“Covid, per le imprese servono misure straordinarie”

(FOTO: PAOLO CERRONI / IMAGOECONOMICA)

Aziende in crisi e punti interrogativi sulla ripresa economica. Il Covid ha messo in ginocchio molti imprenditori. Il presidente ConfimpreseItalia Guido D'Amico fissa le priorità e lancia l'idea del "giubileo" fiscale per ripartire

Alessio Brocco

In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo

Capita che anche le parole migliori, pensate, ragionate e poi messe al punto giusto, non siano in grado di spiegare al cento per cento una determinata situazione. Ma molto più semplicemente sanno farlo i numeri. Come quelli del report “Covid-Imprese” di dicembre scorso elaborato dall’Istat. Parla di 73.000 imprese chiuse a causa delle difficoltà derivanti dalla pandemia. Di queste: 55.000 sperano di riaprire, 17.000 non lo faranno. (Leggi qui il report)

A questo si aggiungano i dati di un Pil medio pro capite in discesa dalla crisi del 2008 (nel Lazio una perdita di circa 12 punti) e un ricorso massiccio a misure di sostegno passive come il reddito di emergenza che certifica un impoverimento generale delle famiglie (leggi Reddito di emergenza: sos povertà in Ciociaria).

“Cambiare la rotta per le imprese”

Guido D’Amico, presidente nazionale di ConfimpreseItalia è alle prese con il Congresso 2021 che dovrà decidere la nuova linea politica ed il nuovo gruppo dirigente. Analizza il momento e sottolinea la necessità di mettere in campo misure straordinario: per rialzare la testa.

“La crisi, in special modo, ha colpito alcuni settori importanti come quelli dei servizi, del turismo e della ristorazione. Ma non solo. Il governo Conte prima e quello che oggi è guidato da Mario Draghi hanno messo in campo alcuni interventi allo scopo di mitigare la situazione. Ma la crisi è diventata strutturale e per risolverla c’era, e c’è bisogno, di interventi di natura straordinaria. Cosa che fino a questo momento non è avvenuta“.

A cosa si riferisce il presidente Guido D’Amico? Cosa intende per misure straordinarie?

“Cassa integrazione e interventi finanziari a fondo perduto sono insufficienti per quantità e modalità di distribuzione. Penso, ad esempio, che dall’ultimo piano ristori del governo Draghi sono rimaste fuori le imprese che, nel frattempo, hanno chiuso. Così come quelle che non hanno la possibilità di fare un parallelo con l’anno precedente. Sappiamo che c’è l’intenzione di valutare un nuovo piano che tenga in considerazione queste criticità, ma al momento le cose stanno così”.

Guido D’Amico (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Sono i numeri che continuano a parlare. E testimoniano una crisi che non guarda in faccia nessuno. Soprattutto le piccole imprese.

“Abbiamo registrato, analizzando i numeri delle aziende iscritte a ConfimpreseItalia, una chiusura pari al 27%. A marzo 2021. Parliamo, infatti, di circa 10.000 partite Iva chiuse o sospese. Si tratta degli anelli più deboli se consideriamo che il 96,6% delle imprese italiane sono micro, piccole e medie. Dati, questi, che certificano una situazione complicata e per cui, ribadisco, urgono immediate misure straordinarie per rilanciare l’economia”.

Ripresa in tre mosse

Per il presidente D’Amico sono tre le linee principali per un massiccio intervento d’urto. “L’intervento deve svilupparsi su tre fronti: pace fiscale, stop alla tassazione per questo periodo di incertezza o, almeno, dilazione in venti anni dei pagamenti e iniezione di liquidità a fondo perduto.

Ripresa e sviluppo in tre mosse, dunque, per il presidente di ConfimpreseItalia. Sotto la luce dei riflettori il tema fiscale.

“Quando parlo di pace fiscale non mi riferisco a un condono, ma ad una sorta di “giubileo” fiscale, vista la straordinarietà e unicità del momento, per coloro i quali non hanno potuto pagare a causa della crisi. Un “giubileo” solo dopo aver certificato l’effettiva impossibilità degli imprenditori di elargire i pagamenti. Questo per evitare che ci siano furbetti”.

Passato, ma anche presente e futuro nella strategia di Guido D’Amico. “Per il presente, invece, occorre un periodo bianco dal punto di vista fiscale perché bisogna considerare i proventi, pochi, pochissimi e anche nulli, che gli imprenditori hanno avuto in questo periodo. Per il futuro, invece, basta con il fatto di tenere in agonia le aziende. Bisogna, invece, aiutarle a ripartire veramente con iniezioni di liquidità a fondo perduto. Proprio come se fossero startup.

Foto: Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Le ultime mosse del governo vanno nella direzione delle riaperture graduali. Avanti a piccole dosi. Il presidente ConfimpreseItalia mette sul piatto anche la questione vaccini.

“Il problema della pandemia non è ancora superato. Le ultime misure del governo vanno nell’ottica delle riaperture e questo va bene. Però bisogna accelerare sui vaccini che sono la priorità del Paese. Diamo la possibilità alle Regioni, ai Comuni, ai privati di acquistare i vaccini perché prima si raggiunge la vaccinazione della maggioranza della popolazione e prima si entra in sicurezza“.

Fiducia nel territorio

“La situazione in provincia di Frosinone è complicata e il Covid ha acuito problematiche già esistenti. Servizi, ristorazione e turismo sono in crisi. A questo si aggiungano le difficoltà incontrate dal settore automotive, penso a Stellantis nel sud della provincia, e a quelle dell’edilizia e del commercio, ad esempio. Guardare avanti con fiducia non è semplice, però ci sono alcune situazione che fanno sperare in una situazione territoriale dopo-Covid positiva”.

Poi Guido D’Amico entra nel dettaglio. Parla di iniziative da tenere in considerazione per la ripresa e lo sviluppo.

“Penso a Fiuggi che vuole percorrere la strada del rilancio turistico attraverso investimenti di gruppi italiani e stranieri. E, sempre per quanto riguarda la città termale, è positiva la notizia della prevista apertura del palacongressi. Guardo positivamente anche al riordino dei consorzi industriali che porterà un riassetto del sistema a favore del territorio e sottolineo, inoltre, l’importanza dell’assestarsi dell’alta velocità con il costituendo consorzio”.

Guido D’Amico

Ma non è tutto. Il presidente ConfimpreseItalia guarda avanti con fiducia “anche in virtù delle iniziative del Cosilam che vanno nella direzione della rivoluzione green e per la questione riguardante l’aeroporto di Aquino. Queste iniziative sono operative sul territorio e non potranno che avere un’accelerazione nel post-pandemia. Senza dimenticare – conclude – che questa provincia ha attori in grado di giocare un ruolo importante nella ripresa e nello sviluppo del territorio: l’università di Cassino e del Lazio meridionale e la camera di commercio Frosinone-Latina”.