Così Rossella ha portato Forza Italia al disastro

La catastrofe di Forza Italia. Il bivio sbagliato imboccato di fronte alla proposta di fare squadra con Vacana. Che avrebbe garantito un'elezione. Fuori dalla Provincia per la prima volta. Nulla a che vedere con Fazzone, vero trionfatore in provincia di Latina

Ha scelto di non eleggere un consigliere Provinciale. Eppure aveva tutte le condizioni per mandare un suo uomo a Piazza Gramsci. Forza Italia ha deciso di adottare una strategia precisa: che si è rivelata sbagliata, determinando un suicidio politico. Il simbolo degli azzurri viene ammainato dal palazzo di Piazza Gramsci per la prima volta da quando Silvio Berlusconi è sceso in campo.

La scelta sbagliata

Luigi Vacana

Il bivio sbagliato imboccato dai vertici provinciali di Forza Italia è ubicato in un posto preciso. Palazzo Iacobucci, primo piano, nel punto diametralmente opposto a quello in cui si trova l’ufficio del presidente Antonio Pompeo. Tracciando una diagonale, lo spigolo opposto porta nella raffinata stanza foderata in legno e pavimentata in parquet dove per anni ha regnato il professor Filippo Materiale.

Non è un caso che lì abbia fissato il suo quartier generale Luigi Vacana, vicesindaco di Gallinaro e punto di equilibrio strategico dell’amministrazione provinciale. Sta lì da quando Graziano Delrio e Matteo Renzi hanno avuto l’idea di riformare le Province italiane generando uno degli assurdi amministrativi più incomprensibili dell’età Moderna.

Vacana è il catalizzatore di tutto ciò che sta a sinistra del Pd e non ha però la dimensione necessaria per raggiungere l’elezione. Lui lo sa e costruisce così la sua lista. Basandola su due elementi: 1. offre a tutti la possibilità di giocarsi la partita, candidandoli e se scatta il quorum stanno dentro; 2. garantisce a tutti che li rappresenterà in Aula, rispondendo alle loro istanze e facendosene portavoce.

Nell’ambito di questa strategia ha incontrato nei mesi scorsi in quell’ufficio Rossella Chiusaroli, sub coordinatore provinciale di Forza Italia. Mettendola di fronte ad un bivio.

La Fortuna di Giuseppe

Luigi Vacana e Giuseppe Fortuna

Per la precisione a farlo è stato Giuseppe Fortuna, ultimo Segretario provinciale di Sel in Ciociaria: l’uomo che ha portato alla candidatura in Parlamento l’onorevole Nazzareno Pilozzi.

Fortuna si trovava nell’ufficio di Vacana in veste di organizzatore e presentatore designato della civica Provincia in Comune. È quella nella quale oggi il vice presidente della Provincia è stato rieletto con 7.433 voti ponderati, attribuitigli da 101 amministratori comunali.

Il ragionamento politico tra Giuseppe Fortuna e Rossella Chiusaroli è stato concreto. Riuscite ad eleggere un consigliere provinciale? Avete i 7mila voti ponderati che servono per far scattare il seggio? La risposta della sub coordinatrice provinciale è stata “Forse”. I numeri di oggi dicono altro: Forza Italia è lontanissima da quel traguardo e se avesse eletto un Consigliere ci sarebbe riuscita con i migliori resti. Che invece il Polo Civico non le ha lasciato.

Rossella Chiusaroli era consapevole che ci fosse questo rischio. Giuseppe Fortuna le ha proposto una soluzione: “Allora prendete il vostro uomo più forte e candidatelo con noi all’interno di un progetto civico. Noi vi portiamo il quorum, voi dovete portare i voti per eleggere i vostro uomo”.

Il dubbio di Rossella

Il consigliere politico che accompagnava Rossella Chiusaroli ha sgranato gli occhi come di fronte ad un regalo inatteso. La sub coordinatrice ha fatto invece un ragionamento politico: ho la responsabilità del simbolo, devo fare di tutto affinché sia presente anche in questa tornata, bisogna andare oltre la volta scorsa quando è apparso insieme a quello di Fratelli d’Italia in una lista unica.

Giuseppe Fortuna ascolta, comprende. E chiarisce: il bivio è tra esporre il simbolo con il rischio di non eleggere, non esporre il simbolo ed eleggere con certezza nella nostra lista.

I fatti dicono che Rossella Chiusaroli ha fatto la scelta di presentare la lista di Partito. Portando Forza Italia al disastro politico. Il più votato è stato Danilo Tuffi: il Consigliere comunale di Anagni ha preso i voti espressi dal sub coordinatore Daniele Natalia, sindaco della città. È arrivato a quota 2.890 ed è stato in corsa solo per una decina di minuti quando sono arrivati i voti della sua città. Da Sora Salvatore Meglio ha portato 1.271 voti. Tutto il resto è a tre cifre e qualcuno sta pure a due.

Risultato: zero eletti, Forza Italia per la prima volta nella sua storia sta fuori da piazza Gramsci. (leggi qui Provinciali: il centrosinistra vince ed opziona il Comune).

Nemmeno Forza Italia ha votato Forza Italia

Gianluca Quadrini e Rossella Chiusaroli

C’è di peggio: nemmeno Forza Italia ha votato Forza Italia. I numeri parlano chiaro: i consiglieri comunali eletti in Provincia di Frosinone dalle truppe azzurre valgono molto più dei 6130 voti ponderati che sono stati espressi oggi. Gli amministratori sono più dei 55 che hanno votato la lista.

C’è chi ha voltato le spalle a questo gruppo dirigente ed alla sua linea. All’appello mancano 900 voti ponderati.

L’analisi del voto dice che il sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi ha concentrato i voti sul suo presidente d’Aula. Che milita nel Partito Socialista. Ferdinandi è uno di quelli che è stato emarginato dal nuovo corso. All’appello potrebbe mancare il voto di Pierino Naretti, Consigliere di Anagni: quasi mai è in sintonia con il suo sindaco. La conta del voto ponderato dice che manca anche quello di una grande città: potrebbe essere il voto di di Francesca Calvani che da Cassino è stata raramente coinvolta nelle dinamiche azzurre provinciali.

Il risultato è stato la vendetta politica perfetta per Gianluca Quadrini: il capogruppo uscente è stato sconfessato dall’attuale corso politico di Forza Italia. Lui è entrato anche nella nuova amministrazione Provinciale: con 5.150 voti personali candidandosi nella lista della Lega, i 9 candidati di Forza Italia messi insieme ne hanno presi 6mila.

Nulla a che vedere con Fazzone

Claudio Fazzone

Nulla a che vedere con la strategia adottata in provincia di Latina da Claudio Fazzone. Il senatore ha stretto un accordo con il Pd e con Italia Viva: ha eletto presidente della Provincia il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli, piazzato in Consiglio tutti i suoi uomini chiave, chiuso un cerchio che lo porta ad essere strategico sia in Provincia che al Comune di Latina.

Chiaro che a Frosinone c’è più di qualcosa da rivedere. I risultati di questo gruppo dirigente sono stati catastrofici, inadeguati ai traguardi che Forza Italia poteva e doveva centrare.

Lo dimostra la reazione. Invece di interrogarsi sulle ragioni della sconfitta, il dirigente Samuel Battaglini cerca colpevoli: punta il dito sui Consiglieri azzurri che non hanno votato Forza Italia e ne chiede l’espulsione.

Deve esserci una ragione se in Provincia di Latina Claudio Fazzone elegge il sindaco a Formia, opziona dopo dieci anni la rielezione del sindaco a Gaeta, governa senza pensieri su Fondi, stringe il patto che gli assicura un ruolo chiave a Latina città e Provincia, mentre Frosinone non riesce ad eleggere né un sindaco né un consigliere provinciale. (Leggi qui La Provincia salva il Comune, il Comune salva la Provincia).