Anche il Corriere si sveglia: «Tajani premier» (e noi l’avevamo detto)

Il Corriere della Sera, alla fine se ne accorge. Nelle pagine dedicate ai temi di Primo Piano, titola “Berlusconi convinto della vittoria. E come premier pensa ad Antonio Tajani“. Trova ulteriori conferme l’indiscrezione lanciata oltre un mese fa da Alessioporcu.it (leggi qui)

 

Per Tommaso Labate, il dado è tratto.

… quando parla, come ha fatto negli ultimi giorni, dell’indicazione del «suo» candidato premier, stavolta il leader forzista non pensa a se stesso. Dietro quel «sono già pronto», affidato a una cerchia ristrettissima di amici, c’è il Berlusconi versione king maker. Che ha ristretto la rosa forzista per Palazzo Chigi a un solo nome. Quello di Antonio Tajani. Il dato è tratto. Il presidente del Parlamento europeo sarà il jolly con cui Berlusconi si presenterà da Mattarella nel caso in cui la somma dei parlamentari eletti da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e delle altre liste ascrivibili al centrodestra superasse l’asticella della maggioranza alla Camera e al Senato.

 

C’è una precisa ragione politica alla base della scelta di puntare su Antonio Tajani. L’avevamo spiegata nelle settimane scorse (leggi qui tutti i dettagli). E’ la necessità di governare il Paese con un parlamento che sarà costruito da un sistema di voto proporzionale. Tajani viene ritenuto il politico più capace di governare qualsiasi risultato dovesse uscire dalle urne. Perché è uomo del proporzionale, ci si destreggia come se si trovasse dentro casa sua: è abilissimo nella mediazione politica, insuperabile nell’individuare le crepe nelle quali infilarsi e nello scorgere i terreni comuni sui quali appoggiare i vari pezzi delle alleanze.

Così ha costruito la sua elezione a presidente del Parlamento Europeo. Il dato di fondo da cui Berlusconi parte è proprio questo: è stato Tajani a costruire l’elezione di Tajani e non è stato Berlusconi a costruire la strada che ha riportato un italiano alla guida di Bruxelles quaranta anni dopo Emilio Colombo. Tajani c’è riuscito mettendo d’accordo francesi e tedeschi. E per di più mettendoli d’accordo sul nome di un italiano. Ha limato per mesi, trovando un equilibrio tra tutte le forze possibili presenti nell’emiciclo. (leggi qui)

 

Concetti sui quali concorda ora anche il Corriere della Sera

Nel suo arco, ha quelle stesse frecce che ad Arcore considerano «indispensabili» per il compito che potrebbe attenderlo. «È un mediatore nato», ripete di continuo Berlusconi tutte le volte che parla di lui. «Sa mettere tutti d’accordo», aggiunge. E poi c’è la rete di relazioni costruita dentro e fuori dal Ppe negli ultimi anni passati tra Bruxelles e Strasburgo, culminati con l’elezione alla presidenza del Parlamento. Senza dimenticare, e qui si sale agli atout più importanti, il legame con Angela Merkel, la cancelliera tedesca che soltanto dopo un «miracolo diplomatico» di Tajani è tornata a sedersi allo stesso tavolo del leader forzista.

 

L’unico a storcere il naso, per ora è Matteo Salvini: «Tajani è responsabile di tutte le scelte di questa Europa, dove governa insieme al Pd, una Europa che tutti dicono che cosi come è non va bene. Bisogna tener presente che le decisioni prese da Bruxelles sulle banche, sull’agricoltura, come le sanzioni alla Russia e i regali alla Turchia hanno visto Tajani corresponsabile. Nostro obbiettivo è che il centrodestra vinca e che la Lega sia il primo partito così che saremo noi a indicare leader e squadra di governo».

 

Gli osseervatori più esperti dicono che è solo una manovra per alzare il prezzo. E che ormai il dado è tratto. L’annuncio di Berlusconi potrebbe arrivare il 16 settembre prossimo quando l’ex premier sarà a Fiuggi, alla convention autunnale di Tajani (leggi)

 

E poco dopo quella data, prima della fine dell’anno, dovrà scegliere cosa fare e dove andare Mario Abbruzzese. Antonio Tajani lo vuole capolista alla Camera dei Deputati nel collegio di Frosinone (leggi qui). Se avrà possibilità di scelta, il presidente della Commissione Riforme del Lazio, punterà sulla Regione: la conosce come le sue tasche, è padrone dei meccanismi e delle trappole, ha guidato il Consiglio nella scorsa consiliatura. Sa che in caso di vittoria gli toccherebbe un assessorato pesante: le Infrastrutture o le Attività Produttive.

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