da separati si perde tutto“. E poi: “La legislatura deve arrivare al 2023 e senza nuove tasse oppure sarà disfatta in Regioni e collegi. Conte? Oggi lo aiutiamo, del doman non v’è certezza”.

Un manifesto politico, così traducibile: 1) appello a Zingaretti a evitare la prospettiva di elezioni anticipate; 2) appello al Governo di non insistere con le tasse, altrimenti le Regioni italiane diventeranno un monocolore verde (della Lega); 3) invito agli alleati a cambiare premier il prima possibile.