La manovra a tenaglia per stringere Simone Costanzo

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

C’è una manovra a tenaglia all’interno del Partito Democratico. Ed il candidato a restare intrappolato nella morsa potrebbe essere il segretario provinciale Simone Costanzo.

 

IL PRANZO DA EXODUS

Gli indizi sono tanti. Cominciano a diventare evidenti. Per sabato il Segretario aveva organizzato una visita alla Caritas di Cassino e poi un pranzo ad Exodus. Si sono presentati solo il leader dell’ala orfiniana Francesco Mosillo con lo stato maggiore del suo gruppo consiliare: Sarah Grieco e Barbara Di Rollo. Nessuno dell’ala che fa riferimento all’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone. Assente il consigliere regionale Marino Fardelli. Nessuna traccia dell’ala di Emiliano con Salvatore Fonatana. Non avvistati nemmeno gli uomini di Luigi Russo e Io Democratico.

Eppure Simone Costanzo aveva invitato tutti gli eletti di Cassino del Pd, i parlamentari nazionali e quelli regionali. Ma Nessuno è andato.

Un segnale per il Segretario?

Nei mesi scorsi Simone Costanzo ha rinunciato all’incarico di commissario del Circolo di Cassino, che insieme al presidente provinciale Domenico Alfieri doveva tentare di pacificare e riunificare. (leggi qui) Ma nonostante le dimissioni, il Segretario provinciale ha continuato a coltivare il campo politico di Cassino. A tentare di favorire il dialogo.

Gli incontri sono diventati molto più fitti dopo che si è saputo del suo incontro con Nicola Zingaretti in Regione (leggi qui). Ha incontrato con certezza l’ala ribelle di Fontana e Io Democratico, instaurato una linea diretta con l’ala di Mosillo.

Cosa c’è allora dietro alla manovra a tenaglia?

 

IN MISSIONE PER ZINGARETTI

Per comprenderlo bisogna tornare a quell’incontro in Presidenza con Nicola Zingaretti. C’erano tanti elementi nell’agenda politica. Uno dei quali era proprio Cassino. Lì, il Governatore poteva contare fino a poco tempo fa sull’asse d’acciaio con Francesco De Angelis (amici da antichissima data) e con Mauro Buschini (promosso assessore non a caso). Un patto che si è dissolto dalla sera alla mattina quando Francesco ha deciso di collocarsi nel campo del Giovani Turchi di Orfini (in antitesi con Zingaretti). E Buschini l’ha seguito, nonostante in Presidenza si confidasse sul contrario.

Il Governatore allora aveva avuto un incontro con Marino Fardelli ed il suo gruppo (leggi qui). Fardelli aveva tentato di intavolare il gioco nel quale è maestro: due (o più) partite contemporaneamente, una con i renziani ed una con gli Orlandiani di Zingaretti. Ma siccome Nicola Zingaretti non è di primo pelo ha capito il gioco e smontato il campo nel giro di poco. Nei giorni successivi c’è stata la missione a Cassino del suo generale, Baldanza (leggi qui) conclusa con la creazione di un piccolo sentiero politico.

Serve però un uomo su Cassino. Quell’uomo, con discrezione, potrebbe essere Simone Costanzo. Una sorta di missione ricognitiva, condotta all’interno dell’asse che sta portando a creare l’alleanza tra Zingaretti – Astorre – Scalia – Moscardelli.

 

BERSAGLIO MOBILE

E’ proprio questo elemento ad avere trasformato il Segretario in un bersaglio mobile. Finito nel mirino tanto di Marino Fardelli quanto di Mauro Buschini. In particolare il primo: sta lavorando per la sua rielezione in Regione, fino ad oggi lo scenario lo vedeva come il candidato dell’area Scalia da contrapporre al candidato dell’area De Angelis, e cioè l’assessore Buschini.

Per settimane Fardelli ha lavorato al fine di evitare che nascesse una contrapposizione con il presidente della Provincia Antonio Pompeo, che un pensierino alla Regione lo ha fatto. E lo sta ancora facendo, sarà lui a decidere cosa fare. Ma ci sono altre ipotesi ed altri scenari che potrebbero essere più gratificanti per l’avvocato di Ferentino.

Il timore a questo punto è che Simone Costanzo possa inserirsi in questo scenario. In quota Astorre – Franceschini (la sua componente) con il placet di Zingaretti.

Meglio allora fare terra bruciata. E stringerlo in una manovra a tenaglia.

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