Alessio D’Amato: «Nel mese di aprile andrà meglio»

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

«Le situazioni di Torrice e Roccagorga dimostrano che è vietato distrarsi». Parla l’assessore regionale alla Sanità: «Basso Lazio strategico sul fronte vaccinale: ecco perché»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

«Primo: il vaccino. Secondo: il vaccino. E terzo ancora il vaccino. Le priorità sono queste». Così l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato. Che aggiunge: «Nelle province di Frosinone e Latina c’è piena consapevolezza del momento. I dati sono questi: in provincia di Latina sono state somministrate circa 19.000 dosi, in Ciociaria 24.000. In provincia di Frosinone le persone che hanno completato il percorso vaccinale (due dosi) sono 10.000, in provincia di Latina 7.000. Poi ci sono le prenotazioni per gli over 80 anni: 26.000 in provincia di Latina e 22.000 in quella di Frosinone».

(Foto: Imagoeconomica / Saverio De Giglio)

Argomenta D’Amato: «Il punto vero è che dobbiamo assolutamente accelerare con le vaccinazioni. Il problema è rappresentato dalle dosi. Ci sono delle scadenze importanti: il primo marzo inizieremo le vaccinazioni, da parte dei medici di medicina generale, per i nati del 1966, del 1967 e poi del 1968. Mentre tra la metà e la fine del mese inizieremo con i detenuti e con la polizia penitenziaria. Sempre entro il mese di marzo confidiamo che l’autorità regolatoria dia il via libera per il vaccino Johnson & Johnson. Si tratta di un vaccino monodose e non richiede la catena del freddo. L’Italia ha acquistato 53 milioni di dosi, al Lazio ne spetteranno circa 5 milioni».

Continua D’Amato: «Per quanto riguarda poi le prenotazioni del personale scolastico, in questo momento (ndr: ieri mattina per chi legge) sono circa 14.000 le prenotazioni nel Lazio: 1.066 nella provincia di Frosinone, 1.080 in quella di Latina, 7.860 nella città di Roma, 2.791 nella provincia di Roma, 312 in provincia di Rieti e 722 in quella di Viterbo. Il 97% delle prenotazioni sono state eseguite tramite piattaforma web e il 3% attraverso i call center».

Le industrie farmaceutiche

Chiediamo a D’Amato: le province di Latina e Frosinone hanno dei poli farmaceutici di straordinaria eccellenza nazionale, questo può rappresentare un valore aggiunto sul versante dei vaccini?

Spiega l’assessore: «Guardi, il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, ha chiesto la rinuncia al brevetto. Dal Governo sento parlare di riconversione di aziende. Il Lazio ha un polo farmaceutico importante, trainato dalle province di Latina e Frosinone. Su questo non c’è dubbio. Certamente bisognerebbe tenere presenti tanti aspetti: dai brevetti ai tempi. Però nelle province di Frosinone e Latina ci sono tante aziende che possono produrre il vaccino con la formula “in conto terzi”. È una partita che vale la pena di giocare. Nel Basso Lazio ci sono stabilimenti in grado di produrre sia vaccini adenovirali che a Rna messaggero».

Il distretto Farmaceutico del Lazio è una risorsa se si rinuncia ai brevetti sul vaccino

«Per quello che mi riguarda porterò avanti questo progetto. Confermo che come Regione Lazio siamo interessati anche allo Sputnik, il vaccino russo. Francamente ritengo che in una fase come quella attuale bisognerebbe far ricorso alla cessione intellettuale dei brevetti. In maniera temporanea certo. Poi, una volta che la popolazione sarà stata messa in sicurezza, si potrà pensare al profitto». (Leggi qui La Letizia del Merlo e la lezione ciociara sui vaccini).

Ad aprile potrebbe andare meglio

Ma c’è la possibilità di un lockdown? Nota Alessio D’Amato: «Il lockdown è un provvedimento nazionale. Noi stiamo procedendo con il sistema delle zone rosse, degli interventi chirurgici insomma. Ed è un sistema che sta funzionando».

Quando andrà meglio? Alessio D’Amato dice: «Guardi, sbilanciarsi in questa fase è complicato per tutti. Credo però che ad aprile la situazione potrà essere migliore di quella attuale. Ho sempre detto che la Regione Lazio non avrebbe acquistato le “primule”? Guardi, a noi servono i vaccini, non le “primule”. Di spazi da allestire per vaccinare ne abbiamo. Penso agli hub dei quali disponiamo».

Alessio D’Amato (Foto Paola Onofri / Imagoeconomica)

E per quanto riguarda le diverse “varianti”, in particolare quella inglese? Nota D’Amato: «Confermo quanto detto in commissione sanità qualche giorno fa. La variante inglese si sta affacciando nel Lazio e dobbiamo mantenere la guardia alta. Ma anche indipendentemente dalle varianti. Come dimostrano alcune situazioni che si sono verificate nelle province di Latina e Frosinone. Mi riferisco al caso di Roccagorga. Ma anche di Torrice, dove si sono registrati 54 contagi in una settimana, per via di tre cluster. Basta pochissimo per far innalzare la curva dei contagi. Vanno evitate situazioni di rischio e assembramenti: non sappiamo più come ripeterlo. È passato un anno dall’inizio di questa pandemia, non possiamo certamente considerarla più un’emergenza».

D’Amato: Durerà ancora

Aggiunge l’assessore regionale alla sanità: «Nel Lazio Rt è a 0,95, ma c’è una riduzione del numero dei nuovi focolai. E anche una riduzione del tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva e di quelli di area medica. In entrambi i casi i valori sono al di sotto delle soglie di allerta. C’è anche una riduzione dell’incidenza per 100.000 abitanti. Come sempre diciamo che i colori (giallo o arancione) non sono un concorso a premi, ma rappresentano il frutto del rispetto da parte dei cittadini delle regole di prevenzione».

Nicola Zingaretti e Alessio D’Amato (Foto: Carlo Lannutti)

«La zona gialla non potrà mai essere un disco verde o un tana libera tutti. Anzi, paradossalmente dovrebbe rappresentare un aumento della soglia di attenzione, responsabilità e rigore. Le valutazioni sui colori delle zone spettano all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute. Noi stiamo facendo tutto il possibile per tenere la situazione sotto controllo».

«Non sono abituato a nascondermi dietro un dito oppure ad indorare la pillola. Ripeto che questa pandemia andrà avanti almeno fino alla seconda metà del 2021. Ma la chiave è rappresentata dalla campagna di vaccinazione. Soltanto raggiungendo la quota più alta possibile di immunità di gregge riusciremo a limitare in maniera stabile la capacità di circolazione del virus. Dobbiamo continuare ad essere ligi, a rispettare le regole, a pensare agli altri, a mantenere alto il livello di concentrazione. Non siamo ancora in sicurezza e dovremo valutare l’impatto delle varianti. Quello che so è che non dobbiamo vanificare gli sforzi fatti. Soprattutto da medici e infermieri».

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