Cosa non quadra nella rimozione del presidente Stazi

Le due versioni contrapposte. Quella di chi ha votato l'estromissione del presidente e quella dell'estromesso. Entrambe rendono più chiara una cosa. Al di là delle parole s'è trattato di una questione politica.

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Come un’opera di Pirandello. Anche qui, in fondo, la realtà dei fatti è indistinguibile, persa com’è nelle varie rappresentazioni. Ognuna delle quali tiene a dare una versione dell’accaduto diversa, se non opposta, rispetto alle altre.

Si parla, se non fosse chiaro, delle polemiche scatenate ad Anagni dal siluramento portato a termine ai danni di Franco Stazi. Che da poche ore non è più presidente della Pro loco, dopo che un documento di sfiducia è stato votato dalla maggioranza (5 a 4) dei membri del direttivo. (Leggi qui: Blitz alla Pro Loco, inizia la marcia verso il voto).

Non imparziale e pilotato

In attesa di sapere chi sarà il successore di Stazi (tra gli altri, si fa il nome dell’architetto Peppino Scandorcia, Consigliere delegato ai rapporti con l’Amministrazione ed uno dei firmatari del documento), in città si moltiplicano le letture e le analisi del gesto. Visto dai più come una sorta di colpo di mano. Un modo per liberarsi di un uomo (Stazi) considerato poco vicino alla maggioranza politica cittadina. 

Tesi rifiutata in blocco dai cinque firmatari del documento di sfiducia. Per i quali “l’atto di sfiducia è dovuto esclusivamente alla mancanza di imparzialità del Signor Franco Stazi nell’espletamento della propria carica”. I frondisti hanno detto di avere più volte “invitato Stazi a prendere le decisioni nella sede della Proloco portando la discussione all’interno del direttivo”. Cosa che però, a quanto pare, “è stata disattesa nella maggioranza dei casi”. Questo perché l’ex presidente avrebbe preferito “prendere ordini all’esterno della Proloco in sale riunioni di imprese locali”, senza alcuna “garanzia di imparzialità. Cosa che ha portato nel direttivo una “litigiosità costante”; segnali di “una conduzione non adeguata e una mancanza di fermezza”.

Nessuna critica personale. Stazi è stato criticato per “la sua azione da Presidente, non confacente al nuovo Statuto e all’adesione dell’Associazione stessa all’UNPLI”. Di qui la necessità di “un cambio di passo alla Pro loco anche in vista delle imminenti festività anagnine e dei progetti da realizzare”.

Ricapitolando; per i ribelli (Fabrizio Savone, Peppino Scandorcia, Annarita Pontecorvo, Augusto Terilli e Maurizio Mucaria), Stazi non è capace, prende gli ordini dall’alto, e rischia di far danni. Di qui la sfiducia.

Stazi: al servizio dell’associazione

Franco Stazi

Stazi, ovviamente la pensa in modo completamente diverso. A partire dal suo lavoro: “Nove anni al servizio della Pro loco, sempre cercando di fare gli interessi dell’associazione, con risultati che tutti possono vedere”. A partire dai progetti “presentati ed approvati dalla Regione, mentre altri progetti simili, presentati dal Comune sono stati respinti”. Un riferimento neanche troppo velato al caso dei mancati finanziamenti per il Festival del Teatro. (Leggi qui: Se il Festival finisce in un colpo di teatro).

Quanto alla mancanza di democrazia interna, Stazi ha ribadito che “sarebbe stato molto più semplice parlarne per arrivare ad un confronto interno”. Si è invece preferita la strada del colpo di mano. Per di più, con un consigliere come la Pontecorvo “che era alla sua seconda presenza assoluta nel direttivo, e che ha firmato la lettera senza nemmeno aver parlato con me per sapere se c’era qualche problema”.

Posizioni opposte, come si diceva. Anzi inconciliabili. Col tempo si capirà meglio dove stanno le ragioni e i torti. 

Quello che non quadra

Il seggio della Pro Loco

C’è però un dettaglio su cui riflettere. Alla fine della lettera i cinque firmatari dicono che c’è bisogno di un cambio di passo “anche in vista delle imminenti festività anagnine e dei progetti da realizzare”. Ma se Stazi era così dannoso per le sorti del turismo e della cultura cittadina di Anagni, perché queste critiche non sono state fatte dopo il 20 maggio 2021, data dalla nomina a presidente di Stazi? E perchè tali critiche sono state avallate non da tutti, ma da una maggioranza molto risicata? 

Dubbi quantomeno legittimi. Che alimentano il sospetto, al di là dei documenti ufficiali, che il colpo di mano abbia ragioni politiche. Perchè forse, rispetto a quelli dello scorso anno, gli eventi estivi di quest’anno hanno un peso specifico diverso in termini di consenso. Un peso che, a pochi mesi dalle elezioni Comunali, bisogna gestire bene.

Anche a costo di rimuovere chi non è funzionale.