La strategia dell’affidabilità: è sfida tra Lega e Fratelli d’Italia

Cosa c'è dietro all'ingresso di Ciacciarelli nella Lega. E di Pallone - Antoniozzi - Iannarilli in FdI. Giancarlo Giorgetti lancia la strategia dell’affidabilità, rassicura l’Unione Europea e non nasconde apprezzamenti per Mario Draghi. Il Carroccio vuole scavalcare Forza Italia nei rapporti con il fronte moderato. E relegare Fratelli d’Italia nel recinto della destra.

C’è una strategia nazionale dietro alla manovra che ha portato Pasquale Ciacciarelli dall’odiata Forza Italia ad un posto in prima fila sul Carroccio della Lega. È la stessa in base alla quale sono state spalancate le porte all’ex vice coordinatore azzurro di Cassino Laura Viola, campionessa di moderazione e paladina delle battaglie contro le violenze di genere. Una strategia che è stata mutuata dal percorso che era stato già messo in campo da Fratelli d’Italia abbassando i ponti levatoi a figure come quella di Antonello Iannarilli, Alfredo Antoniozzi e Alfredo Pallone.

Da Pallone a Ciacciarelli, sono tutti europeisti convinti e nessuno di loro ha la benché minima cosa da spartire con il sovranismo.

Giorgia Meloni © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Cosa sta accadendo alla Lega ed a Fratelli d’Italia? Hanno compreso che Forza Italia è in liquidazione. E possono prendersi gratis il suo elettorato, senza dover fare accordi con capi bastone e generali mai muniti di truppe grazie al sistema elettorale che ha abolito le preferenze.

La parte destra dell’elettorato, quella sovranista ed ideologizzata, a tratti anti sistema, già ce l’hanno dentro. Ora per fare la differenza gli occorre far entrare nelle urne quanto più elettorato possibile, travasandolo dalle liste di Silvio Berlusconi. Che li ha lasciati orfani di un leader, dotati di un programma che era vagamente credibile fino a dieci anni fa, muniti però dell’ologramma di se stesso che ancora qualche effetto nei nostalgici lo riesce a suscitare.

Fratelli d’Italia lo ha capito prima. Per questo ha scelto sulla piazza i pezzi migliori: aprendo a gente dotata di voti e di capacità organizzativa, in grandi di mobilitare e attrarre i voti moderati. Ecco il perché dell’abbraccio ad Alfredo Pallone che nel PdL è stato potentissimo coordinatore nel Lazio, capogruppo in Regione, parlamentare Ue; ad Alfredo Antoniozzi che in Regione c’è stato una vita e l’altra l’ha fatta tra Bruxelles e Strasburgo. Stesso dicasi per Antonello Iannarilli, presidente di provincia, assessore regionale, deputato, coordinatore di Partito.

La strategia dell’affidabilità

Matteo Salvini © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Davanti a Giorgia Meloni che avanza la Lega ha lanciato la strategia dell’affidabilità. Attraverso il suo esponente più rassicurante: Giancarlo Giorgetti, ex sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio, numero due di Matteo Salvini e di imprinting moderato. “Governiamo da venti anni, non siamo una banda di fascisti”: ha detto così Giorgetti all’Huffington Post. Spiegando: “Lavoriamo per portare il nostro leader a Palazzo Chigi. Per riuscirci servono consenso elettorale, e ne abbiamo in abbondanza, e capacità di interloquire con il potere nelle sue sedi internazionali. E qui dobbiamo imparare dai nostri errori. Potrei dire che dobbiamo usare questo tempo per farlo, se non fosse che l’Italia non ha tempo. Rinchiudersi nella Bastiglia come fa il Governo Conte non servirà. Prima o poi toccherà a noi. Ma intanto il Paese va a rotoli e l’economia è a rischio, soprattutto dopo questa epidemia. L’Italia è una pentola a pressione. Non può durare a lungo così”.

Giorgetti ha spiegato che la Lega non intende uscire né dall’Unione Europea né dall’euro, ha ribadito la posizione filoatlantica e l’amicizia con gli Usa, spiegando che la Russia è importante dal punto di vista economico e commerciale. Definendo invece la Cina un concorrente. È iniziata la strategia del ri-accreditamento internazionale della Lega. Dopo che Giorgia Meloni ha partecipato ad un vertice dei Conservatori negli Usa di Donald Trump e dopo che Silvio Berlusconi ha ripetuto in maniera quasi ossessiva che è lui il garante del centrodestra in Europa. Matteo Salvini, invece, vuole farcela da solo. E il fatto che abbia contestato le candidature del centrodestra alla presidenza delle Regioni Campania (Stefano Caldoro) e Puglia (Raffaele Fitto) vuol dire che il Carroccio in questa fase non farà sconti agli alleati.

Giancarlo Giorgetti Foto: © Imagoeconomica

Quello che so è che Draghi è il personaggio italiano che in giro per il mondo potrebbe parlare con qualsiasi interlocutore al suo stesso livello. Se dovesse ritirarsi al mare o in montagna sarebbe una perdita per l’Italia” ha detto anche questo Giancarlo Giorgetti, per far capire che la Lega non chiude nessuna porta e non cancella alcuno scenario. Neppure quello di un Governo di salute pubblica se la situazione dovesse precipitare. Scavalcando Silvio Berlusconi e le varie pattuglie di “responsabili” in ordine sparso.

Intanto Matteo Salvini davanti alla stampa estera ha detto: «Meloni? Non ambisco a rappresentare la destra radicale. Non ambisco in Italia a rappresentare la destra radicale, chi ha il 32% deve parlare a tutti».

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