I dolori della Lega di fronte al fantasma delle nuove elezioni (Conte della Selvotta)

In pochi ci credono. L'appuntamento per determinare la caduta per l'amministrazione comunale di Cassino è fissato per lunedì a mezzogiorno. La Lega è tentata. Dopo i due tentativi di spallata andati a vuoto ora potrebbe riflettere su un rientro

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Un ingente sciame di api invase il Foro di Cassino”. ANNO CCVIII a.C. Tito Livio Libro XXVII.
Cassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Aula consiliare.
Montecassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Albaneta.

Tutto partì da una febbre

Uno sciame di api sta per invadere il palazzo comunale. Ed è fuga. Il sindaco a Montecassino ha preso freddo.

È così. Carlo Maria D’Alessandro, sindaco pro-tempore di Cassino, ha la febbre. Pure i sindaci si ammalano. Non sembra possibile. Ieri pomeriggio appena Alessioporcu.it ha lanciato in anteprima la notizia in molti hanno gridato “È una fake news”. Ma come? Di rimbalzo. “Ma stava a Montecassino per i riti religiosi con l’Abate. Forse si è ammalato perché non vuole trattare la resa o la nuova giunta”.

Per tutto il pomeriggio è venuta in mente a molti interessati di politica comunale, la commedia musicale di Molière “Il malato immaginario” con il protagonista Argante, un ricco credulone che si riteneva perennemente malato e perciò viveva circondato da medici e farmacisti imbroglioni.

Così il povero Carlone, tra un’aspirina ed un aerosol, si è dovuto sforzare di compiere alcune telefonate, al solo fine di far sentire la sua tonitruante voce ridotta ad un flebile lamento dall’oltretomba. Testimoni, poi, hanno assicurato che il sindaco era già febbricitante dal giorno prima.

Per i maligni, però, il suo malessere era solo un modo per ritardare la soluzione della crisi e allungare i tempi per non andare a nuove elezioni.

A complicare la vicenda è stato il messaggio troppo sintetico del sindaco e senza certezze per gli alleati. (leggi qui tutti i dettagli della giornata: Salta l’incontro con il sindaco. «Noi andiamo a dimetterci»)

Il brodo di Rossella

Un messaggio pieno di incertezze e di dubbi che ha fatto venire la febbre al capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli. La quale se lo aspettava sin dal giorno prima: ai giornalisti che giovedì sera cercavano una dichiarazione, un viatico per l’indomani, aveva risposto “Sono in pigiama, sto facendo il brodo, figuratevi se ho voglia di pensare alla politica: qui c’è poco da pensare, o venerdì il sindaco ci dice subito che è pronto al rimpasto oppure salta tutto perché non accetteremo un rinvio nemmeno di un giorno. Perché il nostro sospetto è che voglia rinviare per allungare i tempi“.

L’indomani, appreso il bollettino medico del sindaco, lo ha interpretato come una presa in giro. Subito ha lanciato il suo anatema: lunedì andiamo a firmare le dimissioni di massa. Alle 12 in Comune.

Chi ci sarà? L’eco di Pd e Lega: noi ci saremo dalle 8.30 in poi. I ribelli verranno? La conta a mezzogiorno. Un mezzogiorno di fuoco. Rossella, vestita di rosso, si affaccerà dal balcone e stenderà lo striscione: Game over.

I dubbi sul Carroccio

Ragiona la Lega. Il Pd è stato promotore in Aula della sfiducia; le 13 firme necessarie non sono arrivate in quanto era necessario almeno un voto della maggioranza, che viene chiamata per prima al voto e se poi gli altri 12 dell’opposizione non avessero sostenuto in modo compatto quell’eroico la sua via politica sarebbe finita lì. A quel punto – ragiona sempre la Lega – noi abbiamo proposto la via del notaio: eliminava quel problema perché raccoglieva in modo contestuale le 13 firme.

In entrambe le occasioni – ragiona sempre la Lega – il 13° voto non è arrivato. Adesso tocca al Tredicesimo aprire la fila e poi dietro tutti gli altri dodici. Chi vuole nuove elezioni sprint già a maggio ha questa terza opportunità. Chi invece vuole andare al voto alla finestra elettorale successiva, tra un anno, può farlo non votando il Bilancio quando verrà portato in aula. Da marzo in poi.

La Lega è divisa tra i fautori di nuove elezioni subito e tra chi vuole sostenere il sindaco fino al 2021 prendendo, però, la guida del governo. Una parte autorevole del Carroccio sarebbe disposta a rientrare in maggioranza già lunedì. Mentre un’altra parte non vuole nemmeno sentirne parlare: si è dissociata in tempi non sospetti dall’esecutivo e non vede un solo motivo per tornare indietro. Il rinvio del vertice di martedì scorso è stato determinato anche da questa differente visione delle cose.

Ora sta alla Lega decidere.

La spinta di Fratelli d’Italia

Nell’amministrazione dei paradossi spicca anche Fratelli d’Italia. Vuole infilarsi nella nuova giunta pur avendo definito l’attuale amministrazione “la peggiore del secolo”. Il copyright spetta alla Lega ma il concetto è stato ribadito nel vertice di martedì scorso da alcuni partecipanti al tavolo. (leggi qui Nessuno si fida: venerdì o tutti in giunta o tutti a casa) Perché?

FdI entra solo se entra la Lega. Ma se entra la Lega, Noi con l’Italia di Antonio Valente minaccia di passare all’opposizione.

Marino l’insolente

Di fronte ai giochi artificiali allestiti dai tre Partiti che vorrebbero mettersi insieme ma anche mandare tutti a casa, il Pd pensa alla spallata finale per la giunta D’Alessandro. Il segretario Marino Fardelli annuncia di essere pronto a pagare il notaio per la raccolta delle firme.

Una dichiarazione che ha indispettito molti. Ma che aiuta a comprendere il punto div ista del segretario Dem: non ci crede. Non crede nemmeno un po’ che lunedì a mezzogiorno ci sarà la fila per mettere le tredici firme sull’atto di sfiducia al sindaco.

Su una cosa almeno è in sintonia con Mario Abbruzzese: nemmeno lui ci crede.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright