Covid, via alla rivoluzione. D’Alessandro cambia tutto

La nuova DG della Asl di Frosinone annuncia la rivoluzione. In due notti e tre giorni ridisegnata la mappa dell'assistenza sanitaria. "Nulla sarà più come prima: Covid non ci permetterà di tornare indietro”. Riaprire gli ex ospedali? "Ci vorrebbero 2 anni, non abbiamo neanche 2 mesi”. Nuovi ruoli per Alatri e Anagni. Forse anche per Pontecorvo. I disagi di questi giorni: "In 5 giorni abbiamo affrontato un'ondata senza precedenti, non è questa la normalità”

Nulla è più uguale a prima. Nulla lo sarà più negli ospedali e nella rete della Sanità in provincia di Frosinone. Tutto è cambiato in due notti e tre giorni: la mappa dell’assistenza è stata ridisegnata. Trasformata in base alle nuove esigenze dettate dal Covid. Reparti trasferiti, letti spostati, strutture ripensate: soprattutto un modello completamente diverso dal passato. È la nuova DG della Asl Pierpaola D’Alessandro ad annunciare la rivoluzione: la Regione Lazio l’aveva mandata a Frosinone esattamente per fare questo. Nessuno pensava che ci sarebbe riuscita in due notti e tre giorni.

D’Alessandro, tutto cambiato

Pierpaola D’Alessandro

È il Covid a dettare i tempi, è quel maledetto coronavirus a settare la velocità degli orologi. Non c’è più tempo per un’assistenza come quella che abbiamo avuto fino ad ora. Riaprire i vecchi ospedali? Chi lo chiede ha capito meno di niente sulla situazione: «Non siamo più la Sanita che eravamo, non lo saremo piu». La manager D’Alessandro traccia una linea dalla quale non si torna indietro.

«La pressione del Covid sui Pronto Soccorso ci ha fatto capire che non potremo più organizzare la Sanità come nel passato». Cosa significa? «Servono decisioni rapide, quello che è vero oggi è già superato tra dieci giorni: il Covid non concede tempo. Non servono vecchi ospedali: ci vorrebbero due anni per riaprirli e noi non possimo permetterci nemmeno due mesi, altro che due anni. Non abbiamo il tempo per soluzioni così lente».

La soluzione immediata passa per un’organizzazione del tutto diversa. La situazione è talmente seria che ora ci saranno due Covid Hospital in provincia: lo Spaziani di Frosinone per tutta l’area Nord, il Santa scolastica di Cassino per tutto il Sud. «Avranno lo stesso livello di efficienza organizzativa, il presidente Nicola Zingaretti ci ha chiesto due strutture Covid e della stessa qualità. Le abbiamo realizzate».

In conseguenza, sono cambiati i reparti, la disolocazione. Ci sono reparti che hanno cambiato piano, altri che sono stati trasferiti. Ad esempio: un’ala di Cassino è percorso per chi ha il Covid, l’altra ala è per i No Covid. Nessuna possibilità di contatto.

Terapia Intensiva e telemedicina

Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Tutto diventa modulare, flessibile, cambia e si adatta in base all’esigenza. Intanto la Terapia Intensiva è stata completamente ristrtturata ed entro la fine della settimana deve affrontare il collaudo per entrare in servizio: niente inaugurazione, non è periodo di festa.

Si inizia a parlare di Telemedicina, pazienti che stanno a casa e da lì vengono monitorati attraverso gli strumenti. Una centrale di controllo tiene conto dei parametri ed effettua la diagnosi. Interviene se è il caso.

Il ruolo di Anagni e Alatri

L’ospedale San Benedetto di Alatri

Cambia del tutto il ruolo degli ospedali di Anagni e Alatri. Forse anche quello di Pontecorvo. Ma nulla assomiglia alla riapertura sollecitata in questi giorni, perché una cosa deve essere chiara: quel modello non esiste più.

Via al potenziamento della Sanità di Territorio, più medici e più visite fuori dagli ospedali. In ospedale si andrà per essere ricoverati, al Pronto Soccorso si andrà per i casi di urgenza ed emergenza.

Alatri si farà carico di tutto quello che lo Spaziani di Frosinone non potrà fare per concentrarsi sulla lotta al Covid. Lì adesso andranno

  • 20 posti Chirurgia 
  • 16 posti Ortopedia 
  • 8 posti letto Urologia
  • 13 posti Lungodegenza e Riabilitazione 
  • 4 posti di Terapia Intensiva non Covid 
  • 16 posti di Pediatria 
  • 8 posti di Otorino
  • 12 posti di Medicina d’Urgenza

È prevista la riapertura del Pronto Soccorso.

Anagni polo diagnostico

L’ingresso dell’ex presidio ospedaliero

L’ospedale di Anagni diventa il polmone del polo Frosinone – Alatri. In base al nuovo modello: lo Spaziani di Frosinone è Covid Hospital, il San Bendetto di Alatri diventa l’ospedale No Covid che sopperisce a Frosinone. L’ospedale di Anagni diventa il polo diagnostico.

La dottoressa Pierpaola D’Alessandro annuncia la riattivazione per le procedure diagnostiche, la Tac, l’Elettromiografia. In sinergia con Alatri, verrà riattivata la parte del Day Surgery con interventi a bassa intensità.

Il tutto con un solo obiettivo, dice la manager: «Decongestionare le liste d’attesa, ricostruire una nuova normalità nonostante l’ondata di Covid che ci è venuta addosso. perché la nostra assistenza sanitaria dovrà continuare».

È una soluzione che consente a tutti di cantare vittoria. Al centrosinistra che governa la Sanità nel Lazio: in questo modo si realizza una rete efficiente, nella quale ognuno ha un ruolo e non ci sono più gli inutili doppioni che avevano portato al collasso i conti della Sanità provinciale e regionale. Allo stesso tempo consente al sindaco Daniele Natalia di riavere un ospedale in efficienza e ‘vivo‘: certo, non come all’epoca in cui Renata Polverini lo chiuse. Ma quel modello non esiste più.

Un percorso simile potrebbe essere previsto per Pontecorvo: la casa della Salute potrebbe diventare il polo diagnistico di Cassino.

D’Alessandro: guardate il dito

Pierpaola D’Alessandro

Il Direttore D’Alessandro ha voluto disinnescare le polemiche. In questi giorni sono circolate foto di reparti al collasso, pazienti che mangiano su tavolini improvvisati, altri inginocchiati. Chi le ha messe in giro non ha sentito che da giorni in Italia, non solo a Frosinone, è in atto una situazione di guerra: non è una situazione normale quella che si sta affrontando.

«Stiamo gestendo un picco senza precedenti. A lui tra poco si unirà il picco influenzale atteso entro una decina di giorni». La manager chiede «diamoci una mano, la comunicazione è determinante nel contrasto al covid» Chiede a chi fa informazione «un patto da ecosistema, non vinciamo la battaglia negli ospedali, non come Asl, ma con i comportamenti individuali: fate capire quanto è importante che ciascuno faccia la sua parte».

Sanitari in prima linea

Foto © Vince Paolo Gerace / Imagoeconomica

I sanitari della Asl di Frosinone hanno pagato un prezzo altissimo nella lotta al Covid. Solo negli ultimi giorni sono risultati contagiati 4 medici e 4 infermieri. Da agosto gli infermieri positivi sono stati 83, i medici infettati sono stati 30, aii quali si aggiungono una decina di altri casi tra tecnici ed altre figure sanitarie.

Si è cercato di costruire una nuova normalità: le prestazioni ambulatoriali sono state 6mila, i ricoveri non covid sono stati 6mila, le prestazioni che erano saltate in primavera e sono state recuperate sono 5mila, gli screening oncologici sulle donne sono proseguiti e sono stati circa seimila. (Leggi qui Da eroi a capri espiatori. Scaricabarile sui medici).

La risposta della Sanità in provincia di Frosinone, la sua capacità di resilienza è tale che non si rischia il lockdown da Zona Rossa.

«Sono tanti i problemi organizzativi che abbiamo dovuto affrontare negli anni e che il covid ha acutizzato. Vi prego guardate la luna e non il dito. Affronteremo le defaillances, non sono quelle la totalità dell’assistenza: in 5 giorni abbiamo provato ad affrontare il mare».

 

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