Covid-19, l’abate benedice dalla loggia con la reliquia di San Benedetto: mai accaduto

Foto © Roberto Vettese

Perlaprima volta un abate di Montecassino ha affidato la città, l'Europa ed il Mondo, con l'intercessione di San Benedetto, ostentando la reliquia direttamente dalla loggia.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Le campane di Montecassino suonano a distesa. Il rintocco è quello riservato alle feste più importanti ed alle occasioni più solenni. L’eco corre rapido fino alla città vuota che si stende giù nella vallata. Nessuno o quasi è sulle strade, tutti o quasi sono chiusi in casa. Come ai tempi in cui quelle vie erano assediate da longobardi, oppure strette nella morsa dei saraceni: entrambi misero tutto a ferro e fuoco. Solo che questa volta a minacciare l’assedio non è un nemico venuto dal mare, non è uno stormo alzatosi in volo per sganciare le bombe come settant’anni fa. Ora alle porte c’è un nemico invisibile, subdolo, che ti entra nel corpo e si nasconde. E poi quando è già tardi inizia a manifestarsi, uccidendo poco alla volta dopo averti dato la possibilità di portarlo in giro e di infettare gli altri senza saperlo.

Cassino e Montecassino Foto © Roberto Vettese

Dom Donato Ogliari è il padre abate venuto a restituire la dignità a quelle sacre mura dopo il tempo dei pettegolezzi. È lui ad uscire dalla cripta dov’è custodita la reliquia di San Benedetto da Norcia: il monaco eremita, il pio che i confratelli tentarono di avvelenare con una coppa di vino, il santo che predicava di pregare e lavorare, il patrono che salvò il sapere di tutto il l’occidente moderno attraverso i suoi amanuensi che replicarono e custodirono i volumi fondamentali del nostro pensiero.

Stringe quella sacra reliquia dom Donato e sale nella parte più alta dell’abbazia. Si affaccia dalla loggia da cui si vede tutta la vallata per chilometri e chilometri.

Solleva la reliquia e sommessamente inizia a pregare, affidare, benedire. “Signore Iddio onnipoptente, per intercessione del nostro santo padre Benedetto ti affidiamo la nostra città di Cassino e l’Europa di cui il santo patrirca è patrono”.

Non è mai stato fatto: è la prima volta. La voce continua, sommessa: “Ti affidiamo questo momento difficile che il mondo sta vivendo. Ti affidiamo tutte le persone che sono in prima linea: infermieri, medici, operatori sanitari. Ti ringraziamo per l’abnegazione con cui assolvono al loro compito”.

dom Donato Ogliari benedice la città di Cassino © Roberto Vettese

Il suono delle campane continua a distesa mentre l’abate dice “Vogliamo ricordare tutte quelle famiglie che sono state colpite per la perdita di qualche caro e tutti coloro che ancora stanno lottando tra la vita e la morte“.

Affida anche chi sta prendendo le decisioni dalle quali dipenderà il domani, guarda al futuro. “Ricordati anche dei nostri governati, delle istituzioni e di coloro che sono preposti al bene comune, affichè ci aiutino ad affrontare al meglio questa situazione. E tutti ne possiamo uscire migliorio, più responsabili, più capaci di sentirci uniti gli uni agli altri, più capaci di collaborare, condividere, essere solidali”.

Senza una pausa, senza un’indecisione, stringendo ancora più forte la reliquia tra le mani conclude: “Per intercessione del Santo Padre Benedetto, la bendizione discenda su questa città di Cassino, sulla Terra Sancti Benedicti, sull’Europa e sul mondo intero”.

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