La nuova vita per bar, spiagge, ristoranti: “Accettiamo la sfida”

Foto © Valerio Portelli / Imagoeconomica

Verso la riapertura per bar, ristoranti, alberghi. ma con quali limiti e quali cautele. Le regole della nuova normalità tutte da scrivere. Il dramma di due mesi di chiusura. Le misure insufficienti. la sfida per tutti: reinventarsi. Ma anche la sfida alle Camere di Commercio: sostenere i progetti di adeguamento. Sfruttando risorse precise

La via verso la riapertura è tracciata. Confini e percorso sono in fase di scrittura. I settori del Commercio, del Turismo, della Ristorazione, dei Servizi, sono stati colpiti al cuore. È da lì che vengono le preoccupazioni maggiori: troppi potrebbero non farcela. La sfida è doppia. Addirittura tripla se si tiene conto dei Balneari: nessuno sa quando torneremo al mare e soprattutto come potremo andarci senza temere una nuova ondata di Covid-19.

Giovanni Acampora, presidente regionale e Consigliere Nazionale di Confcommercio fa parte del gruppo che si sta confrontando con la Regione per scrivere le regole da applicare nella Fase 2: quella della riapertura e della convivenza con il virus.

Giovanni Acampora
Presidente, la Regione dice che questa pandemia deve essere vissuta come un’occasione per far compiere uno scatto in avanti al Lazio, verso la modernità: voi intanto fate i conti con la crisi.

Noi siamo pronti a metterci in gioco. E come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte. Questo virus ha messo il Paese e le imprese davanti a una grande sfida. Potrebbe essere anche l’inizio di una rivoluzione imprenditoriale, come ha sottolineato il presidente Zingaretti. Bisogna ripartire: anche con modalità differenti rispetto al passato“.

Il centro studi di Confcommercio ha calcolato le conseguenze del lockdown sul vostro settore nel mese di marzo: assimiglia ad un bollettino di guerra.

I numeri confermano un crollo vertiginoso dei consumi e dei fatturati. Azzerato il giro d’affari per il settore dell’Abbigliamento, calo del 95% delle presenze straniere nel settore del Turismo, il mercato dell’auto ha perso l’82%, bar e ristoranti registrano un calo del 68%. Più che un bollettino di guerra è l’indice di una catastrofe.

Il Governo e la Regione hanno annunciato che avrebbero messo in mare una scialuppa.

I provvedimenti messi in campo sono insufficienti. Alle imprese occorre immediatamente liquidità, quella vera. Senza alcuna burocrazia e massima semplificazione“.

Molti hanno lamentato che in realtà si tratta di prestiti e pure a pagamento: se è così, non si tratta di scialuppe ma di zavorre.

Bisogna assolutamente, come afferma il nostro presidente nazionale Carlo Sangalli, integrare le garanzie dello Stato con degli indennizzi e contributi a fondo perduto. È bene ricordare che la chiusura delle attività non è stata determinata delle imprese, ma le imprese l’hanno subita totalmente. La crisi non è da imputarsi dunque a scelte sbagliate fatte dagli imprenditori ma purtroppo è accaduto a seguito di un evento eccezionale e imprevedibile“.

Spesa al supermercato ai tempi del coronavirus. Foto: © Anna Shvets / Pexels
C’è chi preme per aprire subito.

“Le imprese devono iniziare a riaprire non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. Bisogna – come ha sottolineato il Presidente Zingaretti – sulla cui analisi e preoccupazioni siamo totalmente d’accordo, predisporre protocolli sanitari, organizzativi e tecnologici, per ripartire presto e bene. Perdurando questa situazione il sistema Italia-Paese rischia il collasso e una fase irreversibile di non ritorno“.

Insieme alla Fase 2 si alvora anche ad una Fase 3 per modernizzare il Lazio, snellirlo, sburocratizzarlo.

“Bisogna semplificare e sburocratizzare con ancora più forza. Lodevole l’impegno della Regione e degli Assessorati ma la macchina amministrativa non è messa a punto per le situazioni eccezionali. Ha vissuto per anni situazioni di ordinarietà: ciò sta determinando ritardi e disguidi sulle tempistiche. Una per tutti, la cassa integrazione in deroga dove un ottimo accordo sindacale a mio avviso tra i migliori d’Italia, e una task force imponente stentano a far fronte alle migliaia di pratiche presentate”.

Tanti decreti: una necessità per gestire meglio l’emergenza a mano a mano che si evolveva?

“Meno annunci e meno clamore, più fatti e soprattutto concretezza. Agire rasoterra, capendo le esigenze delle imprese e utilizzare i media soltanto laddove ci siano comunicazioni reali, ufficiali che non ingenerano confusione nelle imprese e nei cittadini. E soprattutto semplificano la loro vita non creando false aspettative che poi purtroppo non possono essere rispettate”.

Turista in aeroporto © Anna Shvets / Pexels
Andiamo incontro ad una diversa normalità: si andrà nei negozi in modo del tutto differente, il turismo è ancora nel buio più totale, l’industria dell’intrattenimento non sa se e quando potrà ripartire.

“Abbiamo tempo fino al 3 maggio per permettere a tutti di ripartire nel massimo della sicurezza, Confcommercio Lazio ci sarà su tutti i temi, e con tutte le categorie. E questa è la premessa”.

“Il Lazio ha 480 chilometri di costa, con innumerevoli stabilimenti balneari e spiagge libere con servizi, sui quali bisogna intervenire subito. Sollecito un tavolo tra le Regioni per poter disporre di una disciplina unitaria a livello nazionale , superando le varie ordinanze regionali, sulla cui legittimità nutro seri dubbi. E mettere in campo una disciplina nazionale unitaria che consenta da subito manutenzione ordinaria e ripascimento che insieme alle misure di sicurezza e contenimento permettano, di poter riprendere l’attività in sicurezza”. 

Nicola Zingaretti dice che occorrerà molto buon senso. Anche da parte dei sindaci. Rivedendo la normativa sull’occupazione del suolo pubblico. Perché è più prudente consumare all’aperto un aperitivo, un pranzo, una cena e non all’interno dei locali.

“Partendo dall’ultimo decreto ministeriale, c’è un chiaro invito da parte del Governo – con l’allungamento delle giornate dovuto entrata in vigore dell’ora legale e con le temperature in aumento – a estendere gli orari dei negozi di generi alimentari durante la settimana in modo da consentire uno smaltimento delle file. Anche in questo caso chiedo un tavolo unitario tra associazioni datoriali e sindacati dei trasporti affinché si possa creare una disciplina unitaria sullo stop dei mezzi pubblici, previsto attualmente alle 21 e la chiusura delle attività alimentari; servirà per superare l’ostacolo del ritorno a casa dei dipendenti con i mezzi pubblici. È necessario altresì prevedere e disciplinare l’asporto oltre che il delivery. E poi occorre ampliare sempre per i pubblici esercizi, attraverso un lavoro di coordinamento con i Sindaci, l’occupazione del suolo pubblico al fine di favorire e consentire il distanziamento sociale”.

I bar ed i locali di incontro dovranno reinventarsi Foto © Pixbay
Bar e pubblici esercizi dovranno rivoluzionare il loro modo di lavorare. Con le nuove necessità di distanziamento sociale si ridurranno i posti disponibili si ridurranno le possibilità di ricavo.

Bisogna concedere agli operatori di organizzarsi mettendo in campo misure di prevenzione e di sicurezza per lavoratori e utenza consentendone la riapertura. Ma per noi c’è adesso una sfida: tutti dovranno fare la propria parte tra innovazione e prevenzione, bisognerà mettere in campo idee innovative, considerando che i settori dove occorrerà un maggiore sforzo sono quello alberghiero, della ristorazione, del turismo culturale, dei cinema e dei teatri. I prossimi giorni saranno di intenso lavoro tra sindacati e Associazioni datoriali per mettere a punto le necessarie misure che dovranno rendere agibili e sicuri i luoghi di lavoro”.

Che atteggiamento sta avendo il sindacato: c’è collaborazione o contrapposizione?

“Con i sindacati partiamo – come ha sottolineato ottimamente nel suo intervento il Segretario generale della Cisl del Lazio Enrico Coppotelli – dall’accordo sindacale del 14 marzo che ha consentito l’apertura in sicurezza dei negozi di generi alimentari. E dall’intesa tra Fca e sindacati per le fabbriche di automobili. Questi gli esempi da seguire”.

Giovanni Acampora con Nicola Zingaretti
Adeguarsi avrà un costo: da affrontare dopo due mesi di chiusura e mancati incassi.

Ci saranno ingenti costi a carico delle imprese per adeguarsi ai nuovi protocolli di sicurezza. per questo motivo lancio una sfida al Sistema Camerale: “utilizzare gli avanzi patrimonializzati che ammontano a svariati milioni di euro (solo le Camere di Commercio di Latina e Frosinone 7milioni di euro, stando ai dati al 2018) . Mettendoli a disposizione delle imprese attraverso bandi per finanziamenti a fondo perduto per consentire alle imprese di dotarsi di presidi di sicurezza per la riapertura (divisori in plexiglas, mascherine, gel, santificazione ambientale, guanti…). Sia chiaro che ognuno deve fare la sua parte e che le misure da mettere in campo devono essere utili, non servono bandi per contributi a fondo perduto per pagare gli interessi sui finanziamenti, piuttosto che utilizzare gli stessi per eventuali garanzie, occorrono misure reali, tangibili e soprattutto Utili”.