Tutti… d’Accordo, ma i posti di Lavoro restano sullo sfondo (di C. Trento)

L'Accordo di Programma siglato al Ministero lascia solo sullo sfondo i nuovi posti di Lavoro. Intanto mercoledì si va al voto per il rinnovo della Presidenza della Provincia di Frosinone. Tra streghe e franchi tiratori. E assenti strategici

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

La barzelletta è questa: «Un automobilista sta ascoltando il giornale radio, che viene interrotto per una comunicazione urgente. Attenzione, attenzione: a tutti gli automobilisti, un pazzo ha imboccato l’autostrada contromano. Appena ascoltato il messaggio, l’uomo esclama schivando le macchine: per fortuna che doveva essere solo uno, qua saranno un centinaio».

L’ha ricordata Giovanni Floris qualche sera fa, intervistando il vicepremier Luigi Di Maio.

Il tema era quello della manovra economica: ha ragione il Governo e si sbagliano tutti gli altri, oppure hanno ragione tutti gli altri? È una questione di punti di vista, di prospettive e di scenari, di giudizi e pregiudizi?

In ogni caso, alla fine, saranno i fatti e i numeri ad attribuire torti e ragioni. Andando oltre il dibattito politico.

Ragionamento che vale anche in provincia di Frosinone, con i debiti paragoni naturalmente. In settimana è stato firmato l’Accordo di programma per l’area di crisi complessa. L’intesa rende possibile l’apertura di un bando da 10 milioni di euro da parte di Invitalia, destinato agli investimenti in una zona che interessa 46 Comuni, 37 dei quali della provincia di Frosinone. (leggi qui Di Maio e Zingaretti firmano l’accordo: via all’Area di Crisi Complessa)

Per carità, una novità importante. Ancora però non si è fatto nulla e l’euforia esibita da molte parti non appare sinceramente giustificata. Per tante ragioni, tutte valide.

Intanto l’importo: 10 milioni non fanno la differenza. Ma soprattutto occorreranno progetti validi che rendano appetibile ed attrattivo il territorio. Finora questo non è mai successo.

Per invertire la rotta bisognerà puntare su molteplici elementi: le infrastrutture, la bonifica della Valle del Sacco, la ricerca, l’innovazione.

Soltanto in questo modo si potrà sfruttare sul serio la riserva obbligatoria del 20% da inserire in tutti i prossimi avvisi pubblici regionali destinati alle imprese. Altrimenti resterà l’ennesima splendida incompiuta. Infatti il presidente di Unindustria Frosinone Giovanni Turriziani ha riportato tutti sulla terra, toccando il tasto della necessità di regole certe e di snellimento della burocrazia.

 

Il fattore lavoro non può restare sullo sfondo

Il monito di Turriziani vale ancora di più perché si parla di un territorio che rientra nel perimetro del Sin, acronimo che sta per Sito di Interesse Nazionale. I tempi di rilascio per le autorizzazioni sono vitali.

Ma c’è un altro aspetto da considerare. Nessuno si sbilancia sull’occupazione. Non soltanto per quanto riguarda l’Accordo di programma. Anzi, tutti si affrettano a sottolineare che nessuno deve neppure immaginarsi i livelli occupazionali di un tempo. Come se non ci fosse alternativa alla “decrescita infelice”, come se fosse diventato normale produrre senza lavoratori.

Fra le altre cose è perfino naturale che con una filosofia del genere non possono esistere alternative al reddito di cittadinanza. Inoltre, particolare non trascurabile, nel Paese e nella nostra provincia i poveri esistono davvero. Non sono soltanto una voce statistica.

Così come ci sono circa mille persone in Ciociaria che attendono una parola definitiva sulla proroga della mobilità in deroga perché non hanno altre fonti di sussistenza. Ma la politica svolazza di rinvio in rinvio, palleggiandosi le responsabilità come forse neppure Messi e Ronaldo riuscirebbero a fare.

Il fatto è che se l’occupazione non verrà rimessa al centro della politica industriale provinciale, allora si continuerà soltanto… a giocare. Altro che risvegli.

 

E Sara Battisti sentenziò: «Io ballo da sola»

Sara Battisti ha annunciato che sosterrà Claudio Mancini per la segreteria regionale del Pd. Mentre tutto il resto dell’area Pensare Democratico di Francesco De Angelis appoggia Bruno Astorre. (leggi qui Sara non voterà con De Angelis e Buschini: il cuore politico resta con Orfini)

Naturalmente nessuno ha detto nulla durante la riunione dell’altra sera, ma i mal di pancia si sono sprecati… dopo. In silenzio.

Il punto è che Sara Battisti è stata eletta consigliere regionale in una sorta di “ticket” con Mauro Buschini. Con la regia e con i voti del “leader maximo” Francesco De Angelis. Il quale non ha esitato a rinunciare all’idea di una sua candidatura alla segreteria regionale del Pd, convergendo su Bruno Astorre per non spaccare l’asse pro Zingaretti. E per questo, inevitabilmente, ha preso le distanze dalla componente di Matteo Orfini.

Sara Battisti invece no, ha sentito il richiamo della foresta dell’area orfiniana. E quindi sosterrà Claudio Mancini, restando in Pensare Democratico. Un equilibrismo degno delle storiche convergenze parallele.

Ma il punto è anche un altro e cioé che il “leader maximo” Francesco De Angelis ha concesso alla Battisti quello che mai era stato possibile in passato. Neppure all’attuale capogruppo regionale Mauro Buschini, il quale, nel momento dell’adesione alla componente di Orfini (della quale non era convinto), dovette subire l’ira funesta del Governatore Nicola Zingaretti. (leggi qui La delusione di Nicola: “Tu quoque… Anche tu Mauro, amico mio”)

Certo è che adesso la logica dell’io ballo da sola di Sara Battisti costituisce un precedente politico all’interno di Pensare Democratico.

 

Il presidente che verrà. I franchi tiratori e la notte delle streghe

Tre giorni all’alba. Il 31 ottobre 1.135 sindaci e consiglieri comunali voteranno per l’elezione del presidente della Provincia. Il verdetto nella notte di Halloween.

Ma quale elemento potrà determinare il confine tra dolcetto o scherzetto?

I “franchi tiratori”? Sicuramente: ci sono sempre stati e ci saranno sempre, ma in una competizione tra addetti ai lavori contano pure altre cose.

Come l’assenteismo. Quanti amministratori decideranno di restare a casa, per i motivi più svariati?

Nei quartieri generali di Antonio Pompeo e Tommaso Ciccone in tanti ripetono che alla fine vincerà chi riuscirà a portare più fedelissimi alle urne. Questo significa che il ruolo degli assenti contribuirà in ogni caso a determinare il risultato. Intanto però, comunque vada a finire, guai ai vinti. Come sempre.

Per un motivo semplice: con gli spazi ridotti che ci sono ormai nella politica nazionale e regionale, è sul territorio che la classe dirigente locale deve contarsi. Più di qualche big ha capito l’antifona e infatti ha virato sugli enti intermedi.

Per tutti gli altri il risultato di mercoledì è vitale. Altrimenti sarà davvero la notte delle streghe.

 

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