Covid, massima allerta ovunque. Anche da noi

Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

La situazione Covid è in rapido peggioramento. In soli 5 giorni superata quota 4mila casi. Non è un virus per anziani: l'età media è 41 anni Gianni Rezza: “Il virus galoppa”.

Inutile provare ad indorare la pillola. In Italia la situazione dei contagi Covid è in rapido peggioramento. Ieri oltre 31.000 casi e 199 decessi. Su oltre 25mila tamponi fatti ieri nel Lazio (+240) si sono registrati 2.246 casi positivi (+251): per la prima volta sopra i duemila, 17 i decessi (+2) In provincia di Frosinone 268 contagi e un morto.

Che il momento sia critico lo ha messo nero su bianco l’Istituto Superiore di Sanità. Così: «È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. E di rimanere a casa il più possibile».

Rezza: il Covid va veloce

Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute di origini ciociare, ha sottolineato: «La percentuale dei positivi sui tamponi effettuati supera il 10% e non è un buon indicatore. Indica che l’epidemia galoppa, che il virus circola in maniera abbastanza veloce». (Leggi qui Il lockdown totale? Scelta coraggiosa. Parola di Rezza).

11 regioni a rischio trasmissione oncontrollata Foto © Vince Paolo Gerace / Imagoeconomica

Sono 11 le regioni classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata di SARSCoV-2. E Calabria, Lombardia, Piemonte e la provincia di Bolzano sono nello scenario 4. Delle 11 regioni, 5 sono considerate a rischio alto a titolo precauzionale. Ma il dato non è attendibile perché la sorveglianza è insufficiente al momento della valutazione. Altre 8 Regioni e Province autonome sono classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese. Quelle a rischio alto sono l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, la Valle d’Aosta e il Veneto.

Brusaferro: tracciare per riabbasare

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha affermato: «Il tracciamento rimane il nostro obiettivo. Per riportarlo completamente sotto il controllo dobbiamo riabbassare la curva. Una persona positiva anche se ha 5 contatti stretti nelle ultime 48 ore, e spesso ne ha più di 5, è un moltiplicatore enorme. E le risorse umane per poter contattare tutte queste persone sono difficili da mettere in campo. Quindi il tema è ridurre il numero di casi, piegare la curva. Piegando la curva riacquisiamo la capacità di tracciare tutti».

Silvio Brusaferro © Leonardo Puccini / Imagoeconomica

«Ci troviamo di fronte ad un Paese che ha adottato misure importanti che si stanno implementando. Misure i cui effetti vedremo alla fine della prossima settimana. 15-20 giorni sono i tempi per comprendere come agiscono sulla diffusione dell’infezione. Sulle quali però si possono e si debbono inserire ulteriori misure anti Covid che possono essere e a livello nazionale e a livello locale».

Lazio e Ciociaria preoccupano

Insomma, l’epidemia in Italia è in “rapido peggioramento” e ancora compatibile con uno scenario di tipo 3. Ma in evoluzione verso uno scenario di tipo 4

Infatti giovedì è stato sfondato il muro dei 4mila contagi da Covid-19: è caduto in meno di una settimana. La drammaticità della situazione la fornisce la rapidità con cui sono state superate le tappe: per arrivare a mille casi in provincia di Frosinone c’erano voluti 209 giorni, dal 2 marzo al 24 settembre.

Poi erano bastati appena 24 giorni per arrivare al muro dei 2mila: dal 25 settembre al 18 ottobre.

Sempre più veloci: per raggiungere il picco dei 3mila casi sono stati sufficienti appena 6 giorni, cioè dal 19 al 24 ottobre.

Foto © Gaetano Lo Porto / Imagoeonomica

In 5 giorni si è arrivati a quota 4mila casi: dal 25 al 29 novembre.

Altro segnale di allarme: dei 268 nuovi casi registrati in provincia di Frosinone nelle scorse ore ben 19 erano talmente gravi che hanno avuto bisogno di un letto in ospedale.

Nel Lazio il Covid-19 non è una patologia per anziani. L’età media dei contagiati è di 41 anni, il virus colpisce in maniera pressoché identica gli uomini e le donne: (49% donne e 51% uomini). Per ora solo il 6,4% è in ospedale (non in terapia intensiva), lo 0,6% in Terapia Intensiva. Tre quarti dei contagiati sono asintomatici..

In questo scenario né il Lazio (ieri oltre 2.000 contagiati) né la Ciociaria rappresentano un’isola felice.