Conte sotto assedio, Renzi scatenato, Zingaretti ago della bilancia

Il centrodestra pronto ad affossare la riforma della prescrizione insieme al leader di Italia Viva. Ma nella maggioranza si sta già mediando e spunta anche l’idea di confermare Sergio Mattarella al Quirinale.

Sono sotto assedio politico: il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Matteo Renzi lo ha ribadito sulle colonne de La Repubblica: “Li fermeremo in un modo o nell’altro anche senza sfiducia. E Conte cambi passo”. Poi il leader di Italia Viva ha aggiunto: “Difendo lo Stato di diritto, non voglio cambiare schieramento. È il Pd che ha cambiato idea sulla legge del suo vicesegretario Orlando“.

Alfonso Bonafede © Imagoeconomica / Livio Anticoli

Non si torna indietro. Ieri perfino Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, nel ribadire di non avere alcuna simpatia politica per Renzi, ha detto che in ogni caso l’ex premier sta difendendo lo Stato di Diritto. L’intero centrodestra voterà contro la riforma della prescrizione.

Il Movimento Cinque Stelle è al bivio più difficile della sua vita politica: tenere il punto, andare a sbattere e tornare alle urne oppure mediare e restare al Governo? In realtà si sta già mediando sull’unica bozza possibile, quella del Pd di Nicola Zingaretti, che dimostra di essere una volta di più l’unico punto di equilibrio di una maggioranza che sbanda ogni volta.

Ma il problema restano i Cinque Stelle. Alfonso Bonafede è tra i fedelissimi di Luigi Di Maio e sa che in questo momento i pentastellati hanno bisogno di una legge elettorale diversa, quella proporzionale. Con l’attuale verrebbero decimati. Il punto di mediazione potrebbe essere raggiunto non soltanto sulla riforma della prescrizione, ma pure sulla garanzia che la legislatura durerà fino al 2023. È ancora una volta l’antisalvinismo il collante di questa maggioranza.

Matteo Renzi © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

C’è infine un altro elemento che si sta delineando. Se proprio si dovesse arrivare al 2023, nel caso soprattutto Mario Draghi non fosse disponibile a concorrere per il Quirinale, l’ipotesi clamorosa potrebbe essere quella di provare a confermare Sergio Mattarella. Proprio con la maggioranza giallorossa. Ma tutto passa dalla riforma della prescrizione.

Giuseppe Conte non vuole che i Cinque Stelle vengano “umiliati”, Matteo Renzi non vuole la riforma della prescrizione. Nicola Zingaretti però non vuole né aprire la strada alla crisi di Governo né continuare a tirare a campare. Dipenderà soprattutto da lui.