Coppotelli il finto docile che diventa mastino della Cisl

E’ entrato in Cisl che era un ragazzino. Dicono che si sia ritagliato un ruolo perché era l’unico a capirci qualcosa di un mondo piombato all’improvviso nella galassia del Lavoro rimasta fino a quel momento sempre uguale per decenni. Contratti atipici, precari, partite iva, gente che aveva un lavoro ma non aveva un categoria alla quale fare riferimento. Enrico Coppotelli ha iniziato da lì. E non si è fermato più. Fino ad arrivare al gradino più alto in provincia di Frosinone: Segretario Generale Provinciale, il segretario di tutti i segretari, quello che ha la Cisl in mano. E non può sbagliare. Il sindacato lo ha eletto oggi all’unanimità (60 voti a favore, 2 astenuti lui ed il predecessore Pietro Maceroni, zero contrari) leggi qui il precedente.

 

Ha quasi 36 anni, è il pià giovane segretario generale territoriale in Italia e sarebbe un eccellente giocatore di poker: aspetto del bravo ragazzo, tono cortese, mai una parola fuori posto, mai un’alzata di voce. Ma quando ti siedi al tavolo delle trattative ti rendi conto che è figlio della scuola di Pietro Maceroni. Fu il vecchio segretario a notarlo, ad intuirne le doti, apprezzarne la preparazione, convincersi dello stile. E come il suo maestro, anche Coppotelli ti dice sempre di si, sembra che accordi su tutto, quasi non ti accorgi che c’è, quando poi hai finito di parlare ti chiede solo un paio di modifiche all’intesa, con le quali ti riporta al punto di partenza. O al punto di arrivo che ha deciso lui.

 

Alessioporcu.it Qual è il ruolo del sindacato, oggi?
Enrico Coppotelli – E’ finito il tempo nel quale il sindacato aveva una funzione di contrapposizione. L’epoca dei sindacati antagonisti dei padroni delle ferriere non esiste più. Oggi ci confrontiamo con un mondo globale, nel quale le esigenze dei lavoratori non sono più quelle di trent’anni fa. Il personale che a Cassino produce Giulia ha problemi differenti dagli operai che all’interno di quegli stessi capannoni realizzavano la 126, la Ritmo e anche la Bravo. E a loro dobbiamo essere capaci di fornire risposte del tutto diverse, adatte ai tempi ed alle nuove realtà. Credo che il ruolo del sindacato sia quello di una forza capace di passare dalla logica antagonista ad un ruolo protagonista e di partecipazione. E’ l’unica strada per continuare a tutelare gli ingressi dei lavoratori.

 

Il governo Renzi non ha fatto politiche a favore del sindacato: ha tagliato i contributi per i servizi che date agli iscritti. Un modo per indebolirvi? Quanto ha pesato sul territorio?
Il sindacato deve tornare a vivere di iscritti. Qualcuno pensa che il sindacato debba attrarre quanta più gente possibile, solo per ‘vendergli’ dei servizi: la dichiarazione dei redditi, il calcolo per andare in pensione, la compilazione del modulo per gli assegni familiari. Non è così e chi pensa queste cose è fuori dal tempo. I servizi che diamo ai lavoratori devono essere a supporto dei lavoratori e dei pensionati: non possono e non devono essere l’attività principale del sindacato. Per queste ragioni se il sindacato Continua ad esercitare il ruolo per il quale è nato, stando vicino ai lavoratori, vicino alle difficoltà, vicino a chi ha bisogno di tutele, e in provincia di Frosinone posso assicurare che ce ne sono tantissimi, nessun governo Renzi, nessun altro governo, nessun taglio, potrà mai indebolire il sindacato.

 

Nel corso dei vari interventi c’è stati chi, tra i delegati, ha evidenziato come la politica oggi abbia perso di rappresentatività perché ha perso il contatto con il Paese reale. Ed ha invitato il sindacato deve surrogare la politica. E’ il vostro futuro?
No, assolutamente, il sindacato deve continuare a svolgere il suo ruolo che è quello di tutelare e contrattare, essere al fianco dei lavoratori dei pensionati, ma anche di coloro i quali il lavoro non lo hanno, sollecitando azioni che creino nuova occupazione. Anche con proposte e non solo con proteste.

 

Jobs Act: visti i risultati in provincia di Frosinone, chi aveva ragione: i favorevoli o gli scettici?
Sicuramente il Jobs act in alcuni casi ha migliorato le condizioni di coloro che vivevano nella precarità del lavoro. Oggi sembra che con la conclusione degli incentivi sia terminata anche la spinta propulsiva, ad esempio dei contratti a tutele crescenti. I posti di lavoro non si creano per decreto.

(*Libera traduzione di Alessioporcu: Lo sapevamo benissimo che avrebbe funzionato solo per poco, intanto ci siamo presi l’uovo oggi. Adesso che il governo ci ha sbattuto il muso forse capirà che serve anche la gallina domani)

 

Gli industriali lamentano ancora la mancanza di infrastrutture, materiali ed immateriali: di cosa ha bisogno la Ciociaria per avere una vera ripresa?
Pienamente d’accordo con gli imprenditori: ognuno dovrebbe agire per il proprio ruolo affinché si possano creare le condizioni di una vera ripresa. Alle istituzioni non chiediamo spot ma interventi seri e concreti perchè se il grido di dolore dei lavoratori e degli imprenditori è lo stesso la politica deve iniziare a porsi qualche interrogativo.

(*Libera traduzione di Alessioporcu: Cari politica datevi una svegliata, operai e imprenditori stanno iniziando a parlare la stessa lingua e protestano entrambi)

 

La politica è assente?
E’ troppo interessata ad esercitare il proprio ruolo all’interno dei suoi ambiti, non rendendosi conto che le difficoltà del Paese e della Provincia sono molte, sono diverse, perchè le esigenze sono completamente cambiate.

(*Libera traduzione di Alessioporcu: Fino i a quando la politica sarà interessata più al potere che ai problemi degli elettori, continuerà a perdere contatto con il Paese: siamo rimasti noi sindacati a dare risposte concrete ai cittadini. Forse è ora che i politici inizino a farci caso e contribuire a creare risposte)

 

La Giulia è una realtà: quanto ha contato il ruolo avuto dal sindacato?
Fare accordi del tipo sottoscritto dalla Cisl con Marchionne, che sono stati aspramente criticati, sia dalla politica locale che da una parte del sindacato, hanno sicuramente creato per quello che ovviamente è il nostro ruolo, condizioni affinchè Fiat continuasse ad investire in Italia ed in parte anche su questo territorio

(*Libera traduzione di Alessioporcu: E certo che Giulia è anche un po’ figlia della Cisl, se andavamo appresso a quelli che strillavano, Marchionne non l’avrebbe certo realizzata né qui né altrove in Italia: ecco perchè bisogna passare dalla protesta alla proposta)

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