Covid e turismo, Fiuggi guarda ai Green Pass e trattiene il respiro

Fiuggi con il fiato sospeso. Nella speranza che le nuove misure di prevenzione funzionino. E la stagione sia salva. I segnali di ripresa. La scossa dall'estate. Le cifre del declino.

Massimiliano Pistilli

Informare con umiltà e professionalità

Appesi al Super GreenPass, attaccati alla curva dei contagi, fiduciosi in quella delle vaccinazioni: la categoria degli Albergatori trema di fronte all’ipotesi di una nuova ondata di cancellazioni. O di un nuovo blocco delle vacanze invernali. Bruno Della Morte presidente di Federalberghi Fiuggi e Provincia di Frosinone guarda con apprensione a quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane.

I numeri

L’anno che si sta chiudendo non è stato orribile come il 2020, quello del lockdown. Lì la perdita di fatturato fu del 90%. Invece questo 2021 ha registrato i primi segnali di ripresa, soprattutto in estate.

Fiuggi già dalla scorsa primavera è stata tra le prime in Italia a scommettere sul suo segmento tradizionale: il turismo congressuale. Il calendario degli eventi ha registrato la presenza di ministri come Renato Brunetta e Massimo Garavaglia, direttori di giornale come Luciano Fontana del Corriere della Sera, personaggi letterari controversi come Luca Palamara. Sono serviti per accendere un segnale luminoso per l’Italia e dirgli “Fiuggi c’è ed è pronta per la ripresa del Turismo”. (Leggi qui Mascherine, bonus e vacanze: Fiuggi torna a far parlare e leggi La resilienza di Fiuggi dietro al libro di Palamara).

Guido D’Amico

Il risultato c’è stato. Congressisti e turisti hanno fatto segnare migliaia di presenze durante il ponte di Ognissanti, facendo tirare un bel respiro di sollievo alle strutture a 3 e 4 stelle ed ai centri benessere. «Abbiamo registrato oltre tremila presenze – stima Bruno Della Mortesia per gli eventi a carattere religioso e sia per i turisti che hanno scelto la nostra città come meta delle loro vacanze».

Il Congresso nazionale di ConfimpreseItalia è stato un altro grande segnale. Ha portato a Fiuggi 2 ministri, 2 sottosegretari, vari leader nazionali di associazioni. Per il gran finale il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ed in collegamento Lapo Elkann. (leggi qui Micro ma decisive: la sfida di D’Amico).


Le paure

La ripresa per Fiuggi c’è stata. Ora per Bruno Della Morte «La paura nelle persone rischia di generare disdette nelle prenotazioni e in qualche caso stanno già avvenendo». Chiede chiarezza e di abbassare i toni.

La Fonte Bonifacio VIII a Fiuggi

Gli Albergatori di Fiuggi sono pronti. «Come strutture abbiamo sempre rispettato tutti i protocolli per accogliere la nostra clientela anche in momenti più difficili. Ma è chiaro che se la gente inizia ad avere dubbi poi nel dubbio rinunciano alla vacanza».

I prossimi giorni saranno decisivi. La speranza della categoria è quella di poter tornare ad avere l’organizzazione di veglioni, cenoni e feste. Che insieme fanno quell’economia che nel periodo invernale è una boccata d’ossigeno vitale. Della Morte si aspetta dal Governo «parole chiare e una linea dritta e ferma. Nel segno della sicurezza e della ripartenza».

«Inutile giraci intorno noi come albergatori siamo tra color che sono sospesi», sottolinea Della Morte. Perché? In sintesi non sanno cosa fare: «Da una parte ci viene detto che non ci saranno chiusure e dall’altra c’è un martellamento e allarmismo quotidiano che ritengo, e riteniamo, eccessivo».

 Una categoria che resiste

La crisi del comparto alberghiero di Fiuggi va avanti da quando è collassato il termalismo. Negli Anni 90 la città poteva contare su 12mila posti letto, scesi a meno di 5mila oggi nel periodo di alta stagione che si riducono a meno di 3mila nel periodo invernale.

«C’è da ridisegnare una offerta alberghiera complessiva. È ormai improrogabile quello scatto di reni che il mercato impone agli albergatori. Bisogna fare tesoro degli errori del passato evitando di ripeterli». Ad esempio? «Camere in 3 stelle vendute a 17 euro in mezza pensione a gruppi di turisti stranieri, in alcuni casi anche a meno: è un errore che non deve e non può ripetersi in futuro. Per evitare questo però è necessario che gli albergatori per una volta, diano prova di saper “giocare insieme”».

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