Cosa diranno le elezioni Comunali di oggi

Cosa diranno le elezioni di oggi e cosa uscirà dalle urne. Risposte non banali. Soprattutto in alcuni centri chiave

Ferentino, Anagni, Fiuggi e Aquino: la lente d’ingrandimento va puntata lì. È dalle urne di quei Comuni che arriveranno le risposte capaci di condizionare la politica locale almeno per un anno. Le scelte sul Congresso regionale Pd, sulle strategie da mettere in campo a Cassino, sugli equilibri da tenere all’interno del centrodestra: molte delle indicazioni arriveranno dai risultati che matureranno nelle prossime ore.

Il prossimo step sarà nella primavera 2024, non ci saranno altre tappe prima delle Europee.

L’onda lunga della delusione

Foto: Clemente Marmorino © Imagoeconomica

I Partiti e gli schieramenti in genere dovranno riflettere su un punto: crolla l’affluenza alle urne in tutti i Comuni chiamati al voto per rinnovare sindaci e consigli comunali in provincia di Frosinone: al termine della prima giornata di elezioni è andato a votare il 16% in meno di 5 anni fa.

Finora le elezioni per scegliere il sindaco avevano mantenuto il loro interesse: perché il Comune è il primo luogo dove il cittadino va a chiedere risposte, perché lì trovava un interlocutore. Invece l’affluenza in questa tornata di elezioni amministrative è andata a picco. Anche la scelta del sindaco, un tempo molto sentita e partecipata, oggi fa i conti con una forte disaffezione dell’elettorato. Si chiama: delusione. O peggio: disillusione. In entrambi i casi: l’elettore non si sente più rappresentato, ha smesso di credere la politica.

L’analisi dei flussi dovrà dire chi non è andato. E da li si capirà il perché. Se sono gli adulti ad essere nauseati oppure i giovani a non credere in quello strumento per poter cambiare il mondo.

La doppia declinazione

I quattro candidati sindaco di Anagni

La sfida ha un peso significativo: ad Anagni Pd e M5S sono insieme, ma mezzo Pd sta da un’altra parte; lo stesso accade a Ferentino. È evidente che ci sono due declinazioni del pensiero di Elly Schlein e del suo allargare gli steccati. Oggi gli elettori diranno qual è il modello vincente.

Tanto per essere chiari: nei giorni scorsi la coordinatrice della Segreteria Schlein, Marta Bonafoni a Ferentino ha detto che il Pd sta con Alfonso Musa. Specificando “Oggi fare un Partito nuovo significa accogliere, includere, avvicinare. Basta con la guerra fra bande, basta con quello che è accaduto per troppo tempo qui come in tanti territori del nostro Paese”. Ma le stesse identiche parole di Marta Bonafoni potrebbe dirle l’altra parte di Pd che invece sta con Piergianni Fiorletta, senza cambiare una virgola.

I Partiti non sono caserme, non si danno ordini: il Pci del centralismo democratico è ormai in soffitta. Chi ha ragione lo diranno gli elettori con il loro voto. Ed il dibattito per il congresso regionale non potrà non tenerne conto.

Ci sono voti da leggere con attenzione a Fiuggi ed Aquino dove sono impegnati, nel primo caso il consigliere regionale Sara Battisti che è vice segretario regionale del Partito; ha scelto di mantenere la linea della contrapposizione al centrodestra di governo. Nel secondo caso, Libero Mazzaroppi (candidato al Consiglio Regionale a febbraio) ci ha messo la faccia per l’elezione del suo successore. Qualunque sia il risultato non potranno dire che passavano per caso.

I conti in serata

Nella serata di oggi i risultati saranno acquisiti. Le Segreterie dei Partiti raffronteranno i dati con quelli delle politiche di settembre. Il centrodestra dovrà capire se funziona più la formula dell’unità (messa in campo ad Anagni) o quella del campo civico (vista a Ferentino). Il centrosinistra dovrà riflettere sulle ragioni della divisione avvenuta sia a Ferentino che ad Anagni. E non è da escludere che in serata ci sarà chi annuncerà, ancora una volta, di voler fare delle riflessioni.

Le analisi sono destinate a interessare gli equilibri attuali e i pesi nella maggioranza influiranno nella partita sulle riforme istituzionali. Ma i risultati saranno letti con ogni probabilità anche in proiezione verso il futuro. E quindi alle Europee.

Non è un mistero che il progetto di Giorgia Meloni, di FdI e dei conservatori europei sia ribaltare l’asse che governa la commissione a Bruxelles, riproponendo all’Europarlamento lo schema su cui si fonda la sua maggioranza in Italia, quindi con Ecr, Ppe, Identità e democrazia. Un successo alle amministrative darebbe un’ulteriore spinta al piano e anche per questo le opposizioni sperano di frenare il centrodestra nei comuni. A partire da quelli nelle province di Frosinone e Latina.