Cosilam E se quello di Petrarcone fosse un bluff?

E se fosse un bluff? Se Peppino Petrarcone, nella partita per il Cosilam, non avesse in mano tutti gli assi che vuole far credere agli avversari?

Il sindaco di Cassino (città che possiede circa il 18% del pacchetto azionario del Consorzio di Sviluppo Industriale del Lazio Meridionale), di fronte alla mossa fatta dal sistema delle imprese (candidatura dell’industriale cassinate del marmo Pietro Zola, sostenuto da Unindustria, Camera di Commercio, Cna, Confimprese e BpF) ha rilanciato lasciano intendere di poter calare sul tavolo una candidatura autorevole ed al di sopra delle parti (che molti individuano nel magnifico rettore Ciro Attaianese), facendo squadra con i sindaci che fanno riferimento ad Anna Teresa Formisano e Marino Fardelli, tentando la ‘strategia Scalia’ (asse con i Comuni di Pontecorvo e Piedimonte San Germano, BpC e Federlazio).

Ma appena qualcuno ha provato a sbirciare le carte ha avuto l’impressione di trovarsi di fronte ad un bluff, una mossa con la quale tentare di spaventare l’avversario.

Infatti, all’appello, manca Marino Fardelli con i suoi sindaci. Non farà parte della cordata di Petrarcone, al quale era pronto a portare in dote due liste civiche con cui rastrellare voti su Caira e nelle altre circoscrizioni cittadine durante le prossime elezioni comunali. Il no ad Anna Teresa Formisano ed il modo in cui le è stato detto hanno spinto Marino Fardelli a tenere in riserva le sue truppe; pronte a schierarle, per la partita del Cosilam e per la battaglia delle Comunali. Ma solo se gli verranno chieste nel modo giusto. Altrimenti inizierà a pensare in modo serio ad una sua candidatura in chiave Anti Petrarcone. Ma come sindaco di Cassino.

Ed all’appello manca anche il sindaco di Pontecorvo: gli osservatori escludono che Anselmo Rotondo faccia parte della partita. Almeno per ora. Tanto quanto il magnifico Ciro Attaianese: che non intende essere messo sulla graticola da nessuno. tantomeno dalla politica.

Un fronte si apre anche nelle file di Unindustria. Qualcuno giura che il presidente Davide Papa non abbia preso bene l’uscita dell’imprenditore Marcello Ripa, il quale ha rimproverato la scelta di schierare Pietro Zola, sostenendo che non fosse stata condivisa con gli associati. Al punto che Papa avrebbe chiesto alle segretarie copia delle minute delle riunioni tenute con la catena di comando, in cui la designazione è stata condivisa; poi avrebbe chiesto le presenze alle riunioni del direttivo allargate: e pare che Ripa non abbia mai partecipato. Nel fascicolo sostengono ci fosse anche altro, una nota secondo la quale non è chiaro se l’impresa debba ancora essere considerata associata ad Unindustria.

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