De Angelis, il Covid-19 e la ripresa ma pure il tarlo per chi non ce l’ha fatta

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Francesco De Angelis ed il virus che lo ha sfiorato. L'amarezza per chi non ce l'ha fatta. Il futuro da garantire a tutti. Soprattutto al tessuto industriale. "Ma finché c'è il virus non c'è ripresa. Dovremo conviverci". "Bene le iniziative di Zingaretti per la ripartenza". Il futuro green "porterà nuove opportunità per le imprese nelle nostre aree industriali"

La bestia questa volta gli è passata vicino. Fosse stata una pallottola l’avrebbe sentita sibilare vicino all’orecchio. Il Covid-19 ha infetto la sua storica responsabile della segreteria, nei giorni precedenti aveva messo a letto il suo Segretario politico con il quale ha contatti ogni settimana. Francesco De Angelis ha fatto la quarantena e non ha avuto sintomi. Dal suo ufficio di commissario per l’unificazione dei consorzi industriali del Lazio inizia a pensare al futuro, alla ripresa, a come le aree industriali dovranno organizzarsi per uscire dalla palude in cui le ha sbattute questo nuovo coronavirus.

Presidente, prima l’aspetto umano: questa volta ha visto il Covid-19 passarle vicino, la storica responsabile della sua segreteria è finita in ospedale. Ha avuto paura?

“Sì, soprattutto per Federica la preoccupazione è stata davvero tanta. Una brutta polmonite la sua e il seguente ricovero in ospedale, ma ora sono felice perché ce l’abbia fatta, è guarita ed è tornata a casa. Il pensiero va ovviamente a chi non ce l’ha fatta in questa battaglia, migliaia di persone sottratte all’amore dei loro cari, e ai tanti che ancora stanno combattendo questo nemico invisibile”.

Credo sia indispensabile un grazie a chi, in prima linea e mettendo a rischio la propria incolumità, ci sta aiutando a superare questo momento drammatico. E non mi riferisco solo ai medici e al personale sanitario, dei veri eroi, ma anche alle forze dell’Ordine, alle Prefetture, alla Protezione civile, agli amministratori, a chi sta continuando a lavorare affinché i servizi essenziali del Paese non si fermino. A me il mostro è passato vicino, ma fortunatamente non mi ha toccato. Mi sono fatto i miei giorni di quarantena, ma sono stato bene, senza nessun sintomo.

A cosa ha pensato quando lo ha saputo e nei giorni successivi?
Francesco De Angelis

“Ho pensato che il Virus è un mostro che non conosce confini e che non risparmia nessuno. Non è uguale per tutti, ma può mettere in serio pericolo la vita delle persone. Il numero delle vittime purtroppo conferma il dramma che stiamo vivendo.

Per questo bisogna rispettare le regole e restare a casa, seguire le indicazioni della scienza. È l’unica arma che abbiamo al momento per sconfiggere il virus. I risultati degli ultimi giorni, con il trend che sembra finalmente in discesa, confermano che rispettando le regole possiamo bloccare il contagio“.

Il virus ha aggredito anche il nostro tessuto industriale, Unindustria rileva perdite enormi, sottolineando che non tutti riusciranno a rialzarsi, condivide? (leggi qui L’allarme di Tortoriello: «Servono mezzi straordinari, coraggio, concretezza»)

Prima di tutto la salute, se non sconfiggiamo il virus non possiamo ripartire. Ma non c’è dubbio che si debba iniziare a programmare una fase post emergenza, per non farsi trovare impreparati alla crisi economica che ci sarà. Confindustria prefigura una perdita del 6% del Pil per il 2020. Ogni settimana di stop costa 0,75% del Pil. Numeri impietosi e bisogna intervenire con efficacia.

Oggi Nicola Zingaretti annuncerà una prima serie di misure: è un primo passo. La Regione cercherà di stimolare la ripresa ed il ritorno alla normalità per le imprese. Ci vorrà tempo. Ma ci riusciremo. Vareremo una serie di misure straordinarie, adeguate, complessive. E se non basteranno ne aggiungeremo altre. Questa è la crisi più violenta del dopoguerra e nessuno può chiamarsi fuori. Quando si è in guerra non c’è maggioranza e opposizione: dobbiamo lavorare insieme, uniti per il bene di tutti. Proteggere gli ultimi, i lavoratori. Servono misure straordinarie perché nessuno deve restare indietro”.

Un imprenditore illuminato come Francesco Borgomeo ieri ha detto che bisogna imparare a convivere con il virus altrimenti si rischia di non morire per il Covid-19 ma per fame. Eccessivo? (leggi qui «Azienda chiusa per la paura»).
Francesco Borgomeo con il sottosegretario Manzella

Condivido assolutamente il pensiero di Borgomeo. Anche Conte, presentando l’ampliamento delle restrizioni fino a Pasqua, ha prefigurato una fase 2 che prevede un periodo di ripartenza e convivenza con il virus. In attesa della cura e del vaccino, che speriamo arrivino presto, dobbiamo cambiare stile di vita ma come detto prima è fondamentale fornire gli strumenti necessari al nostro tessuto industriale affinché l’economia riparta e torni a correre”.

Occorre un piano che stimoli le imprese, un piano da ‘dopoguerra’ cosa dovrebbe contenere secondo lei?

“Gli primi provvedimenti del Governo e della Regione vanno nella giusta direzione. Ma da soli non ce la facciamo. Mai come in questo momento l’Europa deve farsi sentire e battere un colpo. Il passo indietro di Ursula von der Leyen nella lettera di ieri a Repubblica, dopo la gaffe iniziale con il nostro Paese, lascia ben sperare.

Questa crisi è un banco di prova importante per l’Europa: serve un debito comune per ricostruire il lavoro, per le imprese e la sanità. Conte ha fatto bene ad impuntarsi. I Paesi che frenano sugli aiuti come Olanda, Germania e Svezia sbagliano.

Sure bond, il fondo Ue da cento miliardi di euro destinato a finanziare le Cig nei Paesi in difficoltà, è la prima risposta comune dei Paesi europei. Ma occorre altro: dall’Europa deve venire una proposta complessiva che dia vantaggi a tutti e sia finanziata da tutti, per arrivare a costruire un grande scudo europeo che protegga imprese, lavoratori e famiglie. Abbiamo bisogno dell’Europa della solidarietà. Dobbiamo insistere fino a quando il muro alzato dai tedeschi non crollerà”.

Conosce le aree industriali del Lazio: cosa è possibile fare per loro?
Foto © Imagoeconomica

Velocizzare tutte le procedure di valutazione e di finanziamento dei bandi e dei progetti di investimento. Sbloccare tutte le opere infrastrutturali e i lavori previsti per le aree industriali legge 46 e 60. Misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario con particolare riferimento al Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese. Infine liberare dai vincoli e mettere in campo i fondi strutturali per fronteggiare la crisi economica e sanitaria causata dal Coronavirus”.

Gli italiani hanno dimostrato il loro straordinario carattere, costruendo ospedali in poche settimane: in condizioni normali allora è la burocrazia a frenarci?

Gli italiani stanno dando prova di grande carattere, serietà ed amore per il Paese. È dura ma sono convinto che ce la faremo. Per il futuro abbiamo bisogno di più innovazione e meno burocrazia. Regole certe, ma burocrazia zero. L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza due esigenze: la semplificazione e la digitalizzazione del Paese. Le regole vanno cambiate e la burocrazia non può impedire all’economia di ripartire.

Il modello deve essere quello del Ponte Morandi a Genova, zero burocrazia?

Sì, quello è certamente un esempio ma non è il solo. Penso al silenzio-assenso e all’autocertificazione. Gli italiani hanno mostrato grande senso di responsabilità, ed è giusto liberare le imprese dai lacci della burocrazia. La strada che ha seguito la Regione con l’autorizzazione unica è giusta e velocizza le procedure”.

Quando usciremo troveremo un mondo cambiato: senza strette di mano, con i guanti, le mascherine. C’è chi ha già iniziato ad immaginare un futuro industriale diverso: la SAF scende in campo aderendo al progetto di un player del territorio, smettiamo di regalare i nostri rifiuti ricchi agli altri ma cominciamo a farci il metano in casa nostra. È la volta buona che i rifiuti diventano una risorsa per le aree industriali di Frosinone?
Il personale della Saf di Colfelice con la mascherina di prevenzione al Covid-19


“Una scelta strategica che completa il progetto di economia circolare. La Newco consentirà di fare sistema e si mettere insieme competenze ed eccellenze produttive della nostra Provincia. Si apre la strada ad una nuova economia, per nuove opportunità di sviluppo e di lavoro con al centro l’obiettivo della difesa della salute e della tutela dell’ambiente e del territorio. Il futuro è green e questi progetti vanno nella giusta direzione”.

Finirà presto?

“È dura e non nascondo che ancora oggi mi sembra tutto così surreale. Qualcosa che si vedeva solo nei film di fantascienza. Siamo di fronte ad un’emergenza globale senza precedenti, una crisi tremenda, un passaggio critico della nostra storia. Nessuno può pensare di salvarsi da solo.

Non mi stancherò mai di ripetere il mio grazie ai medici, agli operatori sanitari, alla protezione civile e a tutti quelli che sono stati in prima linea per combattere questa emergenza. Sono i nostri eroi e grazie a loro l’Italia rialzerà la testa e tornerà a sorridere“.