Covid-19, D’Amato toglie il sasso dalla scarpa: «In Italia si parlava di Bibbiano, nel Lazio eravamo operativi»

Trenta giorni vissuti sullalinea del fronte contro il Covid-19. L'assessore regionale Alessio D'Amato si toglie il sasso dalla scarpa. Tutti i numeri che hanno bloccato il virus. E po: "Mentre in Italia parlavano di BIbbiano noi agivamo". Vaccinazione a tappeto da subito. Mille euro per i sanitari che hanno fronteggiato la bestia

Per due mesi ha portato in silenzio il sassolino appuntito dentro una scarpa: lo ha tolto adesso che la curva dei contagi nel Lazio è da giorni in discesa, i nuovi soggetti a rischio coronavirus sono ogni giorno meno di quelli che scono dalla soverglianza, le Terapie Intensive iniziano a svuotarsi. L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato non toglie né giubbotto né elmetto indossati in tutti questi giorni di fuoco trascorsi a trasformare ospedali, trasferire reparti, intercettare macchinari e mascherine, assumere personale. Ma il sassolino si. Quello lo toglie. E dice: «Il 24 gennaio in Italia si parlava di Bibbiano e delle Sardine, noi qui parlavamo di Covid-19. Il contrasto al virus non è fattore di casualità ma un fatto operativo. Tempestività e organizzazione sono stati gli aspetti più importanti nella battaglia al coronavirus. Ricordo che in questa regione l’alert è scattato il 21 gennaio; il 24 gennaio furono redatte le procedure operative delle nostre attività durante l’emergenza. Mentre in Italia parlavano di Bibbiano noi qui parlavamo di Covid»”.

30 giorni al fronte

Nicola Zingaretti e Alessio D’Amato durante la conferenza stampa allo Spallanzani

Quel sassolino appuntito è il segnale che ora la situazione è sotto controllo. Che l’unica paura è per una nuova ondata di contagi se gli italiani usciranno di casa come prima: senza mascherina, senza rimanere a distanza, stringendosi le mani ed abbracciandosi.

Alessio D’Amato lo ha sfilato dalla scarpa durante la conferenza stampa tenutasi stamane in streaming dall’ospedale Spallanzani. Ha messo sul tavolo i numeri di trenta giorni vissuti al fronte: con la paura di essere investiti da un’ondata micidiale, lunga e assassina come quella di Bergamo e Cremona.

Un mese di lotta corpo a corpo contro la bestia che subito ha infettato il comandante in capo Nicola Zingaretti. In quei 30 giorni sono stati 4.429 i casi Covid-19 nel Lazio. Il mostro ha colpito in maniera quasi uguale uomini e donne: il 51% dei casi è su soggetti di sesso maschile ed il 49% sulla popolazione femminile.

Quasi la metà ha avuto sintomi non così severi da richiedere il ricovero in ospedale. Poco meno di uno su tre è stato ricoverato. La rete delle terapie intensive costruita in fretta dalla Regione ha retto l’ondata.

Le maglie della rete

Coronavirus, Terapia Intensiva in uno degli ospedali Covid

Una rete che alla fine è arrivata a contare oggi 2.200 posti letto ordinari nella rete Covid e 434 posti letto di terapia intensiva.

Ci sono 9 ospedali hub che in caso di emergenza sanno dove dirottare i pazienti. Ognuno sa dove trasferirli per la riabilitazione respiratoria appena è passata la fase critica.

Ci sono state oltre 1.400 assunzioni di medici e infermieri; sono state istituite 4 ‘zone rosse’.

L’assessore ha poi sottolineato l’accordo con le strutture alberghiereper un totale di duemila posti, di cui 505 gia’ attivati“. Inoltre “insieme ai Medici di medicina generale abbiamo messo in campo l’app ‘Lazio Doctor Covid‘ e stiamo sperimentando gli interventi con le Unita’ mobili sul territorio. Posso annunciare che intendiamo istituzionalizzare i camper perché la sfida oggi si vince sul territorio. Ci sarà un reclutamento di 580 infermieri per rafforzare la rete di assistenza a domicilio

Via a 300mila test sierologici

Provette con Coronavirus © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Il Lazio si preparara ad una campagna di test a tappeto su tutta la popolazione. Intanto si parte con «almeno 300 mila test sierologici, dando priorità al personale sanitario, alle Rsa e alle forze dell’ordine».

Quando si comincia? «E’ un intervento che partirà nei prossimi giorni una volta definite le metodologie a livello nazionale, alle quali ci atterremo. Quantitativamente faremo uno sforzo in più che impegnerà il sistema sanitario regionale ma sara’ importante per capire il livello di diffusione del virus». 

C’è poi l’altro grande allarme. Quello del prossimo autunno. L’incubo è quello di trovarsi di fronte ad una seconda ondata di Covid-19 insieme ai primi casi di influenza stagionale, quella che normalmente intasa i Pronto Soccorso. Il sistema non la reggerebbe.

Allora si deve puntare sulla vaccinazione. Fonché non c’è il vaccino contro il coronavirus bisogna puntare su quello contro l’influenza. Nicola Zingaretti dice «Nel Lazio il vaccino anti-influenzale sarà obbligatorio per gli over 65 e altre categorie a rischio. Questo ci permetterà di individuare in maniera molto più tempestiva chi ha contratto il virus. Allo stesso tempo anche una presa in carico degli anziani molto più tempestiva, non confondendo l’influenza con il Covid-19″.

Serve un decalogo sul distanziamento sociale

Nicola Zingaretti e Alessio D’Amato durante la conferenza stampa allo Spallanzani

Bisogna iniziare a pianificare il dopo. La Regione Lazio lo sta già facendo ed ha una serie di linee guida abbozzate. (leggi qui Il Lazio parla di riapertura: a maggio e con queste regole) .

Nicola Zingaretti ha sottolineato che «le Regioni hanno la facoltà non di allentare le misure prese, ma casomai di restringerle. La nostra linea è quella della prudenza e di ascoltare i territori». Poi ha aggiunto: «È importante già la prossima settimana avere dalla Cabina di regia un decalogo di che cosa significa il distanziamento sociale. Questo permetterà al legislatore e ai sindaci di far calare le indicazioni nazionali nei territori”. 

I numeri dicono che la rete ha tenuto ma la paura è l’onda di ritorno. Come è capitato a Hong Kong, a Singapaore, a Wuhan. “I numeri del contagio nel Lazio sono stati contenuti perché si sono rispettate le regole, ma non è finita, siamo in cammino ma ancora dentro la crisi sanitaria. È molto importante: noi seguiremo le indicazioni della cabina di regia, ma richiamiamo con il cuore e la testa tutti cittadini a rispettare le regole.

Se non si rispettano le regole – ha spiegato ancora Zingaretti – il contagio aumenterà e il periodo di restringimento sarà inevitabilmente prolungato. I cittadini non devono confondere le belle giornate con la fine della crisi, è una fase di transizione”. Il distanziamento sociale non finisce ma ci accompagnerà per una lunga fase”.

Mille euro ai sanitari anti Covid

Coronavirus, medici ed infermieri in ospdale con mascherina

Li hanno chiamati eroi, li hanno chiamati angeli. Eppure fino a qualche giorno prima venivano criticati ed insultati, talvolta anche picchiati nei Pronto Soccorso. Medici, infermieri ed operatori sanitari si sono divisi in due gruppi: quelli che hanno dato l’anima ed in qualche caso anche la salute per curare i pazienti di Covid. E quelli che si sono nascosti mettendosi in malattia.

La Regione Lazio ha deciso di dire grazie ai primi. Facendo come Bonaccini in Emilia Romagna. Lo annuncia l’assessore Alessio D’Amato. “Nella giornata di oggi tutte le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo che prevede il riconoscimento di 1.000 euro agli operatori sanitari impegnati nel contrasto al Covid-19. Un elemento importante non solo dal punto di vista economico – ha aggiunto – ma un riconoscimento allo straordinario impegno degli operatori ai quali va il nostro più sincero ringraziamento“.

Le mascherine sono arrivate

Mascherine

C’è spazio anche per un altro sassolino. Le mascherine oordinate dalla Regione Lazio sono arrivate. Nei giorni scorsi il centrodestra aveva ipotizzato che l’ente fosse stato truffato. Che si fosse affidato ad un soggetto non professionale.

Nessuna truffa se non quella che è stata messa in atto anche da alcuni politici verso i cittadini i quali hanno raccontato balle sulle forniture di dispositivi di protezione: lo ha detto il presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini.

Il tema è l’arrivo della prima fornitura di mascherine da parte della Ecotech srl alla Regione Lazio, in questi giorni al centro di alcune polemiche.

«Sono state smascherate le fake e le balle costruite e ingigantite per colpire le strutture della Protezione civile e la Regione impegnata h24 per fronteggiare gli effetti del maledetto virus. Chi ha fatto polemiche su un fisiologico ritardo – incalza e chiosa Buschini nella nota – verso il quale la Regione aveva assunto ogni tipo di garanzia giuridica ed economica, ora abbia l’onestà di ammetterlo e di evitare, almeno in questa straordinaria emergenza brutte speculazioni per non offendere i cittadini e chi è in prima linea ad affrontare la pandemia».