Massaro: manutenzioni e nuove regole, così il mattone vincerà sulla crisi Covid

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Il presidente di Ance Frosinone fa il punto sul comparto edilizio massacrato dalla crisi Covid. Ma dall'assemblea nazionale arriva un piano da sottoporre al ministero.

Prima l’orgoglio del mattone che trainava l’economia ciociara, poi il tracollo. E poi ancora la crisi Covid che ha trasformato quel tracollo in ecatombe economica di comparto. Angelo Massaro, presidente dell’Associazione Costruttori Edili di Frosinone, fa la conta dei danni nel momento forse più difficile per il settore a livello territoriale. Ma non è solo una conta, dietro c’è un piano per rialzarsi.

I dati sono più che allarmanti: a lavorare oggi c’è solo il 2% degli addetti e per semplici manutenzioni. In più i grandi cantieri e il ricco volano delle opere pubbliche sono ormai un ricordo sbiadito e il ruolo del comparto nel ‘Club del Pil’, ruolo di socio vip, è roba da manuali di storia.

«Il comparto edilizio è quello che in questi anni ha pagato più di ogni altro il prezzo di tutte le crisi. La grande cirsi industriale degli anni Novanta, la grande bolla economica di Lehman Brother, la nuova crisi del 2006. La prima cosa che si ferma è l’edilizia: siamo il termometro della salute dell’economia in un territorio. Contribuivamo al Pil per il 20-25%. Fino a tutti gli anni Ottanta le nostre imprese hanno realizzato la maggior parte delle opere pubbliche e private a Roma. Con le varie crisi abbiamo perso decine di imprese e circa 7000 i lavoratori specializzati. Ora questa nuova crisi può essere catastrofica».

Come ne usciamo? Concretezza

Angelo Massaro, presidente Ance

Insomma, a parere di Massaro servono misure ministeriali più incisive e la strada buona è quella della concretezza, contrapposta ai proclami pannicello.

«Senza certezze abbiamo nessuna possibilità di sopravvivenza. In questo momento, appena il 2% delle nostre aziende lavora. E quelle che lavorano lo stabnno facendo a ritmi ridotti: stanno facendo soltanto manutenzione con cui conservare lo stato dei cantieri aperti. Il rimanente 98% è fermo».

La nota dolente è sempre quella: il credito, agevolato, depurato dalle pastoie burocratiche e veloce come veloci sono le procedure di pagamento dei fornitori. Spesso infatti quelle procedure sono basate sulla fiducia. E rischiano di non andare all’incasso al momento buono. Perché? Semplice: nel frattempo non si è fatto cassa.

«Le misure adottate fino ad oggi non bastano per ripartire. Dobbiamo applicare la politica del fare, non quella del dire. Il grande rischio è che le misure disposte dal Governo restino sulla carta. In questo momento non possiamo lasciarci fermare dalla burocrazia: servono risposte veloci e procedure snelle. Soprattutto in materia di credito e di liquidità, non si andrà da nessuna parte. Infatti, le somme non arrivano subito sui conti correnti delle aziende, trascorrono mesi. Nel frattempo ci sono da pagare i fornitori, i dipendenti, gli oneri. Senza liquidità immediata, l’idea di ripresa è impensabile».

Interventi a pioggia sulle opere pubbliche

Massaro auspica un boom di manutenzioni per le opera pubbliche

E poi il pubblico: la grande cantieristica deve diventare non solo il simbolo orgoglioso di una ripresa economica. Altrimenti, con le scarsissime commissioni private dell’era Covid, le imprese non resisterebbero. A dirla tutta: per Massaro ciò che serve davvero per uscirne è un programma.

«Parallelamente, lo avete scritto proprio voi di Alessioporcu.it nei giorni scorsi: sarebbe sufficiente che lo Stato pagasse le fatture certificate che deve saldare e che basterebbe solo un clic sul computer per mettere in pagamento. Parliamo di una cinquantina di miliardi. È indispensabile che ci siano finalmente pagamenti certi ed in tempi alle imprese che lavorano nel pubblico».

Dove non dovessero esserci commesse pubbliche di base, c’è la miniera praticamente inesauribile delle manutenzioni di ciò che si era cantierato e realizzato in passato. Su tutto poi deve (tornare a) vigere la trasparenza delle stazioni appaltanti. Ora, in epoca Covid, il dato non è solo più fatto procedurale, ma bouquet per agevolare i soldi.

La notula Sal, sullo Stato di Avanzamento dei Lavori, deve tornare ad essere centrale perché senza di quella le somme non arrivano. «È un’altra questione fondamentale: molte strutture appaltanti non compilano il “Sal”, lo Stato di avanzamento dei lavori, senza il quale non si riesce a ottenere le somme. Un documento che va imposto

Edili a conclave, in streaming

Il ministro Paola De Micheli

Sono linee guida che arrivano direttamente dall’assemblea nazionale dell’Ance tenutasi venerdì scorso in videoconferenza. Massaro era fra i 300 che con il Presidente nazionale Buia hanno redatto il ‘piano di intervento’ da sottoporre al Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli.

La lista da sottoporre è articolata: pagamento dei crediti ed emissione obbligatoria dei Sal. Poi nuovi e rivisti oneri di sicurezza sulla scorta delle nuove disposizioni emergenziali del governo che ne hanno fatto lievitare i costi. Una su tutte: quella che per il trasporto assegna due soli lavoratori per mezzo e che quindi tira in ballo l’utilizzo di più veicoli.

«Se prima un’azienda trasportava sei lavoratori su un pulmino, con le nuove regole ne potrà trasportare due e pertanto sarà costretta a impiegare più mezzi, moltiplicando i costi. Poi la riapertura delle strutture ricettive per ospitare la manodopera in trasferta. E ancora, va rivista la questione della responsabilità penale degli imprenditori in rapporto ai contagi; infatti, come si può provare che un operaio è stato infettato proprio nel cantiere?»

E ancora: fondi erogati direttamente ai Comuni che andrebbero a gestire il plafond delle opere da cantierare e poi la coda legale, anzi, penale. Va rivista la responsabilità in capo al Codice dell’imprenditore che abbia operai contagiati. Dato che nessuno puo’ dimostrare che il contagio sia avvenuto in cantiere si deve passare da un possibile orientamento giurisprudenziale ad una specifica norma. La ‘ricetta’ dunque c’è, ma l’ultima parola spetta alla ‘farmacia’ del ministero.