Coppotelli: “Tutti i nodi della crisi nel 2023”

Il Segretario Generale Cisl del Lazio analizza l'anno che sta arrivando. Le priorità: diritti, scuola, formazione, sicurezza, fasce deboli. Le leve dell'edilizia e del turismo. I risultati nella Sanità. Le preoccupazioni per banche ed automotive

Lo hanno chiamato a guidare la Cisl del Lazio poco prima che si scatenasse il caos. Enrico Coppotelli si è insediato nel suo ufficio di Segretario Generale Regionale Cisl a giugno 2019: dopo pochi mesi è cambiato tutto. La pandemia ha riscritto le regole del lavoro, messo sotto stress il tessuto produttivo, imposto una globalizzazione accorciata, accelerato le transizioni. Tutte: da quella ecologica a quella energetica, dall’Automotive alla Mobilità Sostenibile.

In buona parte si è trovato a dover riscrivere gli scenari. La tutela dei posti di lavoro adesso passa per la formazione. Un esempio su tutti: le auto elettriche renderanno inutili migliaia di lavori, ne creeranno di nuovi; salvare i posti oggi significa insegnare il nuovo lavoro a chi è destinato a perderlo.

Guarda oltre. Nelle settimane scorse ha avviato la collaborazione con un liceo nel quale si studia già oggi in ‘realtà aumentata‘, navigando nel ‘metaverso.

Enrico Coppotelli
Segretario, tra poco calerà il sipario su un altro anno complicato e si alzerà su uno nuovo. Quale scenario troveremo nel 2023?

Credo che le priorità del 2023 saranno il lavoro, la difesa dei diritti, la tutela delle fasce deboli della popolazione. Ma anche la scuola, la formazione e la sanità. In una ipotetica agenda del 2023 segnerei queste priorità per la Cisl Lazio”.

La guerra ad Est quanto condizionerà le nostre attività?

La guerra in Ucraina ha amplificato le diseguaglianze. È stata come un fattore esponenziale che ha moltiplicato ciò che la pandemia aveva già messo a nudo. Il caro energia e l’aumento delle materie prime hanno messo in ginocchio le famiglie, le aziende e l’intero sistema produttivo. Avere un conflitto ancora aperto renderà, se possibile, ancora più alto questo fattore di moltiplicazione. Una nuova impennata nei prezzi del gas manderebbe al collasso il sistema produttivo. E con lui collasserebbero migliaia di posti di lavoro nell’industria del Lazio. Con tutto ciò che ne consegue in termini di indotto e di servizi”.

Previsioni positive o negative?

Non faccio previsioni, né positive né negative. Mi limito a prendere atto dei dati. I numeri Istat dicono che il Lazio cresce meno rispetto ad altri territori. Lo studio della Cgia di Mestre prevede 12.665 disoccupati in più nel Lazio per il 2023: 5.299 a Roma e provincia, 3.160 a Latina e nel Pontino, 2.805 a Frosinone e Ciociaria, 1.084 a Viterbo e nella Tuscia, 317 a Rieti e Sabina. Si sta verificando quella tempesta perfetta che noi della Cisl avevamo ipotizzato esattamente un anno fa, era dicembre del 2021. Avremmo preferito sbagliarci”. (leggi qui: Lazio, allarme Cisl: «Verso la tempesta perfetta»).

Il turismo di qualità sarà una delle leve di sviluppo (Foto: Ciociaria Turismo)
I numeri però sono anche positivi su alcuni comparti ed indicano un percorso di salvezza preciso.

“Le elaborazioni della Banca d’Italia dicono che nella nostra regione uno dei traini è l’edilizia, grazie ai diversi bonus previsti. Contemporaneamente però dovremo essere capaci di investire davvero e di più sul turismo, in tutti i territori: da Roma a Viterbo, da Frosinone a Latina, fino a Rieti. Occorre creare una cultura dell’accoglienza che è il vero valore aggiunto per il turismo di qualità. Oggi i turisti scelgono dove andare anche in base a come vengono accolti. Le recensioni rappresentano uno strumento di decisione da non sottovalutare. È necessario allora investire in infrastrutture adeguate, creare una capacità di accoglienza davvero moderna”.

Lei non ha mai nascosto le sue preoccupazioni per la scuola…

“Anche quest’anno all’appello mancavano 3mila professori e 1.200 unità di personale Amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata). La continuità didattica è un valore e una risorsa, i ragazzi devono avere la certezza di trovare un insegnante e seguire con lui il percorso d’insegnamento che ha tracciato per loro. E allora quali risposte dare? Una su tutte: la stabilizzazione occupazionale dei tanti (troppi) precari del mondo della scuola”.

Il sistema bancario sarà al centro di grandi cambiamenti (Foto: Imagoeconomica / Carlo Carino)
A sorpresa, tra i fronti quest’anno troviamo anche quello bancario.

“Per noi non è una sorpresa. È la conseguenza, anche questa, della naturale evoluzione delle cose. Il banking si sposta sempre più on line. C’è bisogno di una scossa pure nel settore del credito. La desertificazione bancaria sta aumentando: negli ultimi anni sono stati chiusi 800 sportelli bancari (su 3.062 in Italia) e in 90 Comuni della nostra regione non ci sono né filiali bancarie né bancomat. Gli effetti sui lavoratori del settore sono stati fortissimi”.

È imprescindibile una riforma strutturale del settore creditizio, strategico per la crescita e per le prospettive di sviluppo legate al Pnrr. Ho appreso con favore la prospettiva annunciata una settimana fa ad Atina dal presidente di Banca Popolare del Cassinate: il professor Vincenzo Formisano ha detto che la logica dei numeri ha un effetto limitato. E per questo il suo istituto è tornato ad aumentare i giorni di apertura nelle filiali periferiche, prospettando un ufficio in ogni Comune. Me lo auguro, glielo auguro e lo auguro al territorio”.

La pandemia ha portato ad un’impennata nella richiesta di operatori sanitari, ora il Covid è sotto controllo…

Siamo orgogliosi di aver ottenuto la proroga di un anno per 4.800 precari della sanità. Un passo decisivo in attesa dei bandi per le assunzioni”.

Foto: Gustavo Fring / Pexels
Il tema dell’energia sarà ancora centrale nel 2023?

Siamo preoccupati per l’aumento esponenziale dei costi energetici, che stanno già provocando la crisi del settore manifatturiero ad alto impatto energivoro. Pensiamo alla ceramica, alla riconversione in chiave Green, pensiamo alle cartiere. Impossibile non prevedere interventi ad hoc. È in gioco il nostro sistema produttivo. Non è pensabile che le aziende preferiscano chiudere perché i costi di produzione sono insostenibili”.

Nel 2022 ci sono stati molti più infortuni che nell’anno precedente.

Occorrono investimenti e assunzioni di figure professionali: ispettori e medici per esempio. Nel 2022 le denunce di infortuni sul lavoro nel Lazio sono state 46.070 (nel 2021 erano state 29.550). E ci sono state 14 vittime. Intollerabile.

Avete spinto per la digitalizzazione del sindacato e chiedete che faccia altrettanto la pubblica amministrazione.

“Aumenteremo il pressing per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Crediamo che una Pubblica amministrazione in grado di dare risposte rapide sia un elemento fondamentale anche sul piano dell’attrattività del territorio. Il caso della multinazionale farmaceutica Catalent è stato emblematico in negativo. Nel rapporto Censis si legge che la classe dirigente deve saper rispondere alla domanda ‘Dove siamo, tutti insieme, nel nostro tempo?’ Nel 2023 dovremo essere capaci di dare la risposta giusta”.