Conte s’inventa l’attacco a Durigon per scalare i 5 Stelle

L’ex presidente del consiglio torna sulla vicenda tirata fuori da Fanpage, ma non si accorge che nel frattempo Mario Draghi ha blindato il sottosegretario leghista. In realtà l’obiettivo è cercare di prendersi il Movimento scavalcando Luigi Di Maio.

La spiegazione è semplice. Perfino banale. Giuseppe Conte sta cercando a tutti i costi di diventare davvero capo politico del Movimento Cinque Stelle. Ma non ci riesce e allora ha deciso di fare da contraltare a Luigi Di Maio, abbracciando la logica giustizialista che l’ex ministro degli Esteri ha appena abiurato.

Le parole di Conte

Giuseppe Conte

In un lungo post sul tema della giustizia, l’ex presidente del Consiglio ha parlato anche della vicenda dell’inchiesta giornalistica di Fanpage e del sottosegretario leghista Claudio Durigon. Scrivendo: “Continuiamo a considerare non tollerabile, ad esempio, quanto detto da un esponente di governo come Claudio Durigon, ancora al suo posto nonostante le gravi affermazioni divulgate” Rimarcando, ancora: “Riteniamo vada fatta chiarezza: anche fosse solo millanteria, saremmo comunque di fronte a esternazioni che restituiscono un’idea marcia delle istituzioni, lontana anni luce dai concetti di “disciplina e onore” che l’articolo 54 della nostra Costituzione richiama nell’esercizio delle funzioni pubbliche”. (Leggi qui Fanpage silura Durigon: M5S “Dimissioni”. Lui: “10 querele”).

Conte ha parlato pure di etica pubblica e di responsabilità politica, un concetto che va tenuto separato da quello di responsabilità giuridica. Secondo l’ex presidente del Consiglio “oggi che finalmente iniziamo a vedere la luce dopo una dura pandemia che lascia macerie paragonabili a quelle del secondo dopoguerra, non possiamo trascurare di lavorare a una ricostruzione anche “morale” della nostra comunità, per renderla più salda nei valori e nei principi. L’etica pubblica è uno di quei valori che il M5S non ha solo portato nelle piazze e scritto nei programmi, ma reso tangibile con scelte forti e di rottura, per arginare condotte errate e operare secondo il più alto senso dello Stato”.

Il nuovo percorso del nuovo M5S

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte

Quindi ha ribadito ancora la linea del Movimento: “Garantiremo il massimo rispetto della dignità di ogni persona, ma tenendo sempre fermo il massimo rigore nel pretendere il rispetto dei più alti principi di etica pubblica, del più alto senso civico e delle Istituzioni. Per questo oggi chi pensa che il nuovo Movimento possa venire meno a queste convinzioni o pensa di strumentalizzare questo percorso di maturazione, rimarrà deluso. E’ necessario applicare tutti i principi costituzionali che coinvolgono i cittadini sottoposti a indagini e agli accertamenti giudiziali, a partire dalla presunzione di innocenza e dal principio della durata ragionevole dei processi. Ma sia chiaro: la via maestra è realizzare un sistema che offra risposte chiare e certe alla domanda di giustizia, non scorciatoie nel segno della “denegata giustizia.

La stessa mossa da Dibba

La stessa strategia di Giuseppe Conte è stata adottata da Alessandro Di Battista ma dal lato diametralmente opposto della galassia grillina.

In un video pubblicato in queste ore sulla sua pagina Facebook Dibba controbilancia la mossa dell’ex premier puntando sugli elettori grillini rimasti sulla linea della ghigliottina e del giustizialismo ad ogni costo.

Nel video dice «So che il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione: quando viene discussa?». Incalza il Governo, sostenendo che il premier Mario Draghi «ha paura della sostituzione di Durigon perché si incazza la Lega e lui vuole stabilità. Perché nel governo ci deve essere la pax draghiana. Questo è un problema grande perché la questione morale è sparita. Se il caso Durigon ci fosse stato nei due governi precedenti, Durigon già sarebbe a casa».

Fuori tempo

Alessandro Di Battista (Foto Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Insomma, Giuseppe Conte e Alessandro Di Battista non si sono accorti che nel frattempo il premier Mario Draghi (quello che ne ha preso il posto a Palazzo Chigi) ha politicamente blindato Claudio Durigon, peraltro sottosegretario del suo primo Governo. (Leggi qui Draghi mette fine all’assedio intorno a Durigon).

Un intervento scomposto e fuori tempo, che nulla ha a che fare con l’attualità politica. Dalla Lega neppure un cenno. A significare che non viene considerato Giuseppe Conte il leader dei Cinque Stelle.

Insomma: come Conte ha preso le distanze dalla svolta garantista di Luigi Di Maio, così fa Di Battista».