Cosilam, finisce a carte bollate la nomina del Dg

Sedici pagine più gli allegati: molti articoli di giornale ed anche le stampe del blog Alessioporcu.it. L’avvocato Michele Nardone le ha depositate alla cancelleria della Procura della Repubblica di Cassino il 5 maggio scorso: chiede l’apertura di un’inchiesta sulla nomina del direttore generale del consorzio industriale Cosilam di Cassino.

 

L’ex vicesindaco di Cassino ipotizza il reato di abuso d’ufficio. Perché sostiene che nonostante il Cosilam sia un ente di diritto privato non poteva scegliere chi preferiva. La norma consente al presidente di incaricare chi più gli ispira fiducia, in base ai titoli ed alle esperienze. Ma – dicono quelle sedici pagine – dal momento in cui è stata imboccata la strada della selezione pubblica allora tutto cambia. A quel punto la selezione diventa paraconcorsuale. Cioè come se fosse un concorso pubblico.

Cosa non sarebbe stato rispettato? Viene elencata una serie di punti. Il più rilevante però è quello che riguarda la fase del colloquio orale fatto ai candidati. Dagli atti – sostiene la denuncia – non risulta sia stato compilato un verbale per ciascuno dei tredici candidati, al termine dei singoli colloqui. In questo modo non risulta possibile comparare i vari concorrenti.

 

C’è poi un altro aspetto, che riguarda la possibile incompatibilità di uno dei consiglieri d’amministrazione. Alle selezioni orali non partecipò il consigliere Renato Di Carlo: aveva alcuni interessi di lavoro con il marito di una delle candidate. Si ritenne opportuno allora evitarne la presenza. Dice la denuncia che, per lo stesso motivo, il consigliere si sarebbe dovuto astenere anche dalle altre fasi della selezione, tutte quelle che avevano preceduto i colloqui.

 

In nessun passaggio viene contestata la nomina dell’avvocato Annalisa D’Aguanno. Tutto si concentra invece sugli aspetti procedurali.

Infatti, nel mirino dell’avvocato Nardone, che era uno dei tredici aspiranti alla carica di Direttore Generale, è finito il presidente del Cosilam Pietro Zola. Appreso della denuncia ha conferito l’incarico di assumere la sua difesa all’avvocato Sandro Salera. «Sono sereno – ha detto il presidente – avremmo potuto nominare il direttore generale in maniera fiduciaria. Invece, proprio per fare tutto alla luce del sole, abbiamo preferito percorrere la strada della selezione pubblica. Inoltre abbiamo incaricato una società esterna di raccogliere le domande e provvedere ad una selezione. Più limpidi e trasparenti di così non abbiamo saputo fare. E forse nemmeno era umanamente possibile».

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