“Cosa succede in città”: un anno di Caligiore bis

A Ceccano il 14 ottobre segna una doppia ricorrenza per il sindaco di Fratelli d’Italia: reinsediatosi a un anno esatto dalla sua caduta e da 365 giorni in carica per il secondo mandato. A tracciare un bilancio, però, non è lui bensì “Il Coraggio di cambiare” degli oppositori Piroli e Querqui: il coordinamento di centrosinistra, ormai pronto all’allargamento

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

A Ceccano si è passati da “Io sono ancora qua. Eh, già” a “Cosa succede in città” nel giro di un anno. La prima citazione di Vasco Rossi calzò a pennello al reinsediamento del sindaco di Fratelli d’Italia Roberto Caligiore, avvenuto ufficialmente nel primo Consiglio comunale del suo mandato bis: venne fissato il 14 ottobre 2020, esattamente 365 giorni dopo la caduta provocata da dimissioni di massa.

La ricorrenza, pertanto, è doppia: è il secondo anniversario della defenestrazione del Caligiore 1 e il primo anno del Caligiore bis, conquistato grazie a una storica vittoria al primo turno delle ultime elezioni della Contea. (Leggi qui Da Stalingrado ciociara a roccaforte di patrioti).

A tracciare il bilancio annuale non è stato però il sindaco di Fratelli d’Italia bensì i suoi avversari de Il Coraggio di cambiare: al contempo coordinamento di centrosinistra e gruppo consiliare rappresentato dai consiglieri di opposizione Emanuela Piroli e Andrea Querqui. Che, citando volontariamente il Blasco nazionale, hanno tenuto l’incontro pubblico intitolato “Cosa succede in città”. Sottinteso il prosieguo: “C’è qualche cosa, qualcosa che non va. Guarda lì, guarda là, che confusione”.

“Cosa succede in città” a livello politico

L’incontro pubblico de Il Coraggio di cambiare (Foto: Davide Luigi Cerroni)

La riunione de Il Coraggio di cambiare, aperta alla cittadinanza, non è stata esclusivamente un resoconto della «serie di negligenze dell’amministrazione Caligiore»: come l’ha definita la moderatrice dell’evento Sara Liburdi, esponente del movimento giovanile Progresso Fabraterno.

Dopo l’inaugurazione della Casa Comune, è stata posta la prima pietra per la ricostruzione di una larga coalizione di centrosinistra in contrapposizione al centrodestra al governo. Oltre alle forze della coalizione guidata dalla Piroli – Cives Ceccano, Verdi Europei, Articolo Uno e la comunista Ceccano a Sinistra – era presente la consigliera di opposizione Mariangela De Santis (Nuova Vita), eletta assieme ad Emiliano Di Pofi (Psi) nella squadra elettorale a supporto del già candidato sindaco Marco Corsi (Ceccano Riparte).

Corsi e Di Pofi, assenti per motivi lavorativi, sono sulla stessa lunghezza d’onda di De Santis: «Condivido lo spirito dell’iniziativa. Credo che sia costruttiva e auspico che in futuro possa essere organizzata anche coinvolgendo tutte le forze di opposizione che ci sono nel panorama cittadino. – ha dichiarato durante il suo intervento – È giusto non trovarci impreparati alle prossime elezioni. Come abbiamo potuto verificare con la lezione delle ultime amministrative nostre e dei comuni della provincia, la divisione non paga. È bene dare un messaggio di unitarietà e non di divisione, coinvolgendo tutte le forze di centrosinistra». (Leggi qui La lezione delle Comunali / Ceccano e anche qui Chi vince, chi perde e chi pareggia: le comunali al microscopio)

Ma il grande assente, malgrado i propositi in tal senso e a quanto pare ingiustificato, è stato il Partito Democratico. Rispetto al quale vale davvero la pena aprire una parentesi conclusiva. (Intanto, leggi qui Ceccano, nasce ‘Casa Comune’. Il Pd? Cerca monolocale per single e poi qui Centrosinistra a Ceccano: Conti prova la via dell’unità).

Dall’assalto alla Cgil al Lazio Pride

Lo striscione “Ceccano antifascista” (Foto: Davide Luigi Cerroni)

Innanzitutto però, con tanto di striscione “Ceccano antifascista” – da esibire all’omonima manifestazione che si terrà sabato 16 ottobre a Roma – i Fratelli d’Italia sono stati attaccati per non aver stigmatizzato l’assalto di Forza Nuova alla sede nazionale della Cgil.

Uno degli interventi farà discutere. Ha messo nel mirino la leader di FdI Giorgia Meloni che ha condannato la violenza precisando inizialmente di non conoscere la matrice. «Proprio come Mussolini rispose – ha equiparato, nell’occasione, Emanuela Piroliin occasione dell’assassinio di Matteotti». La leader de Il Coraggio di cambiare ha lamentato «un preoccupante silenzio»: quello del sindaco Roberto Caligiore, degli altri Fratelli amministratori nonché del senatore ceccanese Massimo Ruspandini, presidente provinciale di FdI. 

«L’unico che, purtroppo, ha detto la sua via social è stato l’assessore Stefano Gizzi», ha accentuato la stessa Piroli. Già finito nel tritacarne mediatico a inizio anno in versione Sciamano, per aver in qualche modo giustificato il noto attacco di QAnon a Capitol Hill, il controverso e complottista delegato alla Cultura ha fatto altrettanto con lo squadrismo registrato a Roma.

«La solita storia – ha postato l’assessore della Lega -. I cittadini italiani per bene vanno in piazza a protestare contro il governo e la dittatura sanitaria. Ma i poveri manifestanti sono massacrati dalle forze di polizia. Mentre gli infiltrati dai servizi segreti compiono violenze e devastazioni. Così fanno passare il messaggio che i manifestanti fossero violenti e l’opinione pubblica ci casca».

Il caso Lazio Pride

Lazio Pride 2019 Frosinone – Foto: © Matteo Ernesto OI

Piroli, prima di motivare «l’inefficienza e la superficialità amministrativa» del Caligiore 2 assieme all’alleato Querqui, ha anche puntato il dito contro tutti coloro che stanno boicottando la candidatura di Ceccano come sede del Lazio Pride 2022. La cittadina ciociara, proposta dalle associazioni IndieGesta, Stonewall Frosinone-Arcigay e Agedo Basso Lazio, è difatti in corsa con Viterbo e Albano Laziale per ospitare la sesta edizione della manifestazione per i diritti Lgbt+.

Il fatto è che decine di ceccanesi, che stanno partecipando alla votazione social aperta fino alla mezzanotte di venerdì 15 ottobre, hanno dato la propria preferenza alle altre due città per far perdere la propria. «A Ceccano, d’altronde, c’è chi ha organizzato raccolte di firme contro il Ddl Zan», ha detto a riguardo la consigliera Piroli. Si riferisce alle iniziative di Fratelli d’Italia e Gioventù nazionale contro il noto disegno di legge contro l’omotransfobia.  

Piroli: «L’amministrazione? Selfie e slogan»

Una rappresentanza dell’amministrazione Caligiore bis

Secondo Emanuela Piroli, quella di Caligiore «è l’amministrazione dei selfie e degli slogan in eterna campagna elettorale, impegnata più a promuovere il proprio partito e la propria leader che ad amministrare Ceccano».

A detta sua, mancherebbero anche il rapporto con la cittadinanza, l’informazione e la trasparenza: «A ogni sollecitazione – ha detto a tal proposito – il sindaco ci risponde che c’è l’albo pretorio, che c’è il Comune e basta andare lì per informarsi, e non rende conto alla cittadinanza».

Sull’importante questione ambientale verrà organizzato prossimamente un evento a sé stante: al quale si accompagneranno iniziative nelle varie contrade cittadine. Piroli e Querqui, intanto, hanno elencato quelle che ritengono le principali occasioni perse dall’amministrazione Caligiore bis. A partire dall’utilizzo dei fondi nazionali stanziati dal Decreto Crescita a favore dei comuni per progetti di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile.

I 130 mila euro destinati a Ceccano nel 2020 sono stati sfruttati in gran parte (100 mila) per l’acquisto di due delle quattro mini isole ecologiche intelligenti in dotazione al Comune. Sono rimaste a lungo inattive per strada, in attesa dell’apposito regolamento. Poi posizionate nei piazzali delle principali scuole cittadine per incentivare la loro raccolta differenziata dei rifiuti. Con gli altri 30 mila euro, invece, è stata installata una rampa più agevole al transito dei disabili davanti alla centrala chiesa di San Giovanni.

In quanto ai 260 mila euro ottenuti per il 2021, annualità in cui è stata raddoppiata la quota legata al numero di abitanti, sono stati equamente diretti a due opere. La prima: la bonifica della vegetazione nella zona sottostante al Belvedere di Ceccano. In accoppiata: l’illuminazione artistica del Castello dei Conti e l’estensione dei punti luce. Gli interventi sono rispettivamente curati dall’assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco (FdI) e dal delegato ai Lavori Pubblici Angelo Macciomei (Lega).

Il Coraggio di cambiare, invece, avrebbe preferito investire questi 390 mila euro nell’ulteriore potenziamento dell’illuminazione pubblica. In un più incisivo abbattimento delle barriere architettoniche e in altre operazioni ritenute ben più necessarie. Ad esempio l’installazione di impianti per il risparmio energetico negli edifici pubblici e per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche la promozione della mobilità sostenibile e la messa in sicurezza degli istituti scolastici e degli immobili comunali. «Anche perché – ha esemplificato Emanuela Pirolidal 2019 sono state tolte le tende non a norma nelle scuole comunali di Ceccano e non sono state ancora sostituite con quelle ignifughe».

La Caserma, intanto, resta chiusa

La caserma dei carabinieri di Ceccano

Emanuela Piroli ha poi centrato l’attenzione sugli interminabili lavori presso la caserma dei carabinieri di Ceccano. È ormai chiusa per adeguamento antisismico dal mese di febbraio 2020. Da allora l’Arma è ospitata presso il comando della Polizia municipale, mentre la loro sede operativa è stata spostata nella stazione di Giuliano di Roma.

L’intervento gode di un finanziamento regionale di oltre mezzo milione di euro dagli inizi del 2015, prima dell’insediamento del Caligiore 1. È stato affidato nel settembre 2016 salvo poi essere ritardato: da due interdittive antimafia e un commissariamento a carico del consorzio affidatario, nonché da due varianti in corso d’opera.

Dopo l’ennesima sospensione, il sindaco Caligiore ha preannunciato che verrà concessa un’ulteriore proroga (120 giorni) all’ultimazione dei lavori. Prendendosela al contempo con il codice degli appalti e le gare con il massimo ribasso: «Si mettono in moto aziende che sin da subito avanzano riserve e pretendono esose varianti in corso d’opera proprio per recuperare il ribasso proposto in sede di gara».

Fatto sta che non è stato ancora raggiunto il primo Sal (Stato di avanzamento dei lavori). Pertanto, la Regione non sblocca la nuova tranche di finanziamento e il Comune sta anticipando le risorse. Per Il Coraggio di cambiare, però, è colpa di Caligiore perché avrebbe dovuto trovare sin da subito una sistemazione alternativa per i carabinieri di Ceccano. Lui sostiene di aver tentato a suo tempo salvo poi non riuscire a trovare un accordo tra le parti.

La Cultura che non piace all’opposizione

L’assessore alla Cultura Stefano Gizzi

Tornando all’assessore alla Cultura Stefano Gizzi, Emanuela Piroli ritiene che l’offerta culturale di Ceccano sia la più limitata della provincia. «Ormai da sei anni, tra Caligiore 1 e Caligiore 2, ci propinano sempre le stesse tematiche e gli stessi eventi: Medioevo e Contea del Mistero – ha sbottato -. Ceccano meriterebbe un’offerta culturale molto più ampia e varia».  

Di tutt’altro avviso, ovviamente, l’amministrazione Caligiore. Che del “Turismo del mistero”, lanciato nel 2015 dall’allora vicesindaco e odierno senatore Massimo Ruspandini, ne ha fatto un cavallo di battaglia a livello turistico-culturale: proponendo passeggiate culturali, seminari e mostre incentrate sui segreti della Contea medievale e sui legami con l’ordine religioso dei cavalieri templari.

Ultimamente Il Coraggio di cambiare si è scagliato contro “La passeggiata del Mistero”, tra gli eventi a pagamento organizzati da alcuni privati e di scena senza patrocinio comunale. Anche presso il pubblico Castello dei Conti. Che continua a restare incredibilmente senza dichiarazione di interesse culturale e, dunque, fuori dalla Rete regionale delle dimore storiche. Un accreditamento alla rete consentirebbe la partecipazione al bando che assegna fondi per il restauro.

Per il completamento del maniero medievale ceccanese, in ogni caso, l’amministrazione Caligiore punta tutto su un maxi progetto da cinque milioni di euro. È quello presentato in adesione al Piano nazionale per la rigenerazione urbana: che, in caso di finanziamento, porterebbe anche allo sviluppo degli impianti sportivi, alla messa in sicurezza del centro storico e al recupero dell’ex scuola Borgo Berardi. A occuparsi principalmente del piano è l’assessora all’Urbanistica Ginevra Bianchini (Lista Caligiore Sindaco, in quota FdI).

Piroli, però, ha fatto presente che è stato perso un potenziale contributo economico (tramite Lazio Creativo) per la biblioteca comunale “Filippo Maria De Sanctis”. «Noi avevamo progetti per la nostra biblioteca – ha detto la già candidata sindaca -. L’avremmo difesa, potenziata e messa al centro dell’offerta culturale di Ceccano. Il primo passo era quello di ripristinare i servizi digitali, che non funzionano più da circa quattro anni, e riattivare il prestito intersistemico».

E non finisce qui: parola a Querqui

Andrea Querqui

Andrea Querqui ha lamentato in primis il mancato ottenimento di un altro finanziamento: 690 mila euro. Erano stati richiesti tramite il bando nazionale “Sport e periferie 2020” per la realizzazione di un campo da calcio in erba sintetica nel polo di via Passo del Cardinale. Il progetto, curato dal delegato allo Sport Diego Bruni (Lista Caligiore Sindaco, in quota FdI), è stato scartato dalla commissione giudicatrice. Perché non accompagnato da stima dei costi annuali di gestione e manutenzione.

Lo stesso Bruni, chiamato in causa subito dopo la pubblicazione della graduatoria, non aveva escluso un ricorso del Comune. Perché? In quanto «il piano di sostenibilità, contrariamente a quanto riportato, è stato inviato assieme al resto della documentazione richiesta». Sembrerebbe, però, che alla fine non sia stato inviato via Pec dagli uffici comunali competenti. D’altronde, non sarebbe la prima volta. (Leggi qui Buschini ‘Grinch’ del Natale ceccanese: lo dice FdI e anche qui Santucci ‘bipolare’ per colpa di una mail: è scivolone).

Querqui ha poi spaziato dall’aumento delle tariffe del trasporto scolastico fino all’assenza di un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade comunali. «Non si stanziano fondi nel bilancio preventivo per gli interventi e i pochi interventi vengono fatti in modo arbitrario, senza tener conto delle priorità». Per concludere con un veloce riferimento alla prolungata ripavimentazione di piazza 25 Luglio. Quest’ultima fiore all’occhiello dell’amministrazione Caligiore ma foriera di polemiche in relazione alle modalità, ai tempi e ai costi: 34 mila euro sottaciuti in aggiunta ai 109 mila coperti tramite scomputo di oneri di urbanizzazione dovuti al Comune dalla ditta esecutrice. (Leggi qui Salotto buono: senza sampietrini ‘rossi’ e pensilina di Tonino).

«La morale della favola – ha concluso Querquiè che questa amministrazione è ormai in carica praticamente da sei anni. Non è possibile che, ogni volta che non fanno una cosa che hanno promesso o annunciato, attribuiscano la colpa a qualcun altro. È ora che questa amministrazione si assuma le proprie responsabilità e ammetta le proprie incompetenze». Anche, come ha sottolineato il consigliere di opposizione, rispetto alle irregolarità segnalate dalla Corte dei Conti e al disavanzo di oltre otto milioni di euro. (Leggi qui E la Corte bussò al Castello dei… conti e anche qui Ceccano fa i conti anche con i talebani e le camicie nere).

Ma “c’è chi dice no”: Giulio Conti

Giulio Conti (a dx) e Nicolino Ciotoli

Per completare il quadro ispirato dal rocker italiano, intanto, “C’è chi dice no”. È Giulio Conti, ex capogruppo consiliare e attuale segretario del Pd Ceccano. Lui, al contrario di Nicolino Ciotoli, non ha preso parte all’incontro de Il Coraggio di cambiare. L’altro, intanto, prepara il terreno assieme agli altri dissidenti per la costituzione di un’Agorà democratica indipendente dal circolo cittadino. (Leggi qui Pd Ceccano, la tregua armata è già finita).

Ma Conti si è fatto sentire nelle scorse ore. In un colpo solo ha criticato l’amministrazione di centrodestra e la minoranza di centrosinistra: «L’assenza di dibattito in Consiglio comunale, soprattutto sui grandi temi che attanagliano la vita della nostra città – ha dichiarato nelle scorse ore – sta giocando un ruolo favorevole per questa maggioranza, latente su più fronti e che in più occasioni ha dimostrato la propria incapacità amministrativa». In altre parole: la maggioranza è un disastro e l’opposizione non fa nulla per urlarlo ai quattro venti.

Per questo, sventolando un’apposita mozione bipartisan approvata il 16 giugno 2018 – quando era capogruppo del Partito democratico – ha ricordato che allora fu concordata la convocazione a cadenza trimestrale di un Consiglio comunale, all’occorrenza aperto alla cittadinanza, in materia ambientale.

E ha chiesto a gran voce che venga richiesto quanto prima dai «Partiti e le liste che compongono la minoranza e che si riconoscono ed hanno interesse a perseguire l’alleanza e l’unità della coalizione di centro sinistra». Di fatto, resta primo e unico della serie quello richiesto oltre tre anni fa dall’opposizione e curato dall’allora presidente del Consiglio Marco Corsi. Che da quel momento in poi iniziò ad allontanarsi sempre di più dal Caligiore 1 fino alla rottura finale e alla sua candidatura a sindaco contro il primo cittadino dimissionato. (Leggi qui Disavanzo milionario, Corsi ci mette il dito ma gli ricordano il ‘tradimento’).

Consiglio aperto? Loffredi preferisce la piazza

Angelino Loffredi

Conti, in fondo, punta a riprendere la parola dallo scranno consiliare che non è riuscito a far suo dopo esser stato fatto fuori dai Democratici per Ceccano ed essersi candidato invano in un’altra lista civica alle Elezioni 2020. Alla fine, però, è stato cacciato dalla porta ed è rientrato dalla finestra. (Leggi qui Giulio Conti 2: la vendetta è un piatto che si serve freddo e poi qui Conti segretario Pd: l’unità è solo un miraggio).

Il segretario cittadino del Pd pensa che «il Consiglio comunale resta e continuerà a ricoprire un ruolo centrale nel dibattito democratico ed amministrativo della città. È l’unico organo deputato a garantire trasparenza nei confronti della popolazione tutta, indistintamente dal proprio credo politico». A pensare esattamente il contrario, invece, è un decano della politica ceccanese che ha preso parte all’incontro pubblico de Il Coraggio di cambiare: l’ex sindaco 1981-1985 Angelino Loffredi, memoria storica della città.  

Dopo aver associato Caligiore all’arroganza del potere, senza troppi giri di parole, Loffredi ha offerto uno spunto di riflessione a tutti gli altri esponenti del centrosinistra locale. «Una battaglia di opposizione può essere combattuta soltanto in Consiglio comunale? Noi dobbiamo costruire un’alternativa. Non do per scontato che le prossime elezioni ci saranno nel 2025. La politica ha momenti di imprevedibilità, quindi mettiamo in conto che potrebbero avvenire nel 2022. Noi oggi siamo veramente preparati ad affrontarle diversamente da come le affrontammo nel 2020? La battaglia si fa con i cittadini e attorno a tante questioni».

Questioni che anche stavolta, a detta sua, Il Coraggio di cambiare avrebbe dovuto sottoporre alla comunità prima dell’incontro in modo da poterle approfondire e intervenire. Conti punta dunque a riprendere parola in Consiglio, mentre Loffredi vuole riportare la politica nelle piazze.

Al di là di quando si svolgerà la prossima tornata elettorale, però, il monito è stato chiaro: creare una coalizione larga di centrosinistra e puntare su un leader, evitando le solite spaccature che un anno fa hanno portato alla candidatura di Corsi e Piroli. L’uno sostenuto da Pd e Psi e l’altra dalla sinistra. Non ci sono dubbi su chi sia attualmente la leader del centrosinistra, che sembra essere ormai pronto a tirarsi fuori dalla crisi. (Leggi qui Anatomia di una crisi: il centrosinistra a Ceccano).