I convittori che facevano strage di cuori (di F. Dumano)

Foto: copyright Archivio Piero Albery

Arpino era famosa anche per il suo Convitto. I ragazzi spesso erano oggetto del desiderio. Scatenavano l'istinto femminile: ''Poverini, vivono lontani dalle mamme, dagli affetti...". In tanti hanno trovato l'amore. Molti hanno lasciato un ricordo. In tutti Arpino ha lasciato un segno.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… Ricordi di giovani che venivano da lontano. Immagini sbiadite che ricordano i convittori

Il convitto Tulliano è un’istituzione storica, la cui sede è proprio in quel palazzo nel salotto di Arpino. Un decreto del 1814 del re Gioacchino Murat lo istituì, affidandone la cura ai padri barnabiti: un ordine presente in paese dal Seicento. Il primo rettore fu Vincenzo Sangermano.

Nell’archivio è conservata una preziosa documentazione, compreso l’atto con cui viene ceduto il teatro presente all’interno e modificato, con grande disappunto dei cittadini del tempo.

 

I convittori occupano uno spazio molto importante nell’immaginario collettivo della mia generazione. E pure in quella precedente. I convittori sono stati un oggetto di desiderio spesso sognato. Chi non si è innamorata almeno una volta degli occhi di un convittore, chi non andava Fuoriporta nel momento della loro passeggiata pomeridiana? Uscivano tutti insieme con l’ istitutore.

 

Bisognerebbe, ricordi in bianco e nero, scomodare il signor Freud per capire quelle frecce di Cupido che venivano lanciate. Giovani crocerossine scendevano in campo per adottare il cuore del giovane convittore: ”Poverini, vivono lontani dalle mamme, dagli affetti…

A volte erano figli del proletariato, che con borse di studio e sovvenzioni venivano mandati a studiare. Altre volte invece erano figli della ricca borghesia, che venivano ”spediti” per essere rieducati, erano un po’ troppo discoli: bisognava mettere dei freni. Una punizione rieducativa.

 

Ricordi in bianco e nero… A volte sono nate storie intense di amicizia, a volte di amore come quella tra Claudio Masiello e Annamaria Rea. La foto scattata dal nostro Piero Albery racconta una lunga storia d’amore ma anche di amicizia. L’altro – ricordi in bianco e nero, è passato tanto tempo – dovrebbe essere Nicola…

Claudio si è trovato così bene ad Arpino che si è sposato. Non so il presente ma, ricordi in bianco e nero, Claudio e Annamaria per tanto tempo sono stati il simbolo della coppia felice.

Una coppia felice, mentre discutevamo del referendum sul divorzio, per noi in quegli anni una battaglia di civiltà…

 

Ricordi in bianco e nero… Un convittore che fece sognare molte ragazze veniva da Fiuggi: Luciano Trinti. Un altro convittore ”straggista”si chiamava Marco Mangilli. Oltre la passeggiata Fuoriporta, i cuori alle stelle andavano al cinema la domenica pomeriggio, al primo spettacolo.

I convittori più romantici scrivevano le lettere d’ amore. Erano amori senza cellulare, senza messaggini e quindi i bigliettini avevano il loro perché. Fantasie e realtà si confondono in questo viaggio: c’è chi racconterà che era una grande famiglia, chi invece parlerà di punizioni, chi ricorderà che circolavano giornaletti osè per l’età…

Ricordi che sono tutti frammenti di un puzzle in bianco e nero. Che incollati dalla memoria ci restituiscono l’immagine di un mondo che poco alla volta è sbiadito e ormai non c’è più.

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