Cresce l’istruzione nel Lazio: i diplomati toccano quota 40%

Il censimento dell'Istat ha fotografato il livello di scolarizzazione e conseguimento dei titoli di studio superiore della popolazione regionale. I dati medi sono positivi anche se tra le varie province si notano differenze importanti

La popolazione del Lazio sempre più istruita grazie alla crescita costante della scolarizzazione e al conseguimento di titoli di livello superiore. Rispetto al 2019 diminuisce il numero di persone con un basso livello d’istruzione: coloro che sono privi di un titolo di studio passano da 3,9 a 3,7%, le licenze elementari da 12,7 a 12,3%, quelle di scuola media da 25,7 a 25,5%.

Ma se i dati medi sono tutto sommato positivi rispetto al panorama nazionale, la situazione nelle 5 province è differente. E sono Frosinone e Latina a stare peggio. Lo rende note l’Istat, che ha diffuso il censimento permanente della popolazione nel Lazio e quindi anche il livello medio dell’istruzione.

In crescita diplomati e laureati

L’Università di Cassino

E’ cresciuta la percentuale dei diplomati e delle persone con istruzione terziaria (e superiore): i primi raggiungono il 39,3%, i secondi il 19,2%.

La crescita dell’istruzione universitaria è da attribuire ai titoli di II livello (le persone aumentano di quasi 33 mila, pari a +4,6%), attenuata dalla contrazione dell’1,5% nei titoli di I livello.

L’istruzione nel Lazio è nel complesso in una condizione di vantaggio rispetto alla situazione nazionale. I numeri però vanno letti tenendo conto anche della specifica geografia provinciale: il dato è condizionato dall’età della popolazione e dal tessuto socio-economico di riferimento. Fa differenza anche la presenza di strutture universitarie. E dove non ci sono, strategica è la presenza di adeguate infrastrutture di mobilità per raggiungere le aule universitarie. Più è facile raggiungerle e più si è invogliati ad iscriversi ai corsi

A Frosinone e Latina il 5% senza titoli di studio

Foto: Saverio De Giglio / Imagoeconomica

Tra le 5 province del Lazio ci sono comunque delle differenze, nonostante a livello generale l’analfabetismo o l’assenza di un titolo d’istruzione siano meno diffusi rispetto al contesto nazionale (3,7% a fronte di 4,4%).

Nelle province di Frosinone e Latina si rileva la quota più alta di persone senza alcun titolo di studio (4,6% per entrambe), mentre nelle province di Roma e Rieti il valore è inferiore di oltre un punto percentuale.

Con valori superiori alla media nazionale, a Frosinone si riscontra la percentuale più alta di persone con la licenza di scuola elementare (16,2%), a Viterbo e Latina quella per la licenza di scuola media (circa 30%), contro l’11,2% di Roma per l’istruzione primaria e il 24,2% per l’istruzione secondaria di primo grado.

Roma spicca per i titoli di studio più alti

Roma ha il record di dottori di ricerca (Foto: Saverio De Giglio / Imagoeconomica

Rispetto alle altre province, a Roma i ricercatori dell’Istat hanno registrato l’incidenza più contenuta dell’istruzione di base e quella più rilevante per i titoli di studio più alti.

Nella capitale si conta quasi un dottore di ricerca su 100 residenti (contro lo 0,4% nazionale), mentre la maggiore criticità si rileva in provincia di Frosinone (0,2%).

In corrispondenza del titolo terziario di II livello, la provincia di Roma si colloca, da sola, sopra la media italiana (15,8%, con uno scarto positivo di 5 punti). Per l’istruzione terziaria di I livello si passa dal 4,5% di Roma al 3,9% di Latina, superando in tutte le province il valore nazionale (3,8%). Lo stesso accade per la quota di residenti in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado: i valori oscillano tra l 36,4% di Viterbo e il 40,0% di Roma (36% in media nazionale).

Le donne sono più istruite degli uomini

Il censimento consente di cogliere le differenze territoriali del grado di istruzione rispetto ad alcune caratteristiche della popolazione come il sesso e la cittadinanza (italiana o straniera).

Raggiungono un titolo terziario (I, II livello o dottorato) più donne che uomini: su 100 persone laureate nel Lazio 55 appartengono al gentil sesso. Esse rappresentano il 20,4% della popolazione femminile di 9 anni e oltre (rispetto al 17,9% degli uomini). La componente femminile sfiora il 59% tra i residenti in possesso della licenza elementare e tra quelli che non hanno conseguito alcun titolo di studio, laddove le donne senza istruzione sono il 4,2% (a fronte del 3,2% degli uomini).

Il divario di genere tende a scomparire in corrispondenza del diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale (50,2% donne, 49,8% uomini) mentre per la licenza di scuola media prevale la componente maschile (52,2%).

La disuguaglianza di genere, in linea con la media nazionale, si articola in maniera diversa nel confronto provinciale tra i diversi gradi di istruzione. Tra i laureati di II livello, il gap a favore delle donne è più contenuto nelle province di Roma e Viterbo (quasi 9 punti), più elevato a Frosinone (14,4 punti); la disparità tra i sessi è meno difforme tra le province, ma più ampia, per i laureati di I livello, con valori che oscillano tra i 15 e i 18 punti.

Tra i titolari di un dottorato di ricerca la distribuzione è piuttosto differenziata: prevale la componente maschile solo a Rieti (11 punti), all’opposto a Viterbo si riscontra il medesimo divario, ma a favore delle donne.

Quasi il 6% degli stranieri residenti è analfabeta

Studenti Erasmus © ProImageContent / Can Stock Photo

La distribuzione del titolo di studio tra italiani e stranieri dipende non solo dal diverso background socio-economico, ma anche dalla struttura per età e genere che contraddistingue le diverse cittadinanze.

Tra gli stranieri residenti prevalgono coloro che sono in possesso del diploma di scuola secondaria (42,6% contro 38,9% per gli italiani) e quelli con la licenza media (28,1% contro 25,2%).

La percentuale di stranieri con titolo universitario è pari a 14,7% con -5 punti rispetto agli italiani con lo stesso titolo. Anche per i residenti con la licenza elementare la quota degli stranieri (8,7%) è inferiore alla quota della componente italiana.

Lo squilibrio più consistente in termini relativi, seppur inferiore rispetto a quello medio nazionale, si registra per gli stranieri analfabeti o alfabeti privi di titolo di studio: sono il 5,8% rispetto al 3,4% degli italiani. 

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