Covid, doccia fredda sull’immunità di gregge

Taglio dei quantitativi di AstraZeneca: il 14 aprile solo 15.000 fiale. Nel Lazio basteranno per un giorno e mezzo. D’Amato: rischio azzoppamento. Frenata pure della Johnson & Johnson. Immunità di gregge: la data dipende dalla capacità di accelerare

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

La doccia fredda arriva all’indomani dell’immunità di gregge ipotizzata per settembre. L’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, in visita al centro vaccinale di Frosinone nel giorno di Pasquetta, aveva detto: «Entro la fine di agosto contiamo di aver vaccinato 4.000.000 di nostri concittadini. In questo caso a settembre potremmo raggiungere l’immunità di gregge». Covid: «Immunità di gregge nel Lazio già a fine agosto».

Un euro di benzina nella Ferrari

Foto: Saverio De Giglio / Imagoeconomica

Ma poi è arrivata la notizia del taglio dei quantitativi di AstraZeneca. L’azienda biofarmaceutica anglo-svedese il 14 aprile avrebbe dovuto consegnare 30.000 dosi: un quarto rispetto all’ultimo scarico. Poi però è arrivata la comunicazione che saranno consegnate soltanto 15.000 fiale. Un quantitativo che nel Lazio basta per un giorno e mezzo. Non solo. Perché, come ha scritto il quotidiano La Repubblica, «come se non bastasse, da Johnson & Johnson arrivano brutte notizie: il primo carico, atteso intorno al 20 aprile, sarà molto meno ricco del previsto. Solo 50.000 dosi».

E questo può comportare lo slittamento della campagna vaccinale nelle mille farmacie laziali che hanno dato la loro disponibilità. Perché delle 50.000 dosi, 10.000 verranno distribuite agli agenti della Polizia penitenziaria e alla popolazione carceraria a rischio focolaio. Le altre 40.000 bastano per due giorni. E a questo punto potrebbero essere distribuite negli hub già operativi. Una disponibilità di due giorni non incoraggia, infatti, l’immediata discesa in campo delle farmacie.

Ha detto l’assessore Alessio D’Amato a La Repubblica: «Sarebbe come mettere un euro di benzina in una Ferrari, tanto per sentire il rombo del motore e poi vederlo spegnersi».

L’allarme di D’Amato sul Covid

L’assessore regionale Alessio D’Amato e la DG Pierpaola D’Alessandro

L’assessore regionale è andato dritto al punto. Spiegando: «Forte preoccupazione per i tagli del 50% comunicati per le consegne di AstraZeneca del 14 aprile. I dubbi su AstraZeneca rischiano di azzoppare la campagna vaccinale».

Poi ha aggiunto: «Ho chiesto alla struttura commissariale di togliere dal conteggio del Lazio le 97.898 dosi poiché si tratta di forniture per le esigenze nazionali del comparto sicurezza e difesa come ha dichiarato la stessa struttura commissariale e mai entrate nella disponibilità per i cittadini della nostra Regione. Pertanto ci aspettiamo nelle prossime ore una rettifica del dato conteggiando 1.370.452 dosi anziché quelle riportare dal sito nazionale pari a 1.468.350».

Ha argomentato poi D’Amato: «In questo modo non è possibile raggiungere per fine aprile gli obiettivi delle 500.000 dosi giornaliere a livello nazionale e delle 50.000 nel Lazio. Confermo quanto vado ripetendo da settimane: mancano le dosi. Come Regione Lazio siamo nella condizione di arrivare a 30.000 dosi giornaliere subito, per poi raggiungere quota 50.000 e perfino oltre. Ma se non abbiamo le dosi è impossibile. Siamo in un momento delicato della campagna vaccinale: ci avviciniamo a 1,2 milioni di dosi somministrate. E stiamo per aprire le prenotazioni per le fasce di età di 64 e 65 anni».

Grazie presidente

Il presidente Sergio Mattarella mentre si vaccina allo Spallanzani

D’Amato ha voluto altresì ringraziare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Affermando: «La sobrietà del presidente Mattarella è un esempio fulgido. Questa mattina (ndr: ieri per chi legge) allo Spallanzani si è svolto tutto regolarmente. Dopo la somministrazione della seconda dose del vaccino, il presidente si è soffermato all’uscita chiedendo notizie in merito all’andamento della campagna vaccinale e ho riferito che a Roma e nel Lazio si sta compiendo in grande sforzo organizzativo e siamo pronti a fare di più, ma abbiamo bisogno della certezza delle forniture dei vaccini».

E l’Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio ha comunicato: «Ieri nel giorno di Pasquetta (ndr: l’altro ieri per chi legge) sono state 18.649 le vaccinazioni somministrate nel Lazio, che rappresentano oltre il 20% delle somministrazioni totali eseguite a livello nazionale.Una somministrazione su 5 in Italia è stata eseguita nel Lazio».

Lo scatto di Figliuolo

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario dell’emergenza Covid-19, nel pomeriggio di ieri ha annunciato che «ammonta a 1,5 milioni di dosi Pfizer la prima consegna di vaccini del mese di aprile, che entro la giornata di domani (ndr: oggi per chi legge) raggiungeranno le Regioni».

Poi ha continuato: «Si tratta in assoluto del lotto di vaccini più consistente consegnato dall’inizio della campagna, di cui beneficeranno in modo particolare i soggetti più vulnerabili. A tal riguardo, nell’ultima settimana, è cresciuto del 20% il numero di persone over 80 cui è stata somministrata una dose di vaccino».

Francesco Paolo Figliuolo e Alessio D’Amato (Imagoeconomica)

Negli stessi minuti Thierry Breton, commissario dell’Unione Europea responsabile della fornitura dei vaccini, puntualizzava: «Se avessimo ricevuto il 100% dei vaccini AstraZeneca previsti dai contratti, l’Unione Europea sarebbe oggi allo stesso livello della Gran Bretagna in termini di vaccini».

Numeri e scenari del Covid

Alle 19.45 di ieri in provincia di Frosinone erano arrivate a 84.706 Le persone che hanno completato l’intero percorso (due dosi) sono poco più di 23.000. In tutto il Lazio, alla stessa ora, 1.185.282 dosi somministrate, 22.710 delle quali in una giornata. Mentre sono 340.555 i soggetti che hanno completato il percorso vaccinale.

Nell’intera regione 1.007.256 prenotazioni. In Ciociaria sono 74.463. Nella fascia degli over 80, nel Lazio oltre il 52% degli anziani prenotati ha completato il ciclo vaccinale. Dalla mezzanotte si è aperta la prenotazione per gli anni 65 e 64, ovvero le persone nate nel 1956 e nel 1957.

Ora però bisognerà vedere cosa succederà. Le minori dosi di Johnson & Johnson possono far slittare l’inizio delle vaccinazioni nelle farmacie. «Il rischio è concreto», spiega Riccardo Mastrangeli, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Frosinone.

Riccardo Mastrangeli e Fabrizio Cristofari

In Ciociaria circa 90 delle 165 farmacie aderiranno alla campagna vaccinale. E ognuna potrà somministrare 20 dosi al giorno. Per un potenziale, quindi, di 1.800 ogni ventiquattro ore. L’Asl ha fissato l’obiettivo di 100.000 dosi somministrate in provincia entro la fine di aprile. Ma è chiaro che tutto dipende dai rifornimenti.

I centri vaccinali anti Covid

Ricordiamo che nei centri vaccinali di Frosinone, Cassino, Sora, Alatri, Ceprano e Veroli (presso la Città Bianca) viene somministrato il vaccino Pfizer. Mentre ad Anagni, Ceccano, Pontecorvo e Atina c’è AstraZeneca.

Pierpaola D’Alessandro, ha anticipato la volontà della Asl di aumentare gli hub a disposizione. Prevedendone uno o due in più: a Torrice e a Piedimonte San Germano.

L’immunità di gregge

Il nodo dei rifornimenti delle dosi di vaccino influirà anche sul raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge.

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Nello speciale capitolo riservato ai vaccini si leggeva ieri: «Bisogna somministrare 84.342.495 dosi per vaccinare il 70% della popolazione italiana (2 dosi per persona vaccinata). L’ultima media mobile a 7 giorni di dosi somministrate ogni giorno in Italia è di 219.816. A questo ritmo ci vorrebbero 10 mesi e 28 giorni per coprire il 70% della popolazione. L’obiettivo sarebbe raggiunto il giorno 2 febbraio 2022 contro la previsione del governo ad agosto 2021. La popolazione italiana secondo gli ultimi dati Istat ammonta a 60.244.639 residenti. Le consegne, però, aumenteranno dal secondo trimestre 2021 per crescere ancora durante il terzo».

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

E ancora: «L’ultima media mobile a 7 giorni di dosi somministrate ogni giorno nel Lazio è di 23.640. A questo ritmo ci vorrebbero 9 mesi e 21 giorni per coprire il 70% della popolazione. L’obiettivo sarebbe raggiunto il giorno 7 gennaio 2022 contro la previsione del governo ad agosto 2021».

Si tratta di ipotesi e scenari, destinati a cambiare se aumentano i giri del motore della campagna vaccinale. Se cioè da fine aprile si riuscisse davvero a somministrare 500.000 dosi giornaliere in Italia, 50.000 delle quali nel Lazio.

Il concetto chiave sarà quello dell’approvvigionamento. Perché siccome la lotta al Covid è come una “guerra”, l’esercito ha bisogno delle munizioni.

L’urlo dei medici di famiglia

La dottoressa Caterina Pizzutelli, responsabile provinciale della Fimmg (la federazione italiana dei medici di famiglia), dice: «Ci mancano le dosi. Per somministrare il vaccino domiciliarmente. E alle persone fragili. Come medici di famiglia abbiamo dato la nostra disponibilità in questa delicata campagna: in Ciociaria ci sono 270 medici di famiglia disposti a vaccinare. Ma se poi sistematicamente non abbiamo le dosi, di che cosa stiamo parlando?».

«C’è un altro aspetto che vorrei sottolineare. Le persone anziane alle quali il vaccino va somministrato a casa sono di più rispetto a quelle che figurano negli elenchi. Lo dico con cognizione di causa perché ci sono dei miei assistiti che si trovano in questa condizione. Alla sottoscritta arrivano richieste specifiche. L’assistenza domiciliare su questo versante è assicurata dalla Asl. Ma noi possiamo essere preziosi. Anzi, decisivi. Ma abbiamo bisogno di avere le dosi».

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